Wednesday, April 30, 2008

Far East Film Festival 10 - Day 2

A COLLEGE WOMAN'S CONFESSION
Regia di Shin Sang-ok (Retrospettiva)

Primo film della retrospettiva dedicata al regista sud coreano Shin Sang-ok, più precisamente alla sua produzione filmica di fine anni '50, prima che venisse imprigionato in Corea del Nord e costretto a produrre pellicole di propaganda. La storia vede una giovane ragazza, Choi So-young, che, rimasta sola dopo la morte della nonna e non potendo così provvedere a pagarsi l'università e l'affitto, decide di trovarsi un lavoro che le permetta perlomeno di concludere gli studi della facoltà di Legge. Le sue speranze si infrangono contro un mondo del lavoro prettamente maschile che cerca nelle donne attitudini tutt'altro che professionali. Una sua amica aspirante scrittrice, trovato un diario appartenente ad una donna che anni prima aveva avuto una relazione con un importante uomo politico, oggi deputato, le consiglia di spacciarsi per la figlia avuta da quella relazione che l'uomo non ha mai avuto modo di incontrare. Accolta con gioia in casa dell' uomo, So-young riuscirà a laurearsi e a diventare avvocato ma il suo inganno diventa un peso sempre più insostenibile per la sua coscienza. Splendido spaccato della Corea anni '50 visto attraverso gli occhi dei personaggi femminili, So-young prima e l'assassina che si troverà a difendere poi, le cui storie sono quasi speculari ma dai risvolti differenti. Un racconto intenso che trova il suo apice nell' arringa finale di So-young dove cercherà redenzione per la sua assistita e per se stessa.

THE HAPPY LIFE
Regia di Lee Joon-ik

Come fanno tre quarantenni ad affrontare la crisi di mezza età? Con la musica naturalmente! E' quello che capita ai protagonisti di questa divertente commedia coreana dove, a causa della morte di un loro caro amico, tre amici si trovano faccia a faccia con il passare inesorabile del tempo e con i rispettivi problemi personali (disoccupazione, divorzio ecc.). Decidono allora di rimettere in piedi la loro vecchia band insieme al giovane figlio del loro amico scomparso. The Happy Life è la dimostrazione che ci vuole veramente poco ad affrontare argomenti triti e ritriti, non dico con originalità, ma almeno con un piglio decisamente più ottimista e sincero. Utilizzare la musica come espediente narrativo potrebbe suonare (ah, che bel gioco di parole!) furbo, ma il risultato mi è sembrato onesto soprattutto perché il film non ha pretese di aspirare ad essere niente di più che una commedia classica con qualche risvolto dolce amaro.
3/5

TRIVIAL MATTERS
Regia di Pang Ho-cheung

Non conoscevo Pang Ho-cheung prima del Far East. Poi me lo vedo salire sul palco e mandare tranquillamente a "fanculo" coloro che non avessero gradito il suo personalissimo (e divertente, aggiungo io) Festival Trailer di quest'anno. E ho pensato "quest' uomo è un grande". Non conoscevo la produzione filmica di Pang Ho-cheung prima di Trivial Matters e non sapevo proprio che aspettarmi. Il film di Pang si compone di sette storie diverse, sostanzialmente slegate tra loro (se escludiamo alcuni piccoli dettagli) tenute insieme dal titolo "Trivial Matters", letteralmente "materie futili". C'è la coppia con problemi "di letto" causati dall'incapacità di comunicare. C'è il ragazzo che cerca di abbordare in discoteca raccontando il suo particolare modo di essere un cittadino modello. C'è il ragazzo che le prova tutte per portarsi a letto la fidanzata riluttante ad avere rapporti pre-matrimoniali con lui. C'è il ragazzo che con l'inganno da il nome ad un pianeta. C'è la storia di due adolescenti che vedranno i loro destini decisi da una scelta egoistica di una di loro. C'è un produttore cinematografico che sente nascere delicati sentimenti per una prostituta. E infine c'è la curiosa storia di un killer non ancora professionista. Sette storie molto diverse raccontate con stili registici diversi. Sette storie ironiche, grottesche, demenziali e a volte malinconiche. Forse il limite del film sta proprio in questa discontinuità che rende impossibile inquadrare Trivial Matters nel suo insieme ma presi singolarmente alcuni episodi sono veramente piacevoli. Direi una bugia se scrivessi che il film non mi è piaciuto.
3/5

MUAY THAY CHAIYA
Regia di Kongkiat Komesiri

Eccolo! E' arrivato! Il primo filmaccio visto al Far East! Tre amici, praticamente tre fratelli cresciuti insieme sin da piccoli in un piccolo villaggio sulle coste tailandesi, aspirano a diventare esperti lottatori di muay thay. Non tutti purtroppo ci riusciranno e solo uno diventerà professionista per ridare prestigio al nome del fratello, campione caduto in disgrazia. A causa di un incidente uno di loro rimarrà zoppo, un'altro invece diventerà un piccolo mafioso. Quello che poteva essere un bel film di pugni-calci-gomitate-ginocchiate (splendida tra l'altro la cornice soleggiata di una spiaggia tailandese in cui si svolge la prima parte del film) si trasforma lentamente in un aborto a metà strada tra combattimenti a mafia-movie. E fin qui potrebbe anche non esserci niente di male se non si avesse la certezza che qualcuno si sia perso diverse pagine di sceneggiatura prima di girare le scene, visti i giganteschi buchi che rendono difficile seguire l'evolversi delle vicende. Decisamente evitabile.
1/5

8 comments:

Anna Maria said...

La trama del primo film mi attira più delle altre, il secondo dovrebbe essere simpatico a giudicare da come ne parli e prima o poi li guardo (mi sa), per quanto riguarda l' ultimo, mi è dispiaciuto leggere che non ci sono calci" pugni e gomitate" chissà quanto ti sarai annoiato... ^^

nicolacassa said...

Non ho visto la retrospettiva, per me la mattina è sempre difficile.

The Happy life era divertente, e trattava con disinvoltura argomenti difficili. carino.

Trivial matters, uno dei film geniali di questo film, assieme al "fanculo" del regista. Indimenticabile la storia sei "soffocotti" e quella del cittadino modello. Struggente quella delle due ragazze, inutile quella del tipo che dà il nome ad un pianeta. Penso che Pang Ho-Cheung sarà un regista da tenere d'occhio!!

Quello thailandese, cagata!

Anonymous said...

Che inizio di retrospettiva, "A College Woman's Confession", davvero uno "splendido spaccato della Corea anni '50 visto attraverso gli occhi dei personaggi femminili".
Su Pang, come sai, non sono troppo d'accordo, ma qualche divergenza fa bene alla salute ^^

Anonymous said...

Buon primo maggio
simone

Anonymous said...

chi avrebbe mai sospettato che ci fossero così tanti film da vedere?
;-)

Weltall said...

@inenarrabile: in effetti calci e pugni ce ne erano (cruentissime quelle scene) ma venivano presto soffocati da tutto il resto ^__^.
Quanto al recupero...non ho ancora verificato il grado di reperibilità di questi titoli ma non dovrebbe essere molto alto purtroppo...

@Nick: "soffocotti"? forse intendevi dire "chinottini" ^__*?
Comunque siamo d'accordo su tutto anche sul "cagata" per il film thailandese __^

@chimy: eh si, qualche divergenza (rarissima nel nostro caso) non può fare che bene ^__^. Da quel che ho capito tu hai anche visto suoi lavori precedenti, giusto? Io penso che li recupererò per verificare di non essere caduto, con questo Trivial Matters, in qualche "trappola" ben piazzata.

@Simone: altrettanto anche a te ^__^

@heraclitus: già! E siamo solo al secondo giorno ^__*

Anonymous said...

No, è stato il primo anche per me.
Spero che i lavori precedenti mi convincano di più...

Weltall said...

@chimy: allora avremo modo di riparlarne più in la ^___*