LETHAL HOSTAGE
Regia di Cheng Er
Frammentato in quattro capitoli che oscillano tra presente e passato, il film di Cheng Er muove i suoi personaggi nelle regioni di confine tra Cina e Birmania dove il traffico di droga è particolarmente florido. Qui, durante uno scambio finito male, una bambina viene rapita da un trafficante mentre il padre, nel tentativo di riscattarla, viene arrestato e tenuto in prigione per dieci anni. In questo lasso di tempo il trafficante cresce la bambina e, una volta adulta, la sposa sperando di abbandonare insieme a lei la vita criminale. Lethal Hostage è un noir che racconta, oltre ad un sottobosco criminale che prolifera in regioni del mondo particolarmente difficili, anche una redenzione impossibile. Ma a tenere banco è soprattutto l' atipico triangolo che si crea tra i protagonisti, un padre che non può rinunciare all' amore di sua figlia, un criminale che si scopre capace di cambiare grazie a sentimenti che non credeva neanche di poter provare, una donna legata in maniera indissolubile a quello che un tempo era il suo carceriere. Cheng Er dirige un film dalle tinte forti riducendo al minimo i dialoghi e lasciando che siano i volti dei personaggi a raccontare una storia difficile ma apprezzabile su più livelli.
NEW WORLD
Regia di Park Hoon-jung
Portare sullo schermo una storia di gangster rappresenta sempre un rischio concreto soprattutto in un mercato congestionato come quello sud coreano. Ma per fortuna ci sono delle importanti eccezioni, rappresentate da quegli autori in grado di tirare fuori il meglio anche da soggetti non proprio nuovissimi. E' il caso di Park Hoon-jung, fervida penna dietro film come I Saw The Devil e The Unjust, che in questo caso scrive e dirige questo intenso dramma gangster, New World. Il titolo nasce dall'operazione di polizia messa in atto per scatenare gli uni contro gli altri i successori di un gruppo criminale a seguito della morte del loro boss. Lo scopo delle forze dell' ordine è quello di favorire, anche con l' aiuto di alcuni infiltrati tra cui il protagonista Ja-sung, un terzo e più controllabile candidato. New World non è certo un action (nonostante l' esaltante scena di combattimento all' arma bianca girato in un affollato garage ed in un ascensore) ma è talmente ben scritto da tenere lo spettatore attaccato allo schermo nel seguire questa feroce lotta per il potere dove si fa davvero difficile distinguere buoni e cattivi. Park Hoon-jung dice di essersi ispirato a film come Il Padrino, e si vede soprattutto nella resa dei conti finale, ma il suo New World sopravvive a questi pesanti paragoni e brilla con orgoglio di luce propria.
KEY OF LIFE
Regia di Uchida Kenji
Un giovane attore, Sakurada, squattrinato e senza prospettive, si reca ai bagni pubblici dopo aver tentato inutilmente il suicidio. Qui assiste all'incidente di un uomo, Kondo, che dopo aver sbattuto violentemente la testa perde la memoria. Il ragazzo approfitta della situazione per mettere in scena uno scambio d' identità ma la situazione si complica quando scopre che l' uomo è un assassino a pagamento. La chiave del titolo, che apre a Sakurada nuove prospettive e così a Kondo, incluso l' amore per una bella redattrice, tanto fisica che figurata, rappresenta le seconde possibilità che la vita ci pone davanti, la cui realizzazione non è garantita senza un minimo sforzo per sostenerle. Uchida Kenji mette tutto questo in chiave di commedia con tanto di inevitabili equivoci, situazioni paradossali ed omicidi. Il film risulta insomma piacevole e divertente anche se eccessivamente “diluito”. Qualcuno dovrebbe dire ai registi giapponesi che non è un obbligo far durare un film due ore.
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