Wednesday, February 25, 2009

"Siete sempre stati morti in realtà...per questo il virus non può uccidervi."

Le immagini uccidono, il suono porta alla salvezza. Eli, Eli, Lema Sabachthani? di Shinji Aoyama è un film che lavora sui sensi e fa lavorare i sensi spesso sovraccaricandoli di stimoli difficili da assimilare. Nel 2015 il mondo è vittima di una piaga terribile, un virus che colpisce il nervo ottico e porta le persone al suicidio. Denominato dai media come "Lemming syndrome", il virus sta decimando la popolazione mondiale. L'ultimo esponente dell' importante famiglia Miyagi vuole a tutti costi salvare la giovane nipote Hana affetta dalla Lemming Syndrome e unica erede del nonno. Accompagnato da un detective privato cercheranno due musicisti "noise" che secondo alcuni studi effettuati da eminenti scienziati, riescono a rallentare gli effetti del virus attraverso la loro musica. Si esce storditi dalla visione di Eli Eli Lema Sabachthani? eppure quello di Aoyama è un progetto ambizioso che affascina almeno tanto quanto lascia interdetti. Questa divergenza di giudizio, a mio avviso fortemente voluta dall' autore, rende il film accessibile in maniera molto limitata e solo nel caso si sia consapevoli della "violenza" sonora la quale si verrà sottoposti. Perché se nel contesto narrativo le immagini, per quanto belle esse siano, portano inevitabilmente alla morte, i suoni rappresentano invece un ancora di salvezza. Aoyama fa si che per lo spettatore l'effetto sia esattamente opposto: impossibile infatti non rimanere incantati dalle immagini del film, campi lunghi su paesaggi meravigliosi, una messa in scena minimalista che predilige lunghi silenzi e i personaggi quasi immobili nel quadro. Il suono irrompe assordante ( e qui si intende la musica "noise" suonata dai protagonisti campionando i più svariati rumori registrati), in maniera prolungata, quasi volesse insinuarsi nelle immagini e sovrapporsi a esse. Ed ecco colonne di altoparlanti stagliarsi sul verde di un prato mentre un sempre grande Tadanobu Asano si esibisce per una giovane ragazza bendata cercando di salvarla. Ma veramente basta la musica per salvare l' umanità dall' autodistruzione? Ed è qui che entra, con passo leggero, una critica alla società giapponese, Paese con un altissimo tasso di suicidi dove forse il virus è solo una scusa per nascondere malesseri più radicati per i quali non ci sono fantomatiche cure. Eppure, anche qui, niente di così incisivo da far sparire il dubbio che quell' insistenza nel proporre la musica noise (che, per carità, sono certo che avrà i suoi ammiratori) si riduca ad un compiaciuto espediente per mettere in bella mostra le esecuzioni live del musicista Masaya Nakahara e dello stesso Asano. Un dubbio che, purtroppo, non permette di essere tanto generosi nel giudicare il film.

7 comments:

Killo said...

Queste storie futuristiche mi piacciono sempre....

L' unica cosa è che bisogna stare attenti al finale che non vada a terminare come una cagata

Weltall said...

@killo: qui il pensiero che si tratti di cagatona ti attraversa la mente quasi subito. Però il film ha dei pregi che allontanano un giudizio così pesante ^__*

Giovanni Lembo said...

Sembra... bizzarro come solo gli orientali sanno essere! Me lo procuro!

nicolacassa said...

Bella la fotografia, ma la musica è inclassificabile! Dovrei vederlo una seconda volta, magari riesco a trovare qualcosa di più! Bellissima Aoi Miyazaki, l'adoro!!

Weltall said...

@Vagabond: "bizzarro" definisce questo film molto bene. Non mi sento certo di sconsigliarlo perchè ha degli spunti molto interessanti (e poi c'è Tadanobu Asano che è un grande ^__^)

@Nick: una seconda visione gliela si può concedere...ma credo che farò passare un po' di tempo ^__*

Anonymous said...

Eh sì che questo mi ispirava molto, complice il numero uno indiscusso Asano. :)
Lo guarderò comunque, ma dato che è tra i mille film che ho da vedere da mesi, lo relegherò ancora per un po' nella suddetta lista. :)
Però la questione immagine vs musica è una questione che mi interessa e che ritengo importante, al di là della riuscita del film. Vedremo, Weltall! :)
Saluti.
Para

Weltall said...

@Para: guarda, è uno di quei film per i quali potrei ribaltare il giudizio (in positivo) a d una seconda visione e proprio per il discorso suono/immagine che ho trovato parecchio interessante.
Aspetto un tuo giudizio ^__^

P.S.: Asano è un grande ^__*