Se è vero che da anni ormai Hollywood guarda al mercato cinematografico orientale per colmare il vuoto di idee che da anni affligge il cinema americano, è altrettanto vero che soprattutto la Corea sta già da diversi anni cimentandosi in produzioni ad altissimo budget che poco o nulla hanno da invidiare a quelle Made in Usa. Dopo titoli di spessore (The Host) e di puro "entertainment" (The Good, The Bad, The Weird) ecco arrivare il primo "disaster movie" coreano ispirato alla tragedia dello tsunami che ha colpito il sud est asiatico qualche anno fa. Tidal Wave racconta di una gigantesca onda anomala che colpisce le coste coreane dopo un impressionante terremoto sottomarino nel tratto di mare che separa la Corea dal Giappone. Il film di Je-gyun Yon, che dirige e firma la sceneggiatura, esce lo stesso anno di 2012 ma, mentre Emmerich punta ad una distruzione di portata mondiale, il regista coreano preferisce circoscrivere la tragedia su di una piccola comunità sulla costa e su di uno specifico gruppo di personaggi. Come nel blockbuster americano anche qui si da un grande spazio ai personaggi e alle loro storie personali che si sviluppano mentre sullo sfondo la natura si prepara a fare la propria mossa. Si può dire anzi che praticamente metà del film è dedicata allo sviluppo dei personaggi applicando un registro quasi da commedia con accenni melodrammatici. Per vedere un po' di devastazione bisogna aspettare la seconda metà, dove gli effetti speciali abbandano e, anche se non di qualità eccelsa, si vede che il cinema coreano sta facendo passi da gigante per raggiungere i livelli delle super-produzioni americane (la sequenza del ponte ne è un ottimo esempio). Tidal Wave però ha un grosso difetto che risiede probabilmente nell' incapacità di Je-gyun Yon di condurre il film in una specifica strada e di fronte a tante scelte finisce per non imboccarne nessuna in particolare: i toni iniziali del film sembrano destinati a cambiare quando l'onda gigantesca si sta per abbattere sulla costa ma la distruzione e la morte di alcuni dei personaggi principali sono rappresentati con una dose di ironia tale da smorzare la carica drammatica che un film di questo tipo dovrebbe avere. Ne esce fuori così un curioso ibrido che diverte ma non convince più di tanto, riuscendo, nonostante i suoi limiti (soprattutto produttivi), a fare meglio di 2012, il che è già un notevole traguardo.
2 comments:
Un pò moscio, ma questi Coreani sono affascinanti nella loro stranezza :)
@Nick: ecco, questa è la manienra migliore per definirlo, un po' moscio ^__^
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