Friday, March 30, 2012
CINE20 - 50^ PUNTATA
Cinquantesima puntanta (no dico, C-I-N-Q-U-A-N-T-E-S-I-M-A) dedicata sopratutto all' home video: recensiti The Beast Stalker (uscito la settimana scorsa), Paranormal Activity 3 e Outrage di Kitano. In sala si distinguono il nuovo film di Marco Tullio Giordana, Romanzo di una Strage, e La Furia dei Titani. Recuperiamo anche una dimenticanza della precedente puntata segnalandovi che sono già disponibili DVD e Bluray del bel Le Avventure di Tin Tin di Steven Spielberg. Online qui.
Thursday, March 29, 2012
CINEQUIZ - ST.03 - EP.24 "Not so intuitive"
Sono in ritardissimo, lo so, ma a 'sto giro è andata così.
Secondo frame:
Soluzione: ALIEN
Vincitore: Chimy
Classifica:
Jived - pt. 17
Tob - pt. 7
Chimy - pt. 5
frenzmag - pt. 4
Beld - pt. 3
Falketta - pt. 3
Killo - pt. 3
Nick - pt. 3
Para - pt. 3
Hawke - pt. 2
PickPocket - pt. 2
Terzo frame:
Wednesday, March 28, 2012
GOONIES NEVER SAY DIE!
La recensione che potete leggere poco sotto è presente già da alcune settimane sul sito www.i-filmsonline.com (precisamente qui) con il quale ho iniziato una interessante collaborazione. Mi occupo al momento della sezione Cinema Orientale, inaugurata con le rece di "Arrietty" e "Il Buono, Il Matto, Il Cattivo", e che proseguirà anche con articoli inediti. Un motivo in più per seguirmi, ma soprattutto seguirCI.
Forse più si cresce e più si è sensibili alla nostalgia. Deve essere per questo che, scorrendo i titoli presenti nella mia videoteca, il mio sguardo si ferma sempre su quelli con i quali, non posso negarlo, ho dei legami particolari che nulla o quasi hanno a che vedere con il valore artistisco o l' importanza dei nomi coinvolti. Gonnies di Richard Donner, ad esempio, ha per me un posto unico e speciale indipendente da quello dettato dall' ordine alfabetico. Basta buttare un occhio sulla copertina ed è come guardare una vecchia foto che ritrae amici che non vedi da una vita ma con i quali condividi parecchi ricordi. A film come I Goonies devo certamente, sia il timido ma importante avvicinamento al cinema, che i primi embrionali esempi di "forum" che nascevano all' entrata di scuola o durante la ricreazione, dove le discussioni ruotavano su questa o quella scena, sulle frasi quotate a memoria, sui personaggi preferiti con i quali ci si immedesimava. Ed è proprio l' immedesimazione la carta vincente giocata da Donner e da Steven Spielberg che, ben consci del target di pubblico al quale volevano rivolgersi, mettono insieme un film d' avventura con protagonisti un gruppo di ragazzini comuni che si trovano coinvolti in rocambolesca caccia al tesoro, una discesa (letterale e figurata) nel fantastico che si cela immediatamente sotto i loro piedi, tra "tracobetti", navi pirata e banditi quasi comici e caricaturali (ma, attenzione, i veri cattivi nel film sono ben altri). Sospensione dell' incredulità a parte, terreno su cui Spielberg è stato sempre in grado di accompagnare i suoi spettatori, Goonies racconta l' avventura come rito di passaggio, un percorso alla scoperta dei primi amori adolescenziali, i primi (fortuiti) baci, ma soprattutto una presa di coscienza delle proprie responsabilità quali parti integranti di una comunità. Il tutto con una freschezza ed una semplicità che sono diventate simbolo di un modo di fare cinema per ragazzi negli anni '80 e che si è andato lentamente perdendo o che forse, semplicemente, si è evoluto di pari passo con le nuove generazioni.
Forse più si cresce e più si è sensibili alla nostalgia. Deve essere per questo che, scorrendo i titoli presenti nella mia videoteca, il mio sguardo si ferma sempre su quelli con i quali, non posso negarlo, ho dei legami particolari che nulla o quasi hanno a che vedere con il valore artistisco o l' importanza dei nomi coinvolti. Gonnies di Richard Donner, ad esempio, ha per me un posto unico e speciale indipendente da quello dettato dall' ordine alfabetico. Basta buttare un occhio sulla copertina ed è come guardare una vecchia foto che ritrae amici che non vedi da una vita ma con i quali condividi parecchi ricordi. A film come I Goonies devo certamente, sia il timido ma importante avvicinamento al cinema, che i primi embrionali esempi di "forum" che nascevano all' entrata di scuola o durante la ricreazione, dove le discussioni ruotavano su questa o quella scena, sulle frasi quotate a memoria, sui personaggi preferiti con i quali ci si immedesimava. Ed è proprio l' immedesimazione la carta vincente giocata da Donner e da Steven Spielberg che, ben consci del target di pubblico al quale volevano rivolgersi, mettono insieme un film d' avventura con protagonisti un gruppo di ragazzini comuni che si trovano coinvolti in rocambolesca caccia al tesoro, una discesa (letterale e figurata) nel fantastico che si cela immediatamente sotto i loro piedi, tra "tracobetti", navi pirata e banditi quasi comici e caricaturali (ma, attenzione, i veri cattivi nel film sono ben altri). Sospensione dell' incredulità a parte, terreno su cui Spielberg è stato sempre in grado di accompagnare i suoi spettatori, Goonies racconta l' avventura come rito di passaggio, un percorso alla scoperta dei primi amori adolescenziali, i primi (fortuiti) baci, ma soprattutto una presa di coscienza delle proprie responsabilità quali parti integranti di una comunità. Il tutto con una freschezza ed una semplicità che sono diventate simbolo di un modo di fare cinema per ragazzi negli anni '80 e che si è andato lentamente perdendo o che forse, semplicemente, si è evoluto di pari passo con le nuove generazioni.
Tuesday, March 27, 2012
JOHN CARTER e vengo da lontano
Alieno nel suo stesso mondo, autoriconosciutosi marziano per scelta di cuore e di coscienza, John Carter ha anche lui la sua trasposizione cinematografica dalle pagine dei romanzi di Edgar Rice Burroughs dopo una genesi particolarmente travagliata, durata anni, e che ha trovato nella Disney e nel regista Andrew Stanton i mezzi finanziari e materiali per arrivare a compimento. Ma nonostante gli sforzi e i budget milionari, John Carter è stato curiosamente condannato ancora prima di approdare nelle sale e di tutta risposta il pubblico ne ha decretato il quasi flop. Cosa alquanto incomprensibile se si considera che di pseudo colossal fantascientifici se ne sono visti di peggiori e che da un punto di vista puramente cinefilo, il film suscita più di un motivo di curiosità, non ultimo quello di vedere uno dei più grandi registi Pixar (suoi Alla Ricerca di Nemo e Wall-E) alle prese con il suo primo film live-action. Prova superata, a parere di chi vi scrive, non solo perchè Stanton si dimostra capace di gestire importanti scene d' azione, ma ambiziosamente alza il tiro raccontandoci il suo John Carter in una sequenza che da sola vale la visione del film, un montaggio alternato tra una furiosa scena di lotta ed un dolorosissimo episodio nel passato del protagonista. Al di la delle buone intenzioni però, quello di Stanton è un film profondamente "disneyiano", certamente ascrivibile tra quei titoli (si possono citare I pirati dei Caraibi o anche Alice in Wonrderland di Burton) nei quali la casa di Topolino e Co. cerca di inserire contenuti tematici e visivi estranei al suo DNA (ma si è mai visto il protagonista di un film Disney totalmente ricoperto di sangue, per quanto blu possa essere?), ma legato a certi stereotipi che possono apparire datati, quando in fondo sono soltanto classici. Quel che frena davvero il film è una sceneggiatura che tarda fin troppo a carburare per poi, una volta entrata nel vivo, risolversi con troppa superficialità. Ha comunque il grosso pregio, è giusto sottolinearlo, di immergerci in atmosfere che strizzano l' occhio al classico cinema western americano e che contribuiscono a fare di John Carter, insieme agli elementi citati in precedenza, un film "vecchia scuola" dal look giustamente modernissimo.
Recensione già pubblicata su CINE20.
Recensione già pubblicata su CINE20.
Sunday, March 25, 2012
Lyric of the Week + Video / DIANA ROSS - WHEN WE GROW UP
**Dalla colonna sonora di Young Adult**
When we grow up, will I be pretty?
Will you be big and strong?
Will I wear dresses that show off my knees?
Will you wear trousers twice as long?
Well, I don't care if I'm pretty at all.
And I don't care if you never get tall.
I like what I look like, and you're nice small.
We don't have to change at all.
Hey!
When we grow up, will I be a lady?
Will you be an engineer?
Will I have to wear things like perfume and gloves?
I can still pull the whistle while you steer.
Well, I don't care if I'm pretty at all.
And I don't care if you never get tall.
I like what I look like, and you're nice small.
We don't have to change at all.
When I grow up, I'm gonna be happy and do what I like to do,
Like making noise and making faces and making friends like you.
And when we grow up, do you think we'll see
That I'm still like you and you're still like me?
I might be pretty; you might grow tall.
But we don't have to change at all.
I don't want to change, see, 'cause I still want to be your friend,
Forever and ever and ever and ever and ever.
Friday, March 23, 2012
CINE20 - 49^ PUNTATA
Il John Carter di Andrew Stanton vale un viaggio fino a Marte? Ed il reboot di Ghost Rider ad opera di Neveldine & Taylor (Crank) ci convincerà a dare fiducia ad un personaggio già abbondantemente stuprato al cinema? Se neanche le avventure di Edgar Allan Poe in The Raven vi convincono ad andare al cinema, potreste sempre recarvi nel vostro negozio di fiducia e fare un pensierino su This Must Be The Place o The Beast Stalker. On line qui, amici miei.
Thursday, March 22, 2012
CINEQUIZ - ST.03 - EP.23 "Things you must be sure of"
Siamo al secondo frame:
Soluzione: THE WEATHER MAN
Vincitore: PickPocket
Classifica:
Jived - pt. 17
Tob - pt. 7
frenzmag - pt. 4
Beld - pt. 3
Chimy - pt. 3
Falketta - pt. 3
Killo - pt. 3
Nick - pt. 3
Para - pt. 3
Hawke - pt. 2
PickPocket - pt. 2
Terzo frame, per la cronaca:
Wednesday, March 21, 2012
Uomini. Eroi. Guerrieri.
Quello di Gavin O' Connor è un film di uomini che si improvvisano eroi. Non sono santi ma nel loro piccolo cercano di fare quel che è giusto, vogliono pagare per i loro peccati rimettendo ordine nelle loro esistenze. Ma questi uomini sono diventati gioco forza anche guerrieri perché, se la vita ti prende a pugni in faccia, il minimo che puoi fare e rispondere picchiando ancora più forte. Quello di O' Connor è un film dove il riscatto personale è solo una minima parte di ciò che si cerca fuori e dentro al ring: quello per cui si combatte ha radici profonde, aggrappate ad un passato doloroso che ha lasciato ferite che non si rimargino con il tempo, le si può solo coprire con altre ferite, zigomi sanguinanti, articolazioni slogate, occhi socchiusi dai lividi. Quello di O' Connor è un film con un gran senso della misura, anche se il percorso narrativo che porta i due fratelli a ritrovarsi può sembrare forzato, anche se ci si concede qualche sbavatura sopratutto nell' utilizzo un po' furbo della colonna sonora. Ma è poca cosa davvero in confronto alla solidità con la quale si racconta una storia come quella della famiglia Conlon, distrutta da un padre violento ed alcolizzato. Sono necessarie davvero poche parole per capire cosa ha formato i due fratelli e cosa ha reso un padre odiato ed abbandonato, lasciato solo con Dio a fare i conti con il rimorso. Il resto lo fanno i corpi, i volti. E quando puoi contare su attori come Tom Hardy ed un ritrovato Nick Nolte, ti serve davvero poco altro.
Recensione già pubblicata su CINE20.
Recensione già pubblicata su CINE20.
Tuesday, March 20, 2012
GROWN UPS FUCKED UP
"Giovane adulta", come il target al quale è rivolta la fallimentare serie di romanzi della quale è ghostwriter, trentasettenne, divorziata, forse alcolizzata, decide di dare una svolta alla sua vita tornando nella città natale per riconquistare la sua vecchia fiamma ai tempi del liceo divenuto ormai marito e padre di famiglia. Giunto al suo quarto lungometraggio, non si può più parlare di conferma per Jason Reitman ma è più corretto definirlo una certezza, soprattutto se si pensa a come ha saputo scegliere i progetti nei quali impegnarsi e al modo in cui è riuscito, in ognuno di essi, a tracciare i lineamenti di un' America e della sua società sempre molto contraddittoria. In Young Adult, affiancato alla sceneggiatura da Diablo Cody (per la seconda volta dopo Juno), Reitman ribalta il mito della piccola cittadina di provincia come buco nero di sogni e aspirazioni facendola diventare il teatro di una disperata ricerca della felicità per la protagonista Mavis Gary (una strepitosa Charlize Theron) , decisa non soltanto a riacciuffare un passato dal quale non riesce a separarsi, ma a riesumarlo insieme ad un' ampia gamma di sentimenti e ricordi più o meno dolorosi. Quello di Mavis è un personaggio all' apparenza determinato, risoluto ma che si rivela invece quanto mai fragile, disturbato, autodistruttivo, alla disperata ricerca di aiuto (esemplare l' improvvisa e quasi distratta confessione fatta ai genitori sui suoi probabili problemi di alcolismo). E alla fine quella preziosa felicità tanto agognata la si può trovare anche nell' egoistica convinzione di essere migliore degli altri anche se nel profondo ci si sente come una musicassetta analogica nell' era digitale.
Recensione già pubblicata su CINE20.
Recensione già pubblicata su CINE20.
Monday, March 19, 2012
Sunday, March 18, 2012
Lyric of the Week + Video / GRAHAM COXON - WHAT IT' LL TAKE
What'll it take to make you people dance?
What'll it take to make you people dance?
What'll it take to make you people dance?
What'll it take to make you people dance?
What'll it take to make you people dance?
What'll it take to make you people dance?
What'll it take to make you people dance?
What'll it take to make you people dance?
I don't know, I don't know, I don't really know what's wrong with me
I don't know, I don't know, I don't really know what's wrong with me
What'll it take to make you people dance?
What'll it take to make you people dance?
What'll it take to make you people dance?
What'll it take to make you people dance?
I don't know, I don't know, I don't really know what's wrong with me
I don't know, I don't know, I don't really know what's wrong with me
I don't know, I don't know, I don't really know what's wrong with me
What's wrong with me, what's wrong with me
What's wrong with me, what's wrong with me
What's wrong with me, what's wrong with me
What's wrong with me, what's wrong with me, oh
What'll it take to make you people dance?
What'll it take to make you people dance?
What'll it take to make you people dance?
What'll it take to make you people dance?
I don't know, I don't know, I don't really know what's wrong with me
I don't know, I don't know, I don't really know what's wrong with me
I don't know, I don't know, I don't really know what's wrong with me
I don't know, I don't know, I don't really know what's wrong with me
What's wrong with me, what's wrong with me
What's wrong with me, what's wrong with me
What's wrong with me, what's wrong with me
What's wrong with me, what's wrong with me
What's wrong with me, what's wrong with me
What's wrong with me, what's wrong with me
What's wrong with me, what's wrong with me
What's wrong with me, what's wrong with me
What's wrong with me, what's wrong with me
What's wrong with me, what's wrong with me
What's wrong with me, what's wrong with me
What's wrong with me, what's wrong with me
What's wrong with me, what's wrong with me
What's wrong with me, what's wrong with me
What's wrong with me, what's wrong with me
What's wrong with me, what's wrong with me
What's wrong with me, what's wrong with me
What's wrong with me, what's wrong with me
What's wrong with me, what, what, what, what's
Friday, March 16, 2012
CINE20 - 48^ PUNTATA
Viene un po' di tristezza se si pensa alle uscite in sala di questa settimana per cui vi tiriamo un po' su con le rece di Young Adult, Accident e Warrior, questi ultimi due recuperati grazie alle recenti uscite in home video. A tal proposito si segnala, oltre a Worrior, anche Real Steel. On line qui.
Thursday, March 15, 2012
CINEQUIZ - ST.03 - EP.22 "Creepy shadow"
Secondo frame:
Terzo frame:
Soluzione: ONCE UPON A TIME IN CHINA
Vincitore: Chimy
Classifica:
Jived - pt. 17
Tob - pt. 7
frenzmag - pt. 4
Beld - pt. 3
Chimy - pt. 3
Falketta - pt. 3
Killo - pt. 3
Nick - pt. 3
Para - pt. 3
Hawke - pt. 2
Wednesday, March 14, 2012
"Sometimes you have to do something unforgivable just to be able to go on living."
Anche ad una visione poco attenta e superficiale, non è difficile identificare quegli elementi che "frenano" A Dangerous Method di David Croneneberg, in primis la sua origine teatrale che arriva direttamente dal testo "A Talking Cure" di Christopher Hampton, autore anche dell' adattamento per lo schermo. Se da un lato si può notare una maniacale cura nella ricostruzione storica o nella ricerca del minimo dettaglio ambientale o scenografico, dall' altro abbiamo un Cronemberg quasi imprigionato nella forma, che non va molto oltre la rappresentazione verbale (e verbosa) del rapporto tra i due massimi padri della psicanalisi (o psicoanalisi), Jung e Freud, concedendosi qualche libertà extra testuale in solo in precisi momenti, circoscritti ma comunque notevoli. In secondo luogo poi, c'è il discorso recitazione. Per interpretare Jung e Freud, il regista canadese si affida rispettivamente ad un perfetto Michael Fassbender e ad un contenuto Viggo Mortensen ma per il ruolo di Sabina Spielrein compie forse la scelta più rischiosa con Kiera Knightley che, lasciata a briglia sciolta, si abbandona ad un' interpretazione (specie nei primi venti minuti) quantomeno forzata e fastidiosa, forse volutamente sgradevole ma sulla quale di sarebbe potuto mettere più di un paletto. Messi questi necessari puntini sulle "i", non si può negare l' importanza di questo film nell' ottica della cinematografia di Cronenberg nel suo complesso, in quanto le riflessioni al suo interno rappresentano chiave di lettura totale delle sue ossessioni, ben esplicitate fin dai primi lavori. A Dangerous Method risulta quindi essere un film potente, profondo da un punto di vista teorico, impreziosito da una messa in scena precisa, calcolata, che accentua comunque una sensazione di "freddezza" dalla quale non riesce a smuoversi, forse proprio per un mancato ed incisivo intervento personale dello stesso Cronenberg. Discutibile finché si vuole ma coerente.
Recensione già pubblicata su CINE20.
Recensione già pubblicata su CINE20.
Tuesday, March 13, 2012
Questioni di probabilità
E' tutta una questione di probabilità, come quelle che si trova davanti Adam, il protagonista di 50 e 50 di Jonathan Levine: sopravvivere alla rara forma di cancro che l' ha colpito o morire. Ed è ad un crudele gioco di probabilità che si sottopone il regista stesso nel tentare di affrontare un tema così delicato, coaudivato nell' impresa dallo sceneggiatore Will Reiser che, non si sa fino a che punto in maniera autobiografica, cerca di raccontare attraverso lo script del film la sua esperienza con la malattia, il come si affronta la vita da quel momento in avanti e il percorso di guarigione. Pur se con qualche sbavatura, forse fin troppo evidente e magari evitabile, l' operazione sembra nel complesso portata a casa con discreto successo: 50 e 50 è una commedia che parla della malattia senza particolari trappole o tranelli per il pubblico. Certo, non tutto fila esattamente liscio e le note stonate pesano specie quando si entra nella sfera della vita sentimentale del protagonista, dove si viene eccessivamente pilotati ad odiare un personaggio negativo ai limiti della macchietta. Ma si ride per fortuna, forse di più per il modo contenuto e quasi timido con il quale Adam affronta questa difficile fase della sua vita, che per gli eccessi del suo "best buddy" Kyle, interpretato da un Seth Rogen che, pur non discostandosi molto dai suoi precedenti personaggi, appare qui molto più maturo. Quello di Levine è un film che non evita però di affrontare l' argomento anche negli aspetti più difficili e dolorosi e se ci si commuove, ci si arriva per gradi, mentre seguiamo il protagonista nel suo percorso verso la realizzazione che la possibilità di non sopravvivere è qualcosa di davvero concreto e non una mera questione di percentuali.
Recensione già pubblicata su CINE20.
Recensione già pubblicata su CINE20.
Monday, March 12, 2012
La donna in nero = l' horror in lutto ?
Non facile la situazione di Daniel Radcliffe e non solo perchè è stato protagonista di una saga cinematografiche lunga otto film e durata quasi dieci anni, ma sopratutto perchè quando si pensa ad Harry Potter, è al suo volto che si fa riferimento essendo diventato la controparte "fisica" di un personaggio famosissimo della letteratura per ragazzi moderna. Che fare per scrollarsi di dosso questo ingombrante alter-ego prima che diventi una carogna putrescente in grado di pregiudicare la sua futura carriera? Cambiare aria, decisamente, ed ecco che le atmosfere fantasy lasciano il posto all' horror e, appesi i panni del maghetto, ci si mette quelli dell' avvocato Arthur Kipps, vedovo con figlio, che parte da Londra diretto verso un piccolo villaggio per sbrigare alcune pratiche su di una proprietà da mettere in vendita dopo la morte dei proprietari, trovandosi però contro l' ostilità dell' intera popolazione spaventata da tragici eventi legati proprio a quella proprietà stessa. Che quella del giovane attore inglese sia stata una scelta ponderata o dettata dalla necessità di dedicarsi al più presto a nuovi progetti, non ci è dato saperlo (ma possiamo ben immaginarlo) fatto sta che bastano pochi minuti di film per capire quanto sia sbagliata: il nostro, non solo da l' idea di essere totalmente spaesato (per la serie "ma cosa ci faccio qui?") ma di non essere proprio adatto a rivestire il ruolo di vedovo tormentato o tanto meno di padre. Sarebbe ingiusto però far carico solo sul protagonista delle responsabilità sulla mancata riuscita di un film non particolarmente brillante in senso generale. Il regista James Watkins, con all' attivo il più riuscito Eden Lake e le sceneggiature di My Little Eye e The Descent Part 2, si affida questa volta allo script di Jane Goldman che, con ovvi rimandi (a voler essere buoni le potremmo definire citazioni) al più recente cinema horror giapponese, mette insieme una ghost story piuttosto canonica che non prova minimamente ad uscire dai binari del genere adagiandosi su percorsi narrativi fin troppo risaputi, puntando tutto sullo spavento e sull' atmosfera. E qualcosa riesce pure a trasmettere, specie quando si tirano in ballo bambini morti tragicamente, ma credo che sia davvero troppo poco e, spiace dirlo, lo si vorrà dimenticare in fretta. Non certo per la paura, sia chiaro.
Recensione già pubblicata su CINE20.
Recensione già pubblicata su CINE20.
Sunday, March 11, 2012
Lyric of the Week + Video / THE KILLERS - ALL THESE THINGS THAT I'VE DONE
**Colonna sonora di questo corto qua**
When there's nowhere else to run
Is there room for one more son
One more son
If you can hold on
If you can hold on, hold on
I wanna stand up, I wanna let go
You know, you know - no you don't, you don't
I wanna shine on in the hearts of men
I want a meaning from the back of my broken hand
Another head aches, another heart breaks
I am so much older than I can take
And my affection, well it comes and goes
I need direction to perfection, no no no no
Help me out
Yeah, you know you got to help me out
Yeah, oh don't you put me on the back burner
You know you got to help me out, yeah
And when there's nowhere else to run
Is there room for one more son
These changes ain't changing me
The cold-hearted boy I used to be
Yeah, you know you got to help me out
Yeah, oh don't you put me on the back burner
You know you got to help me out
Yeah, You're gonna bring yourself down
Yeah, you're gonna bring yourself down
Yeah, you're gonna bring yourself down
I got soul, but I'm not a soldier
I got soul, but I'm not a soldier
I got soul, but I'm not a soldier
I got soul, but I'm not a soldier
I got soul, but I'm not a soldier
I got soul, but I'm not a soldier
I got soul, but I'm not a soldier
I got soul, but I'm not a soldier
I got soul, but I'm not a soldier
I got soul, but I'm not a soldier
Yeah, you know you got to help me out
Yeah, oh don't you put me on the back burner
You know you got to help me out
Yeah, you're gonna bring yourself down
Yeah, you're gonna bring yourself down
Yeah, oh don't you put me on the back burner
Yeah, you're gonna bring yourself down
Yeah, you're gonna bring yourself down
Over and in, last call for sin
While everyone's lost, the battle is won
With all these things that I've done
All these things that I've done
If you can hold on
If you can hold on
Friday, March 09, 2012
CINE20 - 47^ PUNTATA
Ah, CINE20 compie un anno. Ma come vola il tempo!
E noi non abbiamo neanche tempo di festeggiare perchè questa settimana vi proponiamo le rece di The Woman In Black, 50 e 50 e, in occasione dell' uscita home video, anche A Dangerous Method. In sala escono anche Young Adult di Jason Reitman, A Simple Life di Ann Hui e L' Arrivo di Wang dei Manetti Brothers. Altre cose da segnalare? Ah, si! Ancora home video con Arrietty e Super. Tutto questo online solo per voi, qui.
Thursday, March 08, 2012
CINEQUIZ - ST.03 - EP.21 "The day of the flying deer"
Soluzione: IL PROFETA
Vincitore: Killo
Classifica:
Jived - pt. 17
Tob - pt. 7
frenzmag - pt. 4
Beld - pt. 3
Falketta - pt. 3
Killo - pt. 3
Nick - pt. 3
Para - pt. 3
Chimy - pt. 2
Hawke - pt. 2
Secondo e terzo frame:
Wednesday, March 07, 2012
SHERLOCK - SEASON 01 -
TITOLO ORIGINALE: SHERLOCK
TITOLO ITALIANO: SHERLOCK
NUMERO EPISODI: 3
TITOLO ITALIANO: SHERLOCK
NUMERO EPISODI: 3
-TRAMA-
Sherlock Holmes, John Watson e le loro indagini ai giorni nostri.-COMMENTO-
Non tragga in errore la striminzita sinossi perchè l' eccessiva semplicità con la quale si è voluto riassumere il contenuto di questa mini serie britannica è anche il suo straordinario punto di forza. I personaggi letterari di Arthur Conan Doyle rivivono nel 21° secolo quanto mai fedeli alle loro controparti cartacee ma chiaramente ripensati in chiave moderna. Ed ecco che Sherlock espone le sue teorie e le sue infinite catalogazioni su di un sito web chiamato La Scienza della Deduzione e Watson raccoglie le loro indagini in un blog. Anche cellulari e smartphone hanno la loro fondamentale funzione e perfino la rete informativa di barboni e senza tetto comunica attraverso messaggi veloci e MMS. Approccio moderno che emerge anche dalla regia, dal montaggio, dalla fotografia, elementi che mettono in risalto l' impegno profuso nel mettere insieme una serie di alta qualità e niente di meno. Ottima la scelta di dare ampio respiro agli episodi, dei veri e propri lungometraggi autoconclusivi ma nei quali si muove nell' ombra la minaccia di Moriarty, storica nemesi di Sherlock. Sarebbe giusto spendere due parole per il cast, ottimo, ma soprattutto sui due interpreti principali, Benedict Cumberbatch e Martin Freeman (entrambi impegnatissimi in importanti progetti cinematografici), tra i quali c' è un' alchimia speciale, perfetta per rendere al meglio i due personaggi che interpretano. Finale di serie straordinario, tra le altre cose, che ci fa desiderare fortemente un' immersione nella seconda stagione.-DVD/BD-
Pessima idea quella di prendere i DVD o il Bluray uscito in Italia considerato che, alla giusta presenza della traccia audio originale, non corrispondono altrettanti sottotitoli. A quel punto meglio le edizioni inglesi molto più economiche. Le trovate qui e qui.
Tuesday, March 06, 2012
Uomini e cavalli in tempo di guerra
Sotto l' incombente spettro del primo conflitto mondiale, un legame fortissimo nasce tra un giovane puledro ed il figlio di un contadino, un' amicizia destinata però a non durare proprio a causa della guerra. Il cavallo, acquisito dall' esercito britannico, guidato unicamente dall' istinto e dal coraggio, toccherà il cuore di tutte le persone che incontrerà nel suo percorso. Se si guarda agli ultimi lavori di Spielberg come produttore o regista (ed in senso più largo possiamo arrivare fino al quarto Indiana Jones) si può notare un filo conduttore che porta alla necessità di riscoprire il cinema del passato e riproporlo oggi. Una tendenza non circoscritta al solo Spielberg, visto il giusto interesse suscitato dai film di Hazanavicius (The Artist) e Scorsese (Hugo Cabret), ma che trova nel regista americano un valido sostenitore. Rispetto però a film come Super 8 o Tin Tin, dove ci si guarda indietro con i piedi ben piantati nel presente, War Horse è un film decisamente classico dove Spielberg non rinuncia a tematiche a lui care preferendo approfondire i risvolti dell' amicizia tra uomo e cavallo piuttosto, il lato umano dietro i protagonisti da una parte all' altra della barricata del conflitto, mostrato in tutta la sua brutalità (anche se abilmente celata) in una sola sequenza. La gamma di sentimenti sui quali si vuole fare leva insomma, è a questo punto abbastanza scontata così come i risvolti di una storia narrativamente semplice, circolare e, se vogliamo, anche prevedibile. Dall' altra abbiamo dietro la macchina da presa un regista che non ha certo bisogno di presentazioni, accompagnato da storici collaboratori come Janusz Kaminski e John Williams, in grado di rendere importante ogni sequenza, non ultima l' aratura di un campo. Soppesati questi due aspetti, quel che ne risulta è un film bilanciato ma non più che sufficiente, fermo restando l' impossibilità di accusare Spielberg di alcuna mancanza in fatto di continuità negli intenti o che il suo operato risulti in qualche modo subdolo o poco onesto. Semplicemente questo è un film geneticamente "spielberghiano" con tutto il peso che questo comporta, nel bene e nel male.
Recensione già pubblicata su CINE20.
Sunday, March 04, 2012
Lyric of the Week + Video / COLAPESCE - RESTIAMO IN CASA
Restiamo in casa l’amore è anche fatto di niente
Prendo il telefono e infine compro i coltelli
Come rubini incastrati quassù al terzo piano
Ma quanta luce i tuoi occhi
Sento tremare i ginocchi
Esco in balcone e m’intasco un respiro profondo
Ancora spento intravedo le strade
Fischio di treno si coordina la caffettiera
La marmellata mi sembra
L’arma migliore di guerra
Arriveranno presto
Arriveranno presto
Si prenderanno anche il silenzio
Arriveranno presto
Arriveranno presto
Si prenderanno anche il silenzio
Ci nascondiamo dai fari quassù al terzo piano
Un astronauta, cammino per casa
Invado il divano l’amore è anche fatto di niente
Ma quanta luce i tuoi occhi
Sento bruciare dei fogli
Arriveranno presto
Arriveranno presto
Si prenderanno anche il silenzio
Arriveranno presto
Arriveranno presto
Si prenderanno anche il silenzio
Friday, March 02, 2012
CINE20 - 46^ PUNTATA
Di cavalli e mostri parliamo questa settimana con la rece dell' ultimo Spielberg e con l' uscita in DVD e Bluray del film di Gareth Edward, Monsters appunto. In sala una manciata di titoli italiani (tra i quali l' ultimo Verdone e Cesare deve Morire dee fratelli Taviani, trionfatore a Berlino) dei quali ci importa poco o nulla. Riponiamo le nostre speranze nei titoli internazionali. Se volete sapere quali venite a leggerci qui, come al solito.
Thursday, March 01, 2012
CINEQUIZ - ST.03 - EP.20 "I aim even better in darkness"
Difficile vero? Che mi dite di questo?
Soluzione: JACKIE BROWN
Vincitore: frenzmag
Classifica:
Jived - pt. 17
Tob - pt. 7
frenzmag - pt. 4
Beld - pt. 3
Falketta - pt. 3
Nick - pt. 3
Para - pt. 3
Chimy - pt. 2
Hawke - pt. 2
Terzo frame:
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