Monday, May 17, 2010

Far East Film Festival 12 - Day 4

WIG
Regia di Tsukamoto Rempei

La genialità di questo film sta tutto nell' argomento che tratta, le parrucche. Oggetto utile a nascondere la calvizie incipiente ma anche a dare una marcia in più alla sicurezza in se stessi. Moriyama, il protagonista di questa storia, decide di approfittare del suo trasferimento per lavoro a Tokyo per fare il grande passo e farsi fare un parrucchino. Considerati i costi e i tempi di realizzazione, Moriyama si rivolge ad uno strano personaggio di nome Owada che, non solo gli prepara un tupet su misura e a tempo di record, ma lo istruisce alla sua nuova vita da “wiggy” assistendolo personalmente nei momenti in cui il suo imbarazzante segreto sta per essere scoperto. Senza mai una caduta di tono o di ritmo, Wig ci conduce in un esilarante viaggio attraverso una delle “piaghe” che colpiscono la popolazione maschile, giocando sui luoghi comuni dell' essere “portatori di parrucchino” raccontando situazioni paradossali ma comunque totalmente plausibili, riuscendo a risolvere le vicende del protagonista in maniera per nulla scontata, se si esclude l' happy end, prevedibile, ma sul quale ci si passa sopra più che volentieri.

THE LAST WOLF
Regia di Upi

Rispetto a Monga, che comunque ha dalla sua una buona regia e degli spunti parecchi ointeressanti, in Last Wolf la giovane regista indonesiana Upi si rifà a modelli di gangster movie tipicamente occidentali, imbastendo una storia che potremo definire classica...pure troppo. Un gruppo di amici profondamente legati tra loro decidono di formare una gang e di “governare” nel quartiere povero dove sono cresciuti. Quando uno di loro finisce in carcere per omicidio le loro strade si dividono per sempre e si ritroveranno unicamente come nemici e non più come fratelli. Le tematiche sono quelle insomma, l'amicizia, la fratellanza più forte dei legami di sangue, l' ascesa, la caduta, la vendetta, lo scontro fratricida e Upi non si risparmia certo nel mostrare la violenza nelle strade, ma non solo (emblematica la sequenza nel carcere), sicuramente più di quanta se ne potrebbe aspettare. Al di la di una storia che sa tanto di già visto, difetto facilmente perdonabile, The Last Wolf appare un film piuttosto grezzo, ed evitare qualche ingenuità di troppo o gli eccessi melodrammatici (o magari accorciarlo di almeno 30 minuti) avrebbe sicuramente giovato al risultato finale e reso il film probabilmente un po' meno pesante. Detto questo però, è chiaro che a Upi le si vuole un gran bene, se non altro per averci insegnato che, in Indonesia, quando si gioca a calcio a 5 il pallone è l' ultima cosa da colpire.

STORY OF A DISCHARGED PRISONER
Regia di Patrick Lung-kong

Una delle due retrospettive presenti quest' anno al FEFF è dedicata a Patrick Lung-kong regista simbolo del cinema di Hong Kong degli anni '60, considerato un vero anticipatore della new wave che si sarebbe da li sviluppata nelle due decadi successive. Tra i vari titoli presentati spunta sicuramente questo Story of a Discharged Prisoner film che ha ispirato una delle pellicole più famose di John Woo, A Better Tomorrow. La storia racconta di Lee Cheuk-hong abile scassinatore finito in carcere per quindici anni. Onde evitare che la sua fedina penale possa in qualche modo nuocere alla sua famiglia e soprattutto alla carriera in ascesa del fratello, una volta uscito dal carcere decide di rifarsi una vita, ma sia la polizia che un noto boss malavitoso locale hanno altri piani per lui. Un film di quarant'anni fa ma che, nei limiti del possibile, si mantiene giovane grazie ad un racconto di discriminazione e redenzione impossibile che ricorda un po' quella di Carlito's Way anche se con esiti decisamente meno drammatici. Da segnalare alcune sequenze di combattimenti e sparatorie che sarebbero diventati simbolo del cinema dell 'ex colonia britannica negli anni a venire.

ZERO FOCUS
Regia di Inudo Isshin

Il film di Inudo Isshin è forse uno dei più intressanti della selezione giapponese presentati fino a questo momento, sicuramente più di Golden Slumber. Non si tratta di una mera considerazione di contenuto (anche se pure in questo campo gli è superiore) ma soprattutto sulla forma, con una regia finalmente decisa, convincente ed una fotografia lontana da quella fastidiosa patina televisive, perfetta per raccontare questo giallo ambientato alla fine del periodo dopo-guerra. Le ferite, non solo fisiche, sono ancora vive nel cuore degli uomini e delle donne che hanno vissuto in quegli anni e nascondono segreti per i quali si potrebbe anche uccidere. Dopo l'improvvisa scomparsa del marito, Teiko si trova ad investigare e a dissoterrare alcuni di questi inconfessabli segreti. Il particolare contesto storico, raramente preso in considerazione, rappresenta un valore aggiunto per Zero Focus anche se alcune lungaggini e i tempi dilatati non lo rendono un prodotto facilmente accessibile. Splendido il trio di attrici protagoniste.

*Lo stesso giorno era in programmazione anche HAEUNDAE di Je-gyun Youn, che avevo già visto e di cui ho parlato a suo tempo
qui.

6 comments:

Barbara said...

Zero Focus e Wig sono quelli che più mi piacerebbe guardare, gli altri due non mi convincono più di tanto...

Weltall said...

@Barbara: Wig è divertentissimo e a differenza di molte commedie non ha mai cadute di stile o di ritmo. Umorismo semplice ma efficace ^__^
Zero Focus lo vorrei rivedere a mente fresca perchè l' orario di proiezione del FEFF (le 10 di sera, non tardissimo ma dopo una giornata di festival è già abbastanza tardi) l'ha reso più pesante di quel che è!
The Last Wolf è sicuramente trascurabile ma Story of a Discharged Prisoner è una chicca cinefila, una di quelle cose "once in a life time" che hai l'occasione di vedere al festival e poi magari non ti ricapita una seconda occasione ^__*

nicolacassa said...

Wig è troppo divertente, Zero Focus da rivedere, a parte la storia Miki Nakatani spacca di brutto!! UPIIII da dimenticare!!

Weltall said...

@nick: ma povera Upi ^__^"

Rosuen said...

Wig è proprio carino :-D
ma a me è piaciuta anche la retrospettiva di Partick Lung-kong.
per Zero Focus effettivamente ero un pò assonnata X-D

Weltall said...

@Rosuen: un po' assonnata vuol dire forse che hai fatto un sonnellino? ^__*