William Monahan è uno sceneggiatore che vanta nel suo curriculum collaborazioni importanti come lo script per "Le Crociate" di Ridley Scott, ma soprattutto per "The Departed" di Martin Scorsese. Come altri fortunati sceneggiatori prima di lui, anche Monahan decide di passare dietro la macchina da presa con una gangster story da lui stesso adattata da un romanzo di Ken Bruen. Diciamo subito che i risultati sono tutt' altro che brillanti: Monahan prende la storia dell' ex galeotto Mitchell, che esce di prigione nella speranza di poter iniziare una nuova vita lontano dagli ambienti criminali, e la porta sullo schermo come se seguisse punto per punto un manuale d' istruzione per i film di genere. Quella rappresentata è in fondo la più classica delle storie di redenzione impossibile adagiata su di un binario che, senza il minimo accenno di svolta o bivio, prosegue dritto e spedito nelle sue tappe programmate fino ad un finale che era li ad aspettare fin dai primi minuti del film. Ma non sarebbe neanche giusto giudicare London Boulevard unicamente in base ad una narrazione troppo "pilotata" visto che qualcosa di buono riesce ad emergere soprattutto grazie ai personaggi che ruotano intorno al protagonista, un microcosmo di criminali, sorelle problematiche, attrici recluse e poliziotti corrotti in una Londra poco turistica e molto periferica. L' atmosfera "brit" così caratteristica, è un' altra cosa che gioca a favore di Monahan, ma solo se guardate il film in lingua originale, con il doppiagio si perde in parte anche quella.
Recensione già pubblicata su CINE20.
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