HEAR ME
Regia di Cheng Fen-Fen
Dopo il convincente gangster movie Monga, il secondo ed ultimo film taiwanaese inserito nel programma del FEFF è una commedia romantica che racconta la storia d'amore tra un giovane ragazzo delle consegne e una ragazza sordomuta. Il tutto farebbe pensare a “A Scene to the Sea” di Kitano ma il film della regista taiwanese Cheng Fen-Fen ha degli intenti ed un' approccio all materia molto più "easy". Che poi, a parte dire che lui è il classico romanticone generoso e pronto a tutto che poi rimane scottato, e lei è troppo presa dalle responsabilità per pensare di coronare qulasivoglia sogno d'amore, poco altro si può aggiungere sul film per evitare di rovinare il simpatico ma prevedibile equivoco su cui si basa tutta la vicenda. Il resto è abbastanza risaputo, il film si muove su percorsi sicuri e già abbondantemente battuti da altri film di questo genere che tra lacrime, risate e colonna sonora molto orecchiabile e furbetta, ha tutte le carte in regola per il classico successo commerciale. Dall' altra parte però, i lunghi dialoghi portati avanti unicamente con il linguaggio dei segni, appare una scelta coraggiosa, controcorrente ma assolutamente apprezzabile e coerente.
IDENTITY
Regia di Aria Kusumadewa
Escludendo le cinematografie asiatiche più importanti, quella indonesiana si sta dimostrando certamente una delle più coraggiose e sperimentali. Certo, sicuramente acerba ed imperfetta ma le potenzialità ci sono ed il film Identity, incentrato su di un uomo solitario che lavora nella morgue di un ospedale e che come hobby colleziona le targhette con i nomi dei cadaveri, ne è una dimostrazione. Pervaso di un umorismo quasi grottesco, il film di Aria Kusumadewa è soprattutto una critica politica e sociale, uno sguardo inquietante ai gradini più bassi della società, riassunto in un brillante e lungo pianosequenza in cui assistiamo agli orrori di cui sono testimoni e vittime i pazienti dell' ospedale dove il protagonista, Adam, lavora. La sua particolare collezione è quasi una missione per salvaguardare ciò che i più poveri o i più sfortunati rischiano di perdere dopo la morte, la propria identità: senza un nome non sono altro che carne da macello. In tutto questo, il voler proteggere a tutti i costi il corpo della bella e giovanissima prostituta da lui ribatezzata Eva, assume un significato ancora più profondo e toccante. Che si questa la vera sorpresa del FEFF?
BODYGUARDS AND ASSASSINS
Regia di Teddy Chen
Nei primi del '900 i sostenitori della dinastia Quing cercano di assassinare l'esiliato Sun Yan-set intenzionato a muovere una rivoluzione destinata ad unificare tutta la Cina. Un gruppo rivoluzionario si adopera allora per fare qualsiasi cosa pur di proteggerlo. Bodyguards and Assassins è una mega produzione divisa tra Cina e Hong Kong alla quale il regista Teddy Chen lavora da quasi dieci anni per poterla portare sul grande schermo. Un lavoro di proporzioni colossali per quello che che sembra a tutti gli effetti un kolossal fin dalle prima immagini dove è possibile ammirare la cura riposta nelle scenografie per ricostruire in studio Hong Kong. Bodygurads and Assassins è un film storico, narra di aventi realmente accaduti, di persone realmente esistite ma naturalmente il tutto filtrato attraverso l'ottica del più classico film action di arti marziali. Il film di Teddy Chen ha infatti due anime che in fase di sceneggiatura si è deciso di tenere ben distinte e saparate. La prima parte è sicuramente quella narrativa, destinata ad inquadrare storicamente gli avvenimenti che ci vengono mostrati e la preparazione all' arrivo di Sun ad Hong Kong. Quasi un conto alla rovescia per la seconda parte, un vero spettacolo, una non stop d'azione e combattimenti (e qui si parla di un' ora buona) che vedono coinvolti volti noti del numeroso cast tra i quali spicca sicuramente la super star Donny Yen. Uno spettacolo (ma non solo) dai tempi dettati con maestria.
BOYS ON THE RUN
Regia di Miura Daisuke
Tanishi coltiva come tanti il classico ideale della relazione sentimentale romantica ma i suoi sogni sono frustrati dalla sua passione incontrollabile per pornografia e derivati. Anche con Chiharu, la collega con la quale sembra posa nascere qualcosa, il rapporto è minato dal suo essere erotomane compulsivo. Quello che troviamo in Boys on the Run è un ritratto piuttosto fedele di uno dei molteplici aspetti della società giapponese questa volta incarnato nel personaggio di Tanishi, perdente, onanista le cui prospettive per il futuro non vanno oltre il vivere giorno per giorno. Una visione cinica e misogina che non lascia spiragli ad un ribaltone, a quella rivoluzione alla quale il protagonista aspira ma che non andrà oltre un tentativo (alla Taxi Driver scorsesiano) miseramente fallito. Una commedia che all' inizio diverte in maniera piuttosto elementare fino a sostituire le risate con un retrogusto amaro perchè in fondo Tanishi sarà anche un "loser" ma non si può fare a meno di simpatizzare con lui.
2 comments:
Identity è stato sicuramente il film più particolare della giornata, e il più facile da seguire è stato Hear me, ma il migliore è sicuramente BODYGUARDS AND ASSASSINS ^__^
@Rosuen: brava bibi ^__^
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