Monday, October 15, 2012

"Oh, come on! I don't sound *that* much like Peter Griffin!"

Davvero Seth McFarlane ha bisogno di presentazioni? Davvero c'è ancora qualcuno che non consce il creatore di tre serie animate, tutt' oggi trasmesse dall' emittente americana Fox, la più vecchia delle quali, Family Guy (I Griffin qua da noi) è riuscita a fare quel che neanche South Park era riuscita a fare, e cioè spodestare i Simpson e far si che fossero i "gialli" a seguire le orme e non viceversa? Sembra impossibile. Eppure è proprio grazie al successo delle sue produzioni se McFarlane ha potuto esordire sul grande schermo con un film "live" action il cui "patrimonio genetico televisivo" si manifesta nel personaggio di Ted, un teddy bear parlante che da anche il titolo alla pellicola. Tutta ha inizio una fredda mattina di Natale in una cittadina nella provincia di Boston quando John, un bambino con difficoltà a fare amicizia, riceve come regalo un orsacchiotto di peluches al quale si affeziona profondamente fino a desiderare che quest' ultimo possa prendere vita e parlare con lui. Cosa che alla fine succede siglando con la magia un legame d' amicizia tra i due davvero profondo. Mettendo da parte tutte le risate (sincere e numerose) e la simpatia che possiamo provare per Seth McFarlane e per la sua nuova creatura (alla quale, come di consueto, presta pure la voce), Ted soffre di oggettivi problemi in ambito di sceneggiatura dove, ad un intelligente rivoluzione nel narrare la più classica delle favole, non corrisponde una scrittura all' altezza. Con questo non si vuole dire che sia mediocre ma fin troppo standardizzata e prevedibile, ad esempio, nello sviluppare i rapporti tra i personaggi in una progressione che va dall' idillio, alla rottura fino alla riappacificazione (e questo vale sia per John e Ted che per John e la fidanzata Lori). Ma si è disposti a chiudere anche tutti e due gli occhi se il resto è intriso dell' inconfondibile "McFarlane style", un umorismo politicamente scorett(issim)o che non risparmia nessuno, dagli ebrei all' 11 settembre, e un gusto per la citazione che sembra rivolgersi, anche con un certo piglio nostalgico, ai trentenni di oggi. Il tutto crea un alchimia sorprendente che non può che elevare il film di McFarlane ad una delle migliori commedie (con deriva demenziale) più riuscite degli ultimi anni, trovando in Ted, e nel contrasto tra il suo aspetto ed il suo comportamento, un personaggio pressoché perfetto che non si può fare a meno di amare.

Recensione già pubblicata su CINE20.

2 comments:

Pupottina said...

l'avevo scartato a priori come film, ma vedrò di recuperarlo

Weltall said...

@Pupottina: no, non si può scartare! Recuperalo ^^