"Mumblecore is an American independent film movement that arose in the early 2000s. It is primarily characterized by ultra-low budget production (often employing digital video cameras), focus on personal relationships between twenty-somethings, improvised scripts, and non-professional actors." così recita Wikipedia a proposito di questo movimento all' interno del circuito cinematografico indipendente americano, di cui tra l'altro ignoravo l'esistenza almeno fino a quando non ho iniziato ad interessarmi, fin dal trailer, a questo Baghead annoverato tra i suoi più recenti rappresentanti. Con questa leggerissima infarinatura su cosa il mumblecore sia, ho affrontato la visione di questo film scritto, diretto e prodotto dai fratelli Duplass rimanendo piacevolmente colpito da un paio di cose in particolare. Innanzitutto i due registi sembrano quasi voler esaminare dall' "interno" il genere che rappresentano (e non solo) attraverso i quattro personaggi personaggi protagonisti guidati dalla convinzione che in fondo non ci vuole molto a mettere insieme un film mumblecore anzi, che chiunque anche con pochi mezzi sarebbe in grado di farlo, cosa che poi non è così semplice o immediata. E' questo che convince i quattro, attori di ruoli secondari, che si trovano dopo la proiezione di un film mumblecore ad un festival di cinema indipendente a prendere in attenta considerazione la realizzazione di un film a bassissimo budget che possa far decollare la loro carriera. Decidono perciò di passare il week end in un' isolata baita tra i boschi e di scrivere li il loro film. Le idee vertono su di una storia di relazioni sentimentali tra i protagonisti ma nessuna prende forma in maniera definitivi fino a quando una delle ragazze non racconta un sogno fatto la notte precedente, nel quale intravedeva tra gli alberi un uomo con una busta di carta sopra la testa. Da qui l'illuminazione (o scorciatoia) di girare un horror con un' uomo che nasconde il volto indossando un sacchetto di carta. Tra gelosie e amori non corrisposti il film prende una piega differente ed è anche la seconda cosa che ho molto apprezzato di Baghead. L'introduzione di elementi (stra-abusati) nel cinema horror trasforma il film dei Duplass in un curioso ibrido del quale preferisco non approfondire lo svolgimento che andrebbe visto e scoperto con i propri occhi. Ci tengo però a sottolineare il fatto che, e con questo concludo, Baghead funzioni alla perfezione e rimanga fedele alla sua "natura" nonostante il presunto cambio di registro dimostrandosi coerente fino all' ultimo.
No comments:
Post a Comment