Monday, February 23, 2009

La leggenda di Ip Man secondo Wilson Yip

Nato a fine '800 e morto nei primi anni '70, Ip Man è stato uno dei più importanti esponenti del Wing Chun Kung Fu nonché maestro del grande Bruce Lee. Il film di Wilson Yip si propone essenzialmente come un film di arti marziali ma anche come un biopic del Gran Maestro focalizzato nel periodo che va dagli anni trenta alla fine della Seconda Guerra Mondiale. In quegli anni il Fushan era, non solo un florido centro economicamente sviluppato, ma anche il luogo d' incontro e crescita per le varie discipline di arti marziali. La Via dei Dojo era la piazza dove si potevano trovare le varie scuole, tutte tranne quella del Maestro Ip, contrario ad avere allievi, che viveva in una grande casa con la sua famiglia. Tutto cambia dopo l'invasione giapponese: il Paese cade in una profonda crisi economica che non può che coinvolgere anche Fushan e i suoi abitanti. Anche il Maestro Ip è costretto ad abbandonare la sua casa e a trovare un lavoro per sfamare la sua famiglia. Il momento del riscatto arriva quando un generale giapponese decide di mettere alla prova le arti marziali giapponesi contro quelle cinesi, sfida alla quale il Maestro Ip è costretto da tragici eventi ad accettare. Quella che Wilson Yip mette in scena non è solo una guerra tra due popoli per una supremazia puramente politica. La lotta più forte e più evidente è quella per la supremazia culturale: i giapponesi vogliono schiacciare i cinesi, vogliono annichilirli la dove sono più forti, in quelle arti marziali che hanno radici profonde nella loro storia, solo così la sottomissione sarà completa. Si può rimproverare a Yip una rappresentazione di parte della storia, che vede i giapponesi dipinti unicamente come brutti e cattivi invasori, mentre il popolo cinese unito, orgoglioso e pronto alla lotta. La cosa non stupisce se si pensa che la ferita tra i due popoli è aperta e difficilmente rimarginabile. Nonostante questo piccolo, e se vogliamo anche piuttosto ignorabile difetto, Ip Man è un gran film di arti marziali e il merito va sicuramente alle coreografie di Sammo Hung e alla grande abilità del veterano Donnie Yen nel ruolo del Maestro Ip. Ma delle belle coreografie e degli attori esperti a cosa servirebbero se non fossero supportati da una regia all' altezza? Wilson Yip sa come rispondere a questa domanda ma soprattuto sa come girare sequenze di combattimento che valorizzino l'apporto tecnico di Hung e Yen, ed infatti la macchina da presa non perde un solo movimento o un 'acrobazia (nelle quali si nota l'utilizzo evidente ma non invadente di cavi) durante i combattimenti. Se a questo aggiungiamo una bella ed elegante ricostruzione storica (soprattuto nella prima parte) e la presenza, seppur in un ruolo minore, del grandissimo Simon Yam, abbiamo un film che soddisfa sotto tutti i punti di vista.

6 comments:

Killo said...

Mai sentito nemmeno questo film...

Sono un po un asino sulla cultura cinematografica orientale..

Giovanni Lembo said...

Perfettamente d'accordo, un bel film di arti marziali con una storia interessante e una regia all'altezza (ma zio Wilson è una garanzia, anche se non gli perdono il film sulle mummie che è... brrrrr).

Anonymous said...

mmh, interessante.
c'è altro oltre agli oscar, evidentemente, ottimo :)
Simone

Weltall said...

@killo: c'è semrpe tempo per recuperare ^__^

@Vagabond: eh si, soprattutto dopo Ong Bak e THe Protector non si può non notare loscarto qualitativo tra un Pinkaew e un Yip. La consapevolezza registica del cineasta cinese è proprio su di un' altro pianeta ^__^

@Simone: c'è tantissimo altro per fortuna ^__*

nicolacassa said...

Bellissimo film di arti marziali, è incredibile constatare come il pianeta delle arti marziali asiatiche sia estremamente vasto e variegato.

Penso sia giusto ogni tanto ricordare che anche i Giapponesi hanno fatto cose brutte in passato.

Grazie cugino!

Weltall said...

@Nick: grandissimo film di arti marziali! Credo che il film sia politicamente di parte perchè così si fa contento il governo cinese ^__*