C'è un termine, che si usa sopratutto in ambito di anime e manga giapponesi, ed è "fan service" ad indicare la particolare attenzione riservata ad alcuni particolari, anche totalmente estranei al contenuto o alla storia, ma che strizzano l' occhio a questo o a quel determinato tipo di audience. Per il pubblico maschile ad esempio, si indugia in generose scollature o sulle forme femminili disegnate da succinti costumi o, ancora, frammenti di biancheria intima che compaiono sotto una gonna sollevata dal vento. Ora si prenda tutto questo e lo si applichi a Bitch Slap il film di Rick Jacobson: qui ci troviamo di fronte a del "fan service" a tutto tondo (ci si spinge anche un po' più in la a dir la verità, ma son tutte promesse che si risolvono in un nulla di fatto) senza la minima parvenza di qualsivoglia contenuto e tanto meno di una storia da seguire. Per la verità, la struttura a flashback sembra voler sottolineare che esiste una storyline e che pertanto c'è un valido motivo se tre ragazze massacrano un tizio in mezzo al deserto e poi iniziano a scavare alla ricerca di chissà cosa. Ma cosa? E soprattutto, ci importa davvero saperlo? Non credo. Anche perchè basta poco per capire che il film, da qualsiasi parte lo si voglia prendere, ha davvero poco da offrire, a partire da una regia che non si spinge oltre dei precisi splitscreen dedicati ai particolari anatomici delle protagoniste. Bitch Slap fa della pochezza la sua bandiera e ce la sventola con orgoglio davanti alla faccia al punto che, quando le tre protagoniste si bagnano tutte (letteralmente) neanche ti chiedi da dove saltino fuori tutti quei secchi pieni d'acqua. Fondamentalmente ce n'è abbastanza per renderlo un film da ignorare se non fosse che fa il possibile per rendersi irritante, avendo la presunzione di omaggiare un certo tipo di cinema (c'è Corman, Meyer, il grindhousediocenescapi e, ahinoi, anche Tarantino) rifacendosi a figure femminili cazzute (i titoli di testa sono li a sottolinearlo) di cui qui troviamo però una pallida parodia rivolta ad un pubblico prettamente maschile. Ma anche loro faranno fatica a capire per cosa hanno pagato il biglietto quando su internet c'è tanta roba gratis.
Recensione già pubblicata su CINE20.
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