Monday, February 28, 2011

Fantasmi, labirinti e 3D

Il momento d'oro per l' horror giapponese è probabilmente passato e solo una manciata di registi è riuscito ad imporsi, a suo tempo, con titoli davvero significativi: gente come Takashi Shimitzu (Ju-On), Hideo Nakata (Ringu e Dark Water), Kyoshi Kurosawa (Kairo) e anche Takashi Miike (The Call). E' proprio uno di loro a provare a rinverdire i fasti del genere rimanendo ancorato ai canovacci del genere (fantasmi in cerca di vendetta) sfruttando le più nuove tecnologie di ripresa 3D. Ispirandosi ad una famosissima attrazione del parco divertimenti Fuji-Q, Takashi Shimizu realizza The Shock Labyrinth: Extreme, storia di traumi rimossi che ha come protagonisti un gruppo di amici d' infanzia costretti, dopo l'improvviso apparire di una loro coetanea scomparsa dieci anni prima, a far riemergere dalla loro memoria dolorosi ricordi. Nonostante una struttura narrativa "labirintica" che costringe lo spettatore ad un immersione totale per venirne a capo, il film si dimostra un po' troppo debole in questo reparto ed il cast di giovani attori non aiuta di certo a creare il giusto feeling tra spettatori e personaggi considerata la bassissima qualità delle interpretazioni (che il doppiaggio ha probabilmente peggiorato). Meno spaventoso del suo capolavoro Ju-On (e seguito), meno inquietante e profondo di Marebito, cosa resta di questo The Shock Labyrinth: Extreme? Certamente l' esperienza registica di Shimizu che anche qui dimostra le sue capacità riuscendo a sfruttare in maniera convincente anche il 3D stereoscopico: se infatti il regista giapponese è da sempre maestro nello sfruttare le inquadrature per rendere le ambientazioni parte integrante nel meccanismo di paura e inquietudine dei suoi film, il 3D riesce ad infondere ad ogni immagine una sorprendente profondità (si, anche ad un corridoio buio). Forse è un po' poco per rosicchiare una sufficienza ma di certo quello di Shimizu è un esempio perfetto di quello che il 3D può offrire alla settima arte, un uso in funzione del film e non solo uno specchietto per le allodole da sbandierare in locandina.

4 comments:

nicce said...

ancora non ho visto un film in 3d al cinema, se questo sfrutta bene il mezzo allora potrebbe forse diventare il primo, chissà...

Weltall said...

@nicce: ummmm, non saprei proprio che consigliarti...qui c'è un ottimo esempio di uso del 3D ma per il resto il film è davvero deboluccio ^__^"

Pupottina said...

io il 3D non l'ho ancora provato ed iniziare con un horror forse non è il massimo ... resto ancorata alla visione tradizionale...

Weltall said...

@Pupottina: non credo che questo 3d potrà sradicare la visione tradizionale, però ci sono dei casi dove può dare quel qualcosa in più come in questo caso ^^