TITOLO ORIGINALE: NEW GIRL TITOLO ITALIANO: NEW GIRL NUMERO EPISODI: 24
-TRAMA-
Dopo aver rotto con il fidanzato a causa del tradimento di lui, Jess è costretta a lasciare la casa dove viveva e a cercare una nuova sistemazione. E così che conoscerà Nick, Schmidt e Winston, i suoi nuovi coinquilini.
-COMMENTO-
E' la prima volta che in questa rubrica si parla di serial comici, o comunque improntati sulla commedia, nonostante sia il genere di alcuni show ai quali mi sento particolarmente legato ma soprattutto del quale c'è una maggiore offerta (e visibilità). Una parentesi quasi d' obbligo considerato che questo New Girl finisce per avere un grosso debito di riconoscenza proprio con uno di quei serial, Friends (che, per la cronaca, è invecchiato, ma assolutamente bene) punto di riferimento "televisivo" dalla seconda metà degli anni '90 fino alla prima mezza decade dei 2000. Il punto di partenza in fondo è pressapoco lo stesso anche se in questo caso ci si rivolge ai trentenni di oggi: un gruppo di amici che condividono lo stesso appartamento e di conseguenza vicissitudini quotidiane, sentimentali e lavorative. Protagonista della serie è Zooey Deschanel che, nonostante le critiche che le piovono addosso circa la sua mancanza di espressività (ah, la gelosia), si è dimostrata capace in svariati campi artistici e anche qui riesce a farci affezionare subito a questa maestra un po' sopra le righe che si relaziona con gli altri e con tutto quello che le succede, in maniera decisamente eccentrica. Nonostante si abbia, come accade ormai sempre più spesso, un nome piuttosto conosciuto a fare da riferimento, questo non ha certo tolto spazio ai comprimari che riescono, tutti ma proprio tutti, ad emergere e a ritagliarsi il giusto spazio nel cuore e nelle simpatie del crescente pubblico della serie. New Girl ha insomma tutto quel che serve ad una serie di "genere" e pertanto, dovesse mantenere questa freschezza, non ci dispiacerebbe vederla durare.
-DVD/BLURAY-
Il cofanetto R2 inglese esce a fine anno, se per caso non sapete che regalare a Natale.
Stendo i vestiti fuori dove c’è il sole Faccio i panini e andiamo al mare
Spiaggia semideserta solo l'odore Di una primavera che muore sotto i tuoi occhi
La nostra radio, Dj paradise Una canzone del passato invade il presente
Sono le venti ancora Facciamo l’amore Le nostre bocche sanno di sale Stanotte mi sento Un satellite satellite satellite bianco Satellite satellite satellite bianco
Consumo con le rime Il tuo pallore Stanotte il buio si può navigare
La luna è solo un satellite Satellite satellite bianco Satellite satellite satellite bianco Satellite satellite satellite bianco
Tempo di classifiche cari lettori, preparatevi! Sia il sottoscritto che il buon Tob vi proponiamo i nostri 10 film preferiti della stagione in due classifiche che si somigliano ma hanno anche delle importanti e sostanziali differenze. Le trovate online qui.
A Macao, due triadi rivali guidate da Mr. Key e Mr. Lung, si spartiscono il territorio e le attività criminali mantenendo così un collaudato equilibrio. Il ritorno di Mr. Hung però, un anziano e temutissimo boss, rischia di sconvolgere tutto, sopratutto quando inizia a circolare la voce che Key abbia messo una taglia sulla testa di Lung. Il gravoso compito di impedire che Lung venga ucciso, scatenando una guerra tra triadi, spetta a Sam, poliziotto corrotto al soldo di Key. Ma un altro misterioso giocatore si unisce alla partita, Tony, un killer i cui scopi sono tutt' altro che chiari. The Longest Nite di Patrick Yau è un noir lucidissimo, tanto essenziale nella forma quanto complesso nella scrittura, e nel quale la “notte”, a cui si riferisce anche il titolo inglese, fa da sfondo alla storia nera e violenta nella quale si muovono i protagonisti. Interpretati da Tony Leung a Lau Chin Wang, i due rivali “speculari” (emblematica in tal senso la resa dei conti finale tra i due) sono figure totalmente negative, quasi l' opposto di quelle (anti)eroiche di A Hero Never Dies, capolavoro di Johnnie To uscito nel medesimo anno. "Io e te siamo come una pallina che rimbalza. Dove dobbiamo andare e quando dobbiamo fermarci non sta a noi deciderlo." con questa affermazione Tony apre gli occhi ad un disorientato Sam sulla loro ineluttabile condizione di pedine, inconsapevoli e non, in un gioco più grande di loro, dove lo scopo ultimo e ribaltare e ridistribuire il potere del crimine organizzato di Macao. Quasi un’ eco distorta di quel fermento che viveva la colonia portoghese in quegli anni mentre si preparava a tornare ufficialmente territorio cinese. Pur affrontando tematiche care al cinema di Johnnie To, qui in veste di produttore insieme al fido Wai Ka-fai, il film ha un impronta molto personale che potrebbe ricondurre proprio al suo regista Patrick Yau. Ma come sarebbe accaduto in seguito per Expected the Unexpexted, furono proprio To e Kai-fai a ridimensionare notevolmente i meriti del giovane regista reclamando a gran voce la paternità dell’ opera. Ma a parte questa “crisi d’ identità”, The Longest Nite è e rimane, uno dei punti più alti raggiunti dalla Milkway Image.
TITOLO ORIGINALE: THE RIVER TITOLO ITALIANO: N.D. NUMERO EPISODI: 8
-TRAMA-
Documentarista, esploratore e protagonista assoluto del programma televisivo che da anni segue le sue avventura, Il Dott. Emmet Cole sparisce durante la sua ultima spedizione sul Rio delle Amazzoni. La produzione del programma, coinvolti moglie, figlio ed un piccolo equipaggio decide di partire alla sua ricerca e di riprendere ogni singolo momento del viaggio.
-COMMENTO-
Grazie al successo di Paranormal Activity, Oren Peli si è fatto un nome ed amici importanti. Primo fra tutti Steven Spielberg che, ultimamente attivissimo soprattutto sul versante televisivo, decide di produrre l' ultima creatura del giovane Oren, un serial girato in P.O.V (Point of View) che si ispira senza tanti sbandieramenti allo stra abusato espediente del found footage. Attraverso telecamere a spalla e telecamere fisse, assistiamo ad una missione di recupero che diventa spettacolo televisivo ma anche una immersione in territori sconosciuti e, prima ancora di ritrovare il Dott. Cole, l' equipaggio verrà a contatto con la magia e le presenze paranormali che abitano da secoli la foresta pluviale. Fondamentalmente non si crea nulla di nuovo o che non fosse minimamente prevedibile: Oren Peli fa in TV quello che tanta fortuna gli ha portato al cinema ed il risultato alla fine non è neanche tanto male partendo proprio dalle varie riprese, montate ad arte (ci sono anche i flashback inseriti attraverso vecchi filmati e b-roll) in maniera da risultare funzionali alla narrazione senza particolari intuizioni creative se escludiamo l' episodio dove sono proprio le telecamere a mostrarci tutto quello che i protagonisti, resi momentaneamente ciechi, non possono vedere. La narrazione, come spesso accade in quelle serie che non sanno bene dove andranno a parare, procede quasi a compartimenti stagni e se il filo conduttore è la ricerca, in ognuno degli otto episodi della stagione i protagonisti si trovano ad affrontare minacce ultraterrene sempre diverse, dal demone bramoso di sangue, al fantasma vendicativo in stile giapponese, fino agli zombi. Niente di particolarmente nuovo insomma e nulla che aiuti a scacciare il pensiero che si tratti di un' operazione più furba che ispirata. Anche i capoccia della ABC non sono rimasti particolarmente colpiti e The River non vedrà di sicuro una seconda stagione.
-DVD/BLURAY-
Non sono ancora previste edizioni home video europee.
TITOLO ORIGINALE: GAMES OF THRONES TITOLO ITALIANO: IL TRONO DI SPADE NUMERO EPISODI: 10
-TRAMA-
I draghi sono tornati in questo mondo mentre diversi eserciti si muovono verso King' s Landing per reclamare il trono dei Sette Regni e la testa del nuovo Re.
-COMMENTO-
Se siete tra quelli che non ritengono eccessive le scene di nudo e di sesso, o tra quelli che a cui poco importano le differenze tra i libri e la versione televisiva, allora converrete con me che con questa seconda stagione Games of Thrones non è soltanto il fiore all' occhiello del palinsesto HBO ma anche una delle serie più importanti del momento per qualità e sforzo/sfarzo produttivo. Adulta, coinvolgente, scritta in maniera esemplare e ricchissima di personaggi che continuano ad aumentare insieme alle casate coinvolte nei giochi di potere. Qualunque sia il vostro preferito (per chi vi scrive, Tyrion è il protagonista assoluto della seconda stagione) non si può negare che a ciascuno venga dato un certo spazio, ad alcuni un po' di più ad altri un po' di meno (almeno per ora), ed ognuno contribuisce a completare l' affresco generale partorito dalla mente e dalla penna di George R.R. Martin. Dopo i primi dieci episodi che son serviti a delineare la situazione politica del mondo di Games of Thrones per poi ribaltarla in maniera repentina, in questa seconda assistiamo allo schierarsi di tante forze, dall' estremo Nord fino ad oltre mare, e tutte puntano verso King's Landing dove il potere ha annebbiato i reggenti ed in pochi si rendono conto di quanto sarà difficile difendere la città. Tradimenti, doppi giochi, intrighi e un lato fantasy che si fa sempre più presente e, a giudicare dal finale di stagione, terrà sempre più banco dalla prossima stagione in avanti. E noi si aspetta con ansia, non c'è dubbio.
-DVD/BLURAY-
Prevista per settembre l' uscita della prima stagione in Italia ancora nulla si sa delle edizioni internazionali di questa seconda stagione.
Dopo aver scontato una breve pena per aver venduto della droga ad un poliziotto in divisa, Ned è costretto a tornare a casa, dalla madre prima e dalle sorelle poi, cercando sostegno ed aiuto per racimolare quanto basta per pagarsi l' affitto. Quella di Jesse Peretz è una commedia costruita interamente intorno al contrasto tra la figura dal fratello hippie un po' sempliciotto, e quello delle tre sorelle mature e realizzate. La natura così naive del protagonista, in fondo semplicemente onesto e disponibile con il prossimo, andrà ad intaccare l' apparente solidità, sopratutto sul versante sentimentale, dietro la quale le tre si sono barricate, cieche di fronte al fatto che è proprio il fratello "idiota" l' unico a vivere la propria vita senza alcun tipo di compromesso. Forte di un cast gradevolissimo, che conta tra le sue fila Paul Rudd nel ruolo di Ned ed Elizabeth Banks, Zooey Deshanel, Emily Mortimer nei ruoli delle sorelle, Peretz confeziona un film dalla comicità non invadente o sbandierata, basata quasi unicamente sugli equivoci che inevitabilmente mettono i personaggi l' uno contro l' altro. Un meccanismo narrativo anche piuttosto semplice, cristallino quasi quanto il protagonista, ed è forse proprio questo a rendere il film un po' limitato, chiuso tra dinamiche che si lasciano intuire senza alcuno sforzo. Gradevole ma scontato.
Sfumata già in fase di pre-produzione la possibilità di fare un quarto capitolo della saga cinematografica di Spider-Man firmata Sam Raimi, la Sony/Columbia ha pensato bene di non lasciare una delle principali icone fumettistiche americane chiuse in un polveroso cassetto proprio nel periodo in cui i super eroi Marvel (ma non solo) stanno vivendo il loro momento d' oro sul grande schermo. Imbastendo a tempo di record un' operazione reboot sul corpo ancora caldo della precedente trilogia, la regia viene affidata alle giovani mani di Marc Webb, apprezzato/odiato per la sua anti-commedia romantica 500 Days of Summer, scelta che mette subito in luce il primo grande difetto di questo The Amazing Spider-Man: mentre quelli di Raimi sono film dalla forte impronta autoriale, quello di Webb da più l' idea di un compitino ben ricopiato da quanto fatto dal suo più esperto collega, sopratutto se andiamo a vedere il lato action del film e le funamboliche acrobazie dell' Arrampicamuri. Webb insomma non inventa proprio nulla che non sia già stato fatto (meglio) in precedenza e anche le due brevi soggettive, la parte insomma che potremo definire originale, sono concettualmente molto, ma molto, simili a quelle usate per il videogioco Mirror's Edge uscito qualche anno fa. Andando ad esaminare invece la scrittura del film e la nuova genesi del personaggio, il discorso si fa leggermente diverso e Webb può temporaneamente tirare fuori la testa dalla ghigliottina. Una delle grosse critiche mosse a Raimi fin da subito, riguardava una certa mancanza di fedeltà con il personaggio del fumetto a causa di alcune, chiamiamole pure licenze, che avevano fatto storcere il naso ai puristi. Eppure il cuore del personaggio era li, ispirato alla sua incarnazione più classica con o senza lanciaragnatele. In The Amazing Spider-Man, oltre a rinarrare le origine dell' alter ego e costruire la narrazione intorno alla scomparsa dei suoi genitori, ci viene ritratto un Peter Parker, sempre geek, ma più moderno, dove per moderno si intende principalmente in linea con gli eroi dei più recenti teen movie. Inquadrato sotto quest' ottica il nuovo Spider-Man è a tutti gli effetti un onesto teen-movie, un po' distante dal cine-comics propriamente detto, che punta ad un target di riferimento più giovane ma che prova a far battere il cuore anche agli odierni post-adolescenti con la nascente storia d' amore tra Peter ed una Gwen Stacy che riacquista l' importanza che le spetta (e che le è stata negata nei film di Raimi) anche grazie alla meravigliosa Emma Stone che la interpreta. Che queste dovessero essere fin dalle prime intenzioni le basi su cui costruire questo nuovo progetto, è confermato sia dal tempo che il nostro Peter passa senza indossare la maschera ma anche dalla mancanza di una vera nemesi per Spidey che, senza togliere nulla al grande Rhys Ifans, non può certo essere Lizard. Sono proprio questi intenti, limpidi e trasparenti fin dal trailer, ad evitare a The Amazing Spider Man una sonora bocciatura ma non ad essere rimandato a settembre per vedere dove può arrivare questo nuovo progetto a largo respiro. Speriamo solo venga affidato ad un regista in grado di tirare fuori il meglio dal potenziale superoeroistico del personaggio.
I'm fed up You're feeding Hold up my ears are bleeding The weight of your words Will make me explode Just like your fat throat
I'm hiding You're hunting With my bad luck you'll find me Those all seeing eyes You took from the flies You made a monster ready to strike
You're an uninvited clown A foolish puppy with a too long tongue You stumble and fall you're the worst of them all You're in my space get out of my face You're an uninvited clown A foolish puppy with a too long tongue You stumble and fall you're the worst of them all You're in my space get out of my face
I'm tired You're trying To impress me by lying A mouth open wide Fake teeth falling out Another black out
I'm dizzy you're sobbing It went too far your gabbing The more that you try The less you succeed What you say makes no impact on me
You're an uninvited clown A foolish puppy with a too long tongue You stumble and fall you're the worst of them all You're in my space get out of my face You're an uninvited clown A foolish puppy with a too long tongue You stumble and fall you're the worst of them all You're in my space get out of my face
I look at you with my eyes closed I talk to you through my nose I meet you up so I can leave I only go where you won't be You're an uninvited clown A foolish puppy with a too long tongue You stumble and fall you're the worst of them all You're in my space get out of my face You're an uninvited clown A foolish puppy with a too long tongue You stumble and fall you're the worst of them all You're in my space get out of my face
I'm fed up You're feeding Hold up my ears are bleeding The weight of your words Will make me explode Just like your fat throat
You're an uninvited clown A foolish puppy with a too long tongue You stumble and fall you're the worst of them all You're in my space get out of my face You're an uninvited clown A foolish puppy with a too long tongue You stumble and fall you're the worst of them all You're in my space get out of my face
In una sola puntata riassumiamo tutto quel poco che uscirà in sala da oggi a fine luglio, ma anche il comparto home video conta due soli titoli degni di nota tra i quali La Talpa, uno dei migliori film dell' anno, tanto per dire. Abbiamo recensito anche la commediola Quell' Idiota di Nostro Fratello ma soprattutto il reboot di Spider-Man la cui predominante veste da teen-movie ha frenato un po' il nostro entusiasmo. Online qui, se vi va.
P.S.: non è che ora la rubrica va in pausa, tranquilli! Nelle prossime due settimane abbiamo intenzione di proporvi le nostre classifiche sui migliori film della stagione. Comincerà il buon Tob venerdì 20!
Antartide, 1982. Una spedizione di scienziati norvegesi rinviene nascosta sotto i ghiacci una nave aliena ed una creatura che probabilmente ha viaggiato al suo interno. Per esaminarla viene contattata una paleontologa americana ma quella che si pensava essere al scoperta del secolo si rivelerà un pericolo di natura globale. E' quasi un remake camuffato da prequel quello diretto da Matthijs van Heijningen Jr. che, nonostante ci provi, non riesce a mascherare quella presunzione tutta hollywoodiana nel voler rimettere mano tanto ai classici quanto ai cult. E la cosa risulta ancora più fastidiosa quando a diventare oggetto di questo modo di fare cinema vuoto e privo di nuove idee, sono film come La Cosa di John Carpenter che nonostante gli anni che portano sulle spalle dimostrano di saper invecchiare in maniera a dir poco superba. Esordio difficile quindi per Heijningen Jr. che al suo primo lungometraggio si trova a confrontarsi con un gigante scegliendo come approccio quello di non procedere con un taglio netto al passato ma anzi dare a gran parte del film un certo look retrò in linea con il film originale. Dal logo Universal fino al minimo dettaglio scenografico, tutto sembra votato a questo intento che viene sfortunatamente abbandonato quando l' azione si sposta nella nave aliena, ma soprattutto quando la creatura si manifesta per la prima volta: lo spettacolo artigianale del film di Carpenter, che ancora oggi lascia stupefatti per la qualità nella realizzazione dei disturbanti concept alieni, cede qui il posto ad una fredda computer grafica che non riesce a sembrare niente di più che una pallida imitazione. Ma in effetti è proprio tutto il film che cerca di imitare il suo predecessore cercando, ad esempio, di riproporne fedelmente lo sviluppo narrativo, di ricreare quel malsano senso di paranoia che serpeggia tra i protagonisti e quell' inquietante sensazione di essere braccati da un nemico senza volto, perno intorno al quale Carpenter ha costruito alcuni dei suoi film più famosi. Manca infine un protagonista solido come Kurt Russel di fronte al quale la giovane Mary Elizabeth Winstead (la Ramona Flowers di Scott Pilgrim Vs. The World) non può certo reggere il confronto. Degna di nota invece, la sequenza durante i titoli di coda collegamento diretto con la pellicola dell' 82, se non altro perchè permette di lasciarci alle spalle questo discutibile progetto invitandoci quasi a guardare ancora una volta il film originale.
Curtis LaForche, operaio e padre di famiglia, è tormentato da strani incubi su di una gigantesca tempesta. Senza parlare a nessuno delle sue "visioni" notturne, decide di ampliare il rifugio anti-uragani di casa sua ma il suo strano comportamento rischia di allontanarlo dalla famiglia e di crearsi nemici all' interno della comunità dove vive. Take Shelter, opera seconda di Jeff Nichols, è un film che sfiora tematiche care al cinema catastrofico con il tocco leggero del cinema indipendente lasciando la fine del mondo, l' apocalisse, all' interno della dimensione onirica del protagonista, un inquietante concentrato di visioni che lo lacerano con un semplice interrogativo, premonizione e follia? Tutto si gioca intorno a pochi elementi, nuvole nere, pioggia sporca, stormi di uccelli e persone improvvisamente violente che minacciano la sua famiglia, per le quali si ritagliano sequenza brevi ma efficaci, visivamente suggestive tanto da richiamare Lynch senza finire però nell' omaggio a tutti costi o nella semplice ricalcatura. Ma Take Shelter è soprattutto la storia di un padre che, nello scivolare lentamente nella paranoia assillato dallo spettro di una schizofrenia congenita, fa quel che il suo ruolo di marito e genitore richiede, mettere al sicuro la sua famiglia nonostante il suo evidente disagio mentale lo renda nemico ed emarginato agli occhi della comunità. Michael Shannon, nel ruolo principale, giganteggia e come al solito la sua bravura si esprime in pochi gesti perchè, il suo personaggio e i sentimenti che lo divorano, sono tutti nel suo volto e nell' espressione dei suoi occhi. Un valore aggiunto per un piccolo film sorprendente, lontanissimo da quel catastrofismo fracassone tanto cara alla Hollywood dei vari Emmerich e Bay, ma forse più assimilabile, per suggestioni visive e tematiche trattate, al Donnie Darko di Richard Kelly.
Un cocktail sulla spiaggia Un caminetto Made in China E' tutto quello che vorrei Per me
Competa Montezemolo Con tutti li occhi a mandorla Se vuole può anche trasferirsi Ad est
Abbiam moltiplicato Il pane ed i miracoli Le cinghie non si tirano Di più
Siam fermi ad un semaforo Per cominciare ballo Ma siamo al verde ho il conto in rosso E l'incubo del giallo
Competere competere competere per chi Competere per chi non se lo merita Competere competere competere con chi Non sa nemmeno cosa sia domenica Non sa nemmeno cosa sia...
L'America ha cambiato pelle E il vizio è sempre uguale Diffondere illusioni Di felicità
Ma l'ottica globale Mi fa sentire male Persino quando penetra Nei bar
Competere competere competere per chi Competere per chi non se lo merita Competere competere competere con chi Non sa nemmeno cosa sia domenica Non sa nemmeno cosa sia Domenica Domenica Domenica Domenica
Visto che la settimana scorsa siamo stati pigri, questa 62^ puntata di CINE20 si apre con due recensioni, una sorpresa (Take Shelter) ed una merda (La Cosa). In sala potete trovare, con un ritardo di due anni, il nuovo film di Peter Weir ma sopratutto il film più chiacchierato del momento, The Amazing Spider-Man. Nei negozi Enter The Void di Gaspar Noè, se vi sentite pronti ad affrontare l' esperienza. Tutto questo online qui.
TITOLO ORIGINALE: ALCATRAZ TITOLO ITALIANO: ALCATRAZ NUMERO EPISODIO: 13
-TRAMA-
Nel 1963 tutti i detenuti di Alcatraz furono trasferiti in altre carceri e la struttura nella baia di San Francisco chiusa. Ma non è andata veramente così. Detenuti e guardie sono misteriosamente scomparsi ricomparendo nel nostro presente come se il tempo per loro non fosse mai passato.
-COMMENTO-
Succede ormai quasi in automatico che, tutte le serie tv firmate da J.J. Abrams come produttore, debbano superare il "test di Lost", come se un qualsiasi paragone con uno dei serial più importanti degli ultimi dieci anni, sia quantomeno possibile se non proprio ingiusto. Fatto sta che le uniche a superarlo sono quelle che riescono a cambinare una storia ben scritta ed uno storytelling coinvolgente, nonchè un nucleo di personaggi (buoni e cattivi, s' intende) ai quali affezionarsi. Fringe, nonostante la mannaia della cancellazione incomba fin dalla terza stagione, ha trovato quest' equilibrio ma lo stesso non si può dire di Alcatraz. Tanto per cominciare i personaggi sono proprio deboli, nessuno che spicchi davvero, nessuno per i quali si trova la voglia di scoprire che storia hanno da raccontare. Forse si salva, con il suo fare nerd, solo il Dott Soto ma può pure essere che tutto dipenda dalla simpatia che si prova per George Garcia che lo interpreta. La storia, come tutte le serie basate sull' accumulo di misteri e stillicidio di rivelazioni, può anche coinvolgere ma la narrazione procede in maniera troppo schematica e ripetitiva per permettere un livello di interesse costante in tutti e tredici gli episodi, nessuno dei quali, ci spiace dirlo, spicca in maniera particolare. Purtroppo non potremo mai sapere se Alcatraz aveva tutte le carte in regola per crescere nella lunga distanza visto che la Fox ha deciso di cancellarla a stagione ormai finita, lasciandoci con un finale tronco e inconcludente. Ma forse è meglio così.
-DVD/BLURAY-
Nessuna notizia di eventuali edizioni casalinghe al momento.
TITOLO ORIGINALE: HOMELAND TITOLO ITALIANO: HOMELAND NUMERO EPISODI: 12
-TRAMA-
Dopo otto anni di prigionia ed essere stato dato per morto, il Marine Nicholas Brody viene trovato vivo in un bunker in Iraq e riportato a casa. Accolto come un eroe, solo l' agente della CIA Carrie Mathison, a seguito di una soffiata avuta anni prima da un suo informatore iracheno, sospetta che Brody possa essere diventato un agente di Al-Quaeda.
-COMMENTO-
La serie Homeland pare essere figlia di 24 o perlomeno una sua discendente in linea diretta. Non solo perchè due dei suoi creatori arrivano direttamente dal serial con Kiefer Sutherland, ma perchè al suo interno si ritrovano alcune delle stesse tematiche e atmosfere. 24 aveva certamente accelerato i tempi parlando di terrorismo e attentati con la ferita dell' 11/09 ancora sanguinante ma, a distanza di quasi undici anni, la lotta contro il terrore sembra essere ancora un argomento molto sentito. Abbandonate divisioni federali di fiction e super agenti pronti a tutto, Homeland si adagia su di una dimensione più umana, con protagonisti molto complessi e sfacettati ed una storia ricca di twinst e colpi di scena basata sul complotto, sul doppio gioco ma sopratutto sul sospetto: chi è il vero cattivo? Quanto della lotta al terrore è dettato da una paranoia figlia di una politica votata a cercare il nemico al di fuori dei propri confini? Insomma un thriller di spionaggio con venature politiche davvero ben scritto e che si avvale di un Damian Lewis, nel ruolo di Nicholas Brody, davvero ottimo. Non che ci fossero dubbi visto che, il fatto suo, ha dimostrato di saperlo già da Band of Brothers e la sfortunata serie poliziesca Life. Qualche dubbio suscita solo Claire Danes anche se il suo apparire così sciatta sullo schermo rende bene l' idea di una persona con disturbi bipolari come il suo personaggio. Una delle sorprese della stagione 2011/2012, non c'è alcun dubbio ma che aspettiamo al varco della seconda stagione per vedere cosa si potrà tirare fuori dal lungo periodo.
-DVD/BLURAY-
Sia in Italia che in Inghilterra non sono ancora presenti sul mercato edizioni home video.
Per chi non lo sapesse, Juan Carlos Fresnadillo è il regista di 28 Settimane Dopo, sequel del film di Danny Boyle. Se anche a voi è capitato di mettere in loop la concitata e mozzafiato sequenza iniziale con la splendida colonna sonora di John Murphy, allora capirete bene che un suo nuovo progetto era quanto meno atteso con vivo interesse. Dopo un silenzio durato quasi cinque anni, eccoci quindi a parlare di Intruders, film horror che se da una parte conferma le buone impressioni che ci aveva fatto precedentemente il regista spagnolo, dall' altra lascia un po' l' amaro in bocca sopratutto a chi di film di genere ne mastica abitualmente. I punti deboli, neanche ci fosse bisogno di specificarlo, risiedono in una sceneggiatura che segue in parallelo due vicende distanti eppure molto simili: in Spagna un bambino è perseguitato da una misteriosa e spettrale figura incappucciata. Lo stesso capita in Inghilterra ad una ragazzina appena dodicenne. Come facilmente prevedibile, le due storie finiranno per incrociarsi in un twist narrativo sfortunatamente fiacco, forse perchè poco celato e fin troppo suggerito. Se narrativamente siamo lontani dalla sufficienza, Intruders riesce comunque ad essere davvero inquietante, vuoi per l' approccio visivo scelto da Fresnadillo, che gioca con sagome, luci ed ombre, e vuoi anche per un continuo richiamare paure ataviche come quella del buio o infantili come quella dell' uomo nero nascosto nell' armadio o sotto al letto. Ci si spaventa insomma ma non a causa dei più classici e fastidiosi espedienti da cinema horror, e questo fa guadagnare certamente ad Intruders qualche punto anche se da Fresnadillo ci si aspettava ben altro.
In the morning on the train You sit and stare out at the rain Or bury yourself in your books Don't look at no strangers No, don't give them any looks
Why you ask yourself, why you're so afraid Why you hesitate when someone asks your name They'll come too close if you tell them the truth Who's to say they want something from you
But you're just a shell of Your former you That stranger in the mirror Oh, that's you Why'd you look so blue?
And the only man you ever loved You thought was gonna marry you Died in a car accident when he was only 22 Then you just decided, love wasn't for you And every year since then Has proved it to be true
Now you're just a shell of Your former you That stranger in the mirror Oh, that's you Why'd you look so blue?
Maybe tomorrow you will make a change Maybe someday soon you will find the strength
Now you're just a shell of Your former you That stranger in the mirror Oh, that's you Why'd you look so blue?