Monday, June 24, 2013

L' ultima notte

In fondo ci sarebbe bastato il primo film. In un mercato (quello americano) soffocato da commedie per lo più dementi/demenziali fatte quasi con lo stampino, The Hangover (Una Notte da Leoni) era quasi una boccata d' aria fresca perchè, a conti fatti, basato su di una struttura narrativa che negava allo spettatore proprio quello che in fondo si sarebbe aspettato, focalizzandosi unicamente sul dopo, gli effetti e le conseguenze devastanti di un dopo sbornia in un addio al celibato. Il secondo film arriva sulla scia del successo del primo. Todd Philips, riunisce il suo cast è fa, senza tanti sforzi, un film fotocopia che diverte ma sul quale non ci si può davvero sbilanciare. Enorme successo comunque ed ecco che il regista americano porta in sala un terzo film che chiude il cerchio mettendo la parola "fine" alle avventure del wolfpack, una conclusione che, sfortunatamente, arriva con il fiato corto, cortissimo. Per evitare l' ennesimo sequel remake, la storia questa volta ruota intono alla figura di Chow, il piccolo (di statura) malavitoso cinese che ha creato non pochi problemi ai nostri eroi nei precedenti film. Dopo essere evaso da una prigione thailandese, Chow coinvolge involontariamente Alan, Phil, Stu e Doug, nella faida con Marshal (l' inossidabile John Goodman), boss di Las Vegas, scoppiata per un carico di lingotti d' oro spariti. Sfortunatamente Una Notte da Leoni 3 soffre di parecchi problemi, non ultimo proprio la storia, tirata per i capelli ed esageratamente spinta verso situazioni assurde che, proprio per una struttura narrativa più canonica rispetto ai primi due film, sembrano quasi fuori contesto e meno divertenti di quel che si può immaginare. E anche le risate latitano purtroppo e solo in un paio di situazioni, inclusa la sequenza pre-titoli di coda, si ride veramente per il gusto di farlo. Il resto strappa qualche sorriso, sentito ma superfluo, e tutto lascia con la sensazione che solo i soldi possono giustificare la necessità di sfruttare un franchise fino a lasciare un' immagine sbiadita dei motivi del suo successo.

2 comments:

Pupottina said...

questa serie di film mi diverte sempre molto perché racconta l'universo maschile in modo rocambolesco ed elementare ;-)

Weltall said...

@Pupottina: è vero, ma il primo rimane davvero insuperabile!