Wednesday, December 07, 2011

SHUT UP OR DIE

Nella piccola cittadina di Pontypool sembra una mattinata fredda e nevosa come tante, anche per lo speaker radiofonico Grant Mazzy. Ma da li a pochi minuti dall' inizio delle trasmissioni si trova tra le mani la notizia di scontri violenti scoppiati a pochi chilometri dall' emittente, riconducibili al diffondersi di un epidemia che si trasmette attraverso le parole. Nel corso degli anni, lo zombie movie è stato soggetto a numerose varianti ed interpretazioni, ma mai si era arrivati ad attribuire l' outbreak epidemico a delle singole parole infette che si insinuano nella mente delle persone creando un loop infinito che porta alla follia il contagiato. Un' idea assurda ma per nulla campata per aria. La sceneggiatura di Tony Burgess si rifà infatti allo studio della memetica, il modo in cui, dalle idee fino alle singole parole, vengono trasmesse da individuo ad individuo assimilandone in maniera inconscia anche il significato. Non appare perciò tanto ridicola l' idea di base del film se si considera la maniera "virale" con la quale si diffonde il linguaggio, e forse la tematica sarebbe stata di maggiore impatto se si fosse evitato uno spiegone che arriva poco dopo metà film, francamente di troppo. E' bene sottolineare che il film di Bruce McDonald è ben lontano dall' essere perfetto ma il regista riesce nell' impresa di utilizzare i pochi mezzi e i pochi spazi per generare un inquietudine sottile ma fastidiosa, di appellarsi alla violenza in maniera isolata ma improvvisa ed efficace, di suggerire con ironia che la caduta dell' impero culturale occidentale arriverà attraverso la lingua più diffusa (nel film è solo l' inglese ad essere infetto), attraverso le parole più comuni che si usano quotidianamente. Un film imperfetto, ripeto, ma ugualmente originale e stimolante.

No comments: