Tuesday, September 21, 2010

Allenare draghi fa bene alla Dreamworks

Dragon Trainer riabilita, almeno per chi scrive, l' immagine della Dreamworks Animation che dopo il successo di Shrek e Madagascar si è adagiata su un modo di fare film d'animazione sicuramente remunerativo da un punto di vista degli incassi, ma povero in quegli aspetti, storia e contenuti, particolarmente curati dai rivali della Pixar, per rimanere sul continente americano, o della Ghibli. Ed è bastato mettere da parte orchi e animali parlanti dalle espressioni fotocopiate, un umorismo tutt'altro che fine, spesso basato su di un citazionismo cinefilo diventato pian piano semplicemente fine a se stesso, per raggiungere un risultato davvero insperato. Nel film di Dean DeBlois e Chris Sanders si respirano atmosfere da leggende nordiche (ma anche quelle dei più classici giochi di ruolo da tavolo) tra pascoli e alte scogliere dove un villaggio vichingo combatte una lotta infinita contro i draghi che ciclicamente compiono razzie di bestiame. Un plot che si presenta fin da subito abbastanza chiaro e limpido ma che nasconde diverse sfumature che alzano il livello del film nel suo complesso: innanzi tutto, con lo scontro tra uomini e draghi si vuole parlare della guerra in senso generale, degli scontri che nascono tra culture diverse per paura o per l'incapacità (o la mancanza di volontà) di comprendere ciò che non si conosce. La maniere in cui la guerra porta il protagonista Hiccup e il drago Sdentato a perdere qualcosa di se e a colmare la mancanza diventando l'uno complementare all' altro, ma soprattutto l' impegno profuso dallo stesso ragazzo nel conoscere i secolari nemici piuttosto che combatterli, diventa subito a chiave di lettura di Dragon Trainer, un film che dimostra di avere un gran cuore (qualcosa che manca, spiace dirlo, nei film Dreamworks) che batte per portare un messaggio pacifista e di tolleranza piuttosto forte. Non bisogna tralasciare però l' aspetto tecnico perchè, se fanno tenerezza le animazioni “feline” della Furia Buia, si rimane sbalorditi e catturati dalle bellissime sequenze di volo e le battaglie, in particolar modo quella finale.

5 comments:

Vision said...

Carissimo Weltall... come ben saprai non aggiorno il mio blog Vision da un'eternità.... così ho deciso di aprire un nuovo blog su un'altra piattaforma.... e quindi di ricominciare....
Poiché questo è l'unico blog che più o meno seguo (XD) ci tenevo a informarti...
http://babilondream.wordpress.com/
...ti aspetto... ciauuu!!!!!

ah dimenticavo.... al prossimo cinequiz straccerò tutti ;)

Weltall said...

@Vision: ma certo! Ti ho già aggiunto su Google Reader ^__*
Ti aspetto al prossimo Cinequiz allora ^^

Vision said...

grazie tante amico :)

kusanagi said...

Una pellicola arrivata un po' in sordina che ho molto apprezzato, soprattutto per la scelta coraggiosa di far pagare un prezzo abbastanza alto al suo protagonista.

Un finale piu' realistico che favolistico in cui l'eroe paga in prima persona la sua scelta di andare controcorrente, e letteralmente "vive" con le conseguenze delle sue azioni e della sua (giusta) presa di posizione: scelta molto istruttiva per i piccoli che vedono il film, soprattutto per il messaggio forte di tolleranza e comprensione nei confronti della cosiddetta "anormalita'", sia che si tratti di diversita' etnica-culturale sia che si tratti di handicap fisico.

Weltall said...

@kusanagi: sono perfettamente d'accordo! La maniera in cui i due protagonisti escono fortificati e uniti dai segni (o ferite) lasciati dalle loro scelte, è un messaggio straordinario soprattutto perchè viene dal film Dreamworks che meno di tutti è stato spinto a livello pubblicitario...altro che Shrek, cazzarola ^__*