Tutto quello che ho in testa...e quello che purtroppo ogni tanto ne fuoriesce
Tuesday, December 20, 2011
Il Vuoto con il nulla (o quasi) intorno
E' un invito, già dal titolo, il film di Gaspar Noé. Un invito a lasciarsi andare nel vuoto, trasportati da un flusso di immagini, luci e colori in un viaggio al termine della vita tra presente e passato. Un passaggio che viviamo insieme ad Oscar attraverso una soggettiva forzata che è anche l' unico (o quasi) punto di vista che ci è concesso. Allucinato, allucinante, caleidoscopico, psicotropo, provocatorio, sperimentale. Sono tutti elementi che fanno parte di questa esperienza sensoriale che è Enter The Void e alla quale lo spettatore si deve concedere completamente perchè, in senso inverso, a lui poco o nulla viene concesso: Gaspar Noé prosegue sulla sua strada, spedito. Conduce il suo film con estrema sicurezza, non tanto nella direzione da seguire, quanto nella forma e nel linguaggio utilizzati che trasformano la visione, minuto dopo minuto, da stimolante ad eccessivamente estenuante. Ma il limite principale del film è la freddezza che si avverte nel complesso, una distanza che la muta soggettiva ininterrotta non fa che aumentare, rendendo davvero difficile partecipare emotivamente a quel che succede sotto lo sguardo impotente del trapassato protagonista. Solo i flashback risvegliano dal torpore emotivo e sono probabilmente i momenti migliori del film, forse perchè il punto di vista si sposta leggermente dietro il protagonista ed e come se ci trovassimo ad assistere ai suoi momenti più intimi e dolorosi sbirciando oltre la sua spalla. E' un peccato che questo non basti a mettere in equilibrio gli eccessi e le mancanze sulle quali Enter the Void è costruito, uno sperimentalismo spinto tanto al limite da risultare fine a se stesso. Ma mai come con film così, tutto dipende da quello che ognuno è capace di percepire una volta deciso di lasciarsi andare al Vuoto di Noé.
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