E' un film da non sottovalutare il bellissimo "Nel Paese delle Creature Selvagge" di Spike Jonze, che nella sua linearità del racconto, presa pari pari dal libro illustrato per bambini da cui è tratto (datato, è bene ricordarlo, 1963), nasconde una profondità che lo rende sfuggevole a qualsiasi tipo di definizione o accorpamento ad un genere specifico. Fiaba? Racconto fantastico per bambini? "Coming of age" rivolto magari più agli adulti? Forse il maggior pregio del film sta nella maniera in cui queste aspetti convivono tutti assieme permettendo di vedere la storia di Max, bambino come tanti ma non per questo meno speciale, da prospettive differenti. La dimensione fantastica è quella più facilmente raggiungibile anche solo sfiorando la superficie del film ed è sicuramente quella che emerge in maniera più forte dalle immagini di Jonze, cariche di quella magia tipica delle fiabe in grado ti toccare le corde delle emozioni e di arrivare dritte al cuore: gli occhi di Max velati di lacrime, le corse forsennate per la foresta, il sole che fa capolino tra i tronchi degli alberi o che ritaglia in controluce le sagome delle Creature Selvagge, sono quadri incorniciati con la precisa intenzione di imprimersi negli occhi e nell' immaginario di chi guarda. Ma come ogni fiaba o racconto fantastico che si rispetti, anche "Nel Paese delle Creature Selvagge" è presente una componente ambigua incarnata propri nei mostri che popolano il mondo creato da Max, paffuti, pelosi e dai grandi occhi ma dotati di artigli e denti aguzzi. Forse è qui che la sceneggiatura scritta dello stesso Jonze e Dave Eggers, prende maggiormente le distanze dal libro di Sendak (quaranta pagine il cui testo non riempie neppure un foglio) e l'incontro tra Max e le Creature non rappresenta solo l'occasione di sfogarsi in una giocosa "ridda selvaggia", ma diventa un vero confronto con le proprie paure, con la propria rabbia incontrollata, con frammenti e riflessi della propria personalità. Solitario, sognatore, malinconico, spaventato dall' abbandono, rabbioso in cerca d'attenzioni, Max affronta un' immersione completa nelle sue fantasie, un viaggio interiore non privo di difficoltà (il mare in tempesta) per giungere nel luogo in cui guardare e comprendere dall' esterno le sue Creature Selvagge, non senza momenti di paura o rischiando di venirne divorato. Ciò che è parto della fantasia insomma, è strumento necessario e fondamentale nella crescita, per elaborare quello che nel reale appare distante e incomprensibile, materiale basilare per colmare il gap tra bambini, adulti e, perchè no, anche viceversa.
3 comments:
segno...non conosco neanche il libro e ciò è strano :-/
E' nella mia CORPOSISSIMA wish-list.
@Dreca: il libro è pubblicato in Italia dalla Babalibri ^__^
@Cineserialteam: spero tu riesca a vederlo in sala perchè non so quanto potrà durare ^__^"
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