All' inizio di Kontroll di Nimrod Antal veniamo accolti da un' amico del regista, probabilmente impiegato nella società che gestisce il trasporto metropolitano di Budapest, che leggendo un cominicato ci tiene a precisare che il film che andremo da li a poco a vedere, non vuole in alcun modo rappresentare la realtà della metropolitana cittadina, ne in qualche modo eprimere giudizi sui controllori che ci lavorano, ma dare invece a tutto l'insieme un significato metaforico. Precisazione forse non necessaria, visto che la pellicola ci fa sprofondare (o discendere) in un mondo sotteraneo, un non-luogo dove, come in un simbolico Purgatorio le anime cercano la loro strada: l'ascensione verso la "luce" (la scala mobile che conduce in superfice) o il totale oblio (l' uomo incapucciato che spinge le persone sotto il treno). Kontroll inizia proprio con una discesa. Una ragazza, visivilmente ubriaca, arriva con la scale mobili in una stazione della metropolitana solo per finire pochi secondo dopo sutto la motrice del treno. Settimo caso di "suicidio" in pochi giorni, troppi perchè la società dei trasporti non prenda provvedimenti ed imponga alle diverse squadre di controllori una maggiore atenzione nei controlli alle stazioni. Tra queste squadre c'è anche quella di Bulcsù, uomo dal passato misterioso che passa 24 ore su 24 nella metro senza mai trovare il coraggio di tornare in superficie. Questa è la gente che popola il labirintico snodarsi di un' infinità di tunnel e le tante stazioni illuminate dai freddi neon: ci sono i passeggeri, la gente comune, i teppisti, i papponi, gli anziani, gli uomini d'affari. Dall' altra parte ci sono i controllori, alcuni in divisa come dei veri e propri squardoni, altri, come il gruppo di Bulcsù, un gruppo male assortito di personaggi bizzarri. Loro sono la legge li sotto e anche l'unico contatto umano in quella "società" aggressiva e indifferente che anima il sottosuolo. Nimrod Antal, passato da pubblicitario, ha talento bisogna ammetterlo. Kontroll è un film visivamente affascinante, con un ricercato uso del montaggio, della fotografia e una colonna sonora coinvolgente. Il regista Ungherese immerge il suo film in un atmosfera sospesa tra il sogno e la realtà con continui richiami simbolici, tanto da rendere quasi superfluo il cercare di sviluppare una sorta di sottotrama thriller al suo interno, che porta solo ad una generale confusione e ad un minutaggio che poteva essere anche inferiore. Forse Antal, a furia di seguire metafore su metafore ha imboccato il tunnel (giusto per rimanere in tema) sbagliato ed è un peccato perchè una maggiore sicurezza avrebbe reso Kontroll un vero gioiellino.
7 comments:
Sembra angosciante...MI PIACE!!! devo riuscire a trovarlo...
anche a me piace per lo stesso motivo....
rispondo: allora lunedì o martedì vedrò sul tuo blog la recensione del nuovo film di Pitt e Blankett! ok....
aspetto
ciaooooooooooooooo
L'ho visto ormai 2 anni fa e ne ho un buonissimo ricordo, l'atmosfera che lo avvolge è magica.
@killo: non dovresti avere problemi ^__^
@pupottina: allora ti aspetto nei commenti della recensione ^__*
@spino: anche a me ha lasciato belle sensazioni ma anche qualche dubbio. Comunque il mio è un giudizio sostanzialmente positivo ^__^
Un soggetto e un'ambientazione intrigantissimi!!
@Nick: assolutamente si ^__^
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