Tuesday, February 17, 2009

Life isn't measured in minutes, but in moments

Tredici nomination agli Oscar possono gravare come un macigno su di un film. Possono creare delle aspettative nel pubblico e poi tradirle, soprattutto per un film come Il Curioso Caso Di Benjamin Button , con tutti i suoi pregi e i suoi difetti, fatto senza ombra di dubbio alcuna a misura d'Oscar, vuoi per quella sceneggiatura scritta da Eric Roth (già autore di Forrest Gump), vuoi per i suoi due grandi interpreti come Brad Pitt o Cate Blanchett (ma sarebbe giusto citare anche Tilda Swinton), vuoi anche per l'enorme lavoro fatto tra effetti speciali e trucco. Da estimatore di David Fincher non posso che ammettere quanto la sua presenza registica, nei film precedenti sicuramente più marcata, qui sia quasi "trasparente" ma sarebbe un errore considerarlo per questo un film inferiore. Questo suo ultimo lavoro richiede allo spettatore un particolare coinvolgimento per aggrapparsi alla storia di una vita così particolare che assume quasi subito i contorni di una favola. Eppure, nonostante la magia che circonda la "curiosa" esistenza di Benjamin Button, il contesto storico così reale nel quale è ambientata la storia, porta ad affrontare la visione con i piedi ben piantati per terra. New Orleans oggi. Una vecchia donna morente chiede alla figlia di leggerle un vecchio diario mentre i notiziari mettono in allerta per l'imminente uragano Katrina. Le pagine del diario contengono le memorie di un uomo chiamato Benjamin Button, la cui vita inizia alla fine delle Prima Guerra Mondiale. Benjamin Button è infatti figlio dell' America post Grande Guerra, figlio di quei padri che piangevano la morte dei figli caduti sui campi di battaglia, figlio di un noto artigiano orologiaio di New Orleans che costruì un imponente orologio per la stazione ferroviaria della città. Per volontà del suo costruttore le lancette dell'orologio procedevano all' indietro nella speranza di ingannare il tempo e riportare a casa tutti i soldati morti in guerra. Anche la vita di Benjamin procede come le lancette di quell' orologio, al contrario, nasce vecchio per ringiovanire con il passare degli anni, figlio purtroppo di un padre scriteriato, porprietario di una fabrica di bottoni (e da qui il cognome) che, non accettandone la diversità, lo abbandona. Grazie alle amorevoli cure di una giovane badante di colore, Benjamin sopravvive e da diverso si integra nel mondo, diventando testimone di quasi un secolo di storia attraverso il suo punto di vista unico, fortunato e allo stesso tempo maledetto nel vedere le persone intorno a lui invecchiare mentre il suo corpo acquista anno dopo anno nuovo vigore. Anche l'amore, quello vero, non può essere vissuto appieno ma assume i connotati di un fugace ma intenso incontro, nel punto e nel momento in cui due vite che procedono in direzioni diametralmente opposte si incrociano. Ne Il Curioso Caso di Benjamin Button la "fine", concetto ribadito spesso, assume un significato relativo e non è il capolinea di qualcosa ma un nuovo inizio: una madre muore per dare alla luce suo figlio. Un neonato dato per spacciato vivrà la vita più straordinaria di tutte. Il vecchio orologio ormai dismesso continuerà il suo lavoro a ritroso mentre infuria la devastazione dell' uragano. Tutto si rinnova in un modo o in un altro, un messaggio di speranza da non sottovalutare.

13 comments:

Pupottina said...

bella recensione!
la stavo aspettando....
ora la curiosità è salita alle stelle...

l'avrei visto anche se mi avessi detto che era il peggior film mai realizzato...
;-)

buona serata

Anonymous said...

Ho letto solo le prime righe, per non rovinarmi nulla.
Concordo sul fatto che e' un film nato per l'Oscar, sin dalla sua durata, perche' e' noto che al di sopra delle due ore e mezza la qualita' dei film aumenta ... ;D

Bravo a citare la Swinton, e credo sia la "prima volta" di Cate e Tilda insieme, due bellezze inglesi che secondo me si assomigliano in un certo qual modo, quanto meno per l'essere entrambe androgine.

Killo said...

Quindi...ti è piaciuto????

Io che ben sai l'ho visto mi è piaciuto....

anche se 13 oscar son troppi

sommobuta said...

Io non sapevo che lo sceneggiatore di "Benjamin Button" fosse lo stesso di Forrest Gump. L'ho appreso adesso leggendo la recensione.

Appena finito di vedere il film, ho pensato: "Per come stato impostato il film (trama, storielle generali, ecc) è la brutta versione di Forrest Gump.

Detto questo, il film è carino, ma secondo me non vale 13 nomination all'oscar. Soprattutto, non vale quella a Pitt come miglior attore protagonista...Dargli un Oscar solamente per fatto di essere stato truccato in maniera eccellente sarebbe veramente un regalo esagerato.

Detto ciò, il film è molto carino...Ma io non ho visto questo grande capolavoro di cui si sente parlare. :)

Weltall said...

@Pupottina: allora devi andare a vederlo per forza ^__*

@kusanagi: bene, mi fa piacere leggere il tuo commento perchè io la Swinton l'adoro ^___^
Aspetto un tuo giudizio sul film naturalmente, film che qualche statuetta la vincerà ma non per merito della sua durata ^__*

@killo: si si mi è piaciuto e di sicuro non vincerà tutte e tredici le statuette ^__^

@sommobuta: alcuni rimandi a Forrest Gump sono evidenti ma i lfilm cammina tranquillamente sulle sue gambe. Non è un capolavoro ma rimane comunque un ble film che si presta anche a diverse letture. Se mi mettessi ora a scrivere questo post, verrebbe completamente diverso ^__*

Spino said...

la pensiamo più o meno allo stesso modo, la capacità di collocare una favola come questa in un contesto storico così reale non è da sottovalutare; applausi per Cate Blanchett sempre impeccabile.

Weltall said...

@Spino: Cate Blanchett incredibile ma ho apprezzato molto anche la Swinton, secondo me attrice eccezionale ^__^

Anonymous said...

la Blanchett è pessima in questa film

Weltall said...

@anonymous: caro anonimo non mi trovi d'accordo su questo punto ^__^

nicolacassa said...

Moolto bello, anzi di più! Brad Pitt è un bravissimo attore, la blanchett è fantastica. La storia, originale, commovente come dev'esserlo la storia di una vita.

Weltall said...

@Nick: si cugino!!! Siamo completamente d'accordo ^__^

Deneil said...

mmm...così così...son d'accordo sui due grandi interpreti (per me la Blachett meritava l'oscar) e sul fatto che sia una storia splendida però...però!Vuol lanciare un messaggi come quello che tu hai giustamente sottolineato che secondo me non arriva..o almeno non arriva nel modo giusto..avrei preferito una storia pura e semplice..senza nessun insegnamento morale e magari diretta da qualcuno che fa Tim di nome, così secondo me sarebbe stato un film perfetto!

Weltall said...

@Deneil: sai che in molti hanno pensato che ci voleva la mano di Tim in questo film? Ed in effetti non l'avrei visto così male alla fine!!!