CANNONBALL WEDLOCK
Regia di Maeda Koji
Un film giapponese che parla di una ragazza che si destreggia tra cinque fidanzati è qualcosa di particolare e per certi versi atipico, tanto da rendere l' esordio di Maeda Koji già sulla carta interessante. Rispetto alla stragrande maggioranza di titoli che provano a raccontare i rapporti tra uomini e donne in una società chiusa come quella nipponica, Cannonball Wedlock stupisce per come riesca ad essere politicamente scorretto nel parlare d' amore e rapporti sentimentali, ma anche alternativo nel mettere una donna in una posizione di assoluto potere al punto che può permettersi di scartare ad uno ad uno i suoi pretendenti fino a trovare quello giusto per lei. Trionfo dei sentimenti? Romantico lieto fine? Fortunatamente no. Nel divertente film di Maeda quel che trionfa è l'orgoglio e l'egoismo di cui per una vota sono gli uomini ad esserne vittime più o meno inconsapevoli.
AFTERSHOCK
Regia di Feng Xiaogang
Il grande cinema di Feng Xiaogang incontra una delle più grandi tragedie della storia recente cinese, il terremoto che nell' estate del 1976 costò la vita a 240.000 persone. Quello che scaturisce da questo incontro è un colossal, moderno nella rappresentazione del disastro e classico nel raccontare in chiave fortemente melodrammatica la storia lunga trentadue anni di una famiglia lacerata da questa immane tragedia, dai sensi di colpa e dal rancore. La spettacolarità agghiacciante della sequenza del terremoto insomma, fa da conrtappeso alla dimensione umana che il racconto assume quando di un' intera città non sono rimasti che macerie, polvere e sangue. Attraverso le vite della famiglia protagonista, Aftershock celebra e racconta un intero popolo, capace di rialzarsi, rimettersi insieme e diventare ancora più forte. Rispetto a The Assembly, Xiaongang non riesce ad evitare strizzatine d'occhio al regime ma lo spettro del film di propaganda non va troppo a demerito di una pellicola che rimane comunque maestoso e commovente.
THE UNJUST
Regia di Ryoo Seung-wan
Quasi un anti-action thriller. Ecco come appare l' ultimo film di Ryoon Seung-wan, un ritratto della giustizia segnato dal marcio e dalla corruzione che divora tutti, dal poliziotto fino all' ufficio del procuratore. Il film è certamente dinamico ma il dinamismo è dettato da una sceneggiatura di ferro capace di dare un ritmo continuo alla narrazione nonostante siano gli intrecci tra i personaggi a farla da padrone piuttosto che la mera azione. Questo comporta che il film si presenti ad un primo impatto densissimo di avvenimenti e nomi e richieda perciò una grande attenzione soprattutto se non si vuole rimanere tagliati fuori dalla girandola di ricatti, tradimenti e doppi giochi che si susseguono dall' inizio alla fine della pellicola. The Unjust è quindi un film che fa della scrittura il suo punto di forza (la sceneggiatura è opera di Park Hoon-jung) ma che Ryoo riesce a mettere in scena senza sbavature anche grazie alle notevoli prestazioni degli attori.
YAKUZA WEAPON
Regia di Yamaguchi Yudai e Sakaguchi Tak
La mente fa un salto indietro a Full Metal Yakuza di Miike quando si pensa alla storia di Shozo, trasformato da un' Agenzia governativa segreta in una macchina da combattimento con tanto di gaitling gun al posto del braccio e lancia razzi in un ginocchio. I risultati non sono così brillanti però ma Yakuza Weapon riesce comunque a portare a casa un risultato accettabile anche se al di sotto delle aspettative. Ci sono dei momenti dove la limitatezza dei mezzi appare evidente ingombrante, altri dove sembra che il film proceda con il freno a mano tirato, cosa gravissima in un film di questo tipo. Dall' altra parte però sono in film come questi che emerge una gran voglia di fare ed inventare da un punto di vista narrativo e visivo, magari spingendosi fino ad un ambizioso combattimento in piano sequenza (quello del protagonista contro gli incappucciati, awesome!).
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