Tuesday, November 17, 2009

Dateci la distruzione che meritiamo

"Una cosa così può cominciare solo a Hollywood". questa è la frase pronunciata dal personaggio di Woody Harrelson, che un po' riassume anche il modo in cui bisognerebbe approcciarsi a 2012, ultima fatica di Roland Emmerich che, dopo l' inutile 10.000 A.C., torna al sottogenere che l'ha reso famoso e che l'ha fatto conoscere un po' dappertutto come il narratore della fine del mondo, il disaster movie. Quello che ci si aspetta infatti è di potersi godere, nell' ampiezza della schermo cinematografico, uno spettacolo di distruzione senza precedenti che ci incolli alla poltrona per le due ore e mezza di durata, niente di più. Non bisogna star li a sottilizzare sull' impossibilità di alcune sequenze, sull' assurdità, sulle fortuite coincidenze, perché così significa solo castrare a priori il divertimento: Ben venga quindi un aereo che vola indenne fra soprelevate e palazzi che crollano. Ben venga una Bentley che scende da un aereo che effettua un atterraggio di fortuna. Con estremo piacere assistiamo al Presidente degli Stati Uniti che bacia il ponte di una portaerei sul cortile della Casa Bianca. Chi se ne frega se il "cupolone" di San Pietro non va in frantumi crollando, ma si mette a rotolare sulla Piazza schiacciando Presidente del Consiglio e migliaia di fedeli. Così dovrebbe essere ma, come Emmerich ci ha tristemente abituato, così non è. La promessa infatti si fonda su di una ingombrante premessa è cioè basare gli avvenimenti del film sullo spauracchio che va di moda ora, la fine del mondo predetta dai Maya e fissata per il 21 dicembre 2012. Certo, si potrebbe obiettare sull' attendibilità di questa previsione considerata la fine che gli stessi Maya hanno fatto, ma tanto basta a creare il giusto hype intorno al film sfruttando quest'atmosfera da profezia incombente e da apocalisse inevitabile. Ad alimentare questa (incomprensibile) necessità di realismo ci si mette anche lo snocciolamento di teorie scientifiche che, in confronto, a quelle di The Day After Tomorrow ci fanno una pippa, tipo congiunzioni astrali che, se in 2001 Odissea nello Spazio le scimmie cominciavano a pestare le ossa, qui la terra si sfalda come se fosse di burro. Ed ecco che il divertimento è rovinato e indispettiti ci troviamo costretti a mettere i puntini sulle "i": basta personaggi insulsi, basta raccontare la tragedia attraverso le loro storie. Non ci frega nulla dello scrittore sfigato, della sua ex moglie banderuola e un po' mignotta, dello scienziato che pretende di salvare la razza umana a suon di predicozzi o dei bambini russi e ciccioni che vorresti solo vedere morti. E se l'unico personaggio che salverei è quello di Oliver Platt, cinico e risoluto come la situazione richiede, i veri protagonisti sono tutte quelle persone che precipitano dai palazzi, quelli che finiscono nelle viscere della terra con la metropolitana o quelli ingoiati dalla gigantesca onda negli altipiani dell' India. Le vittime sono quelle che raccontano una storia così, ma è consuetudine per i film di Emmerich, in eccessi di buonismo speranzoso che hanno il solo scopo di far uscire dalla sala il pubblico a cuor leggero (ma chi ve l'ha detto che invece non preferisca stare con le fitte allo stomaco e le chiappe strette?) ribaltare il discorso ed uscirsene con un "ehi, alla fine non va poi così male! Abbiamo pure l' Africa da ri-colonizzare!". Tutto come da copione, per carità, ma fa rabbia come questo atteggiamento così "easy" alla catastrofe mi tolga parte del godimento che queste pellicole dovrebbero giustamente regalare, riducendo 2012 ad una inoffensiva, scaramantica, toccatina di palle in formato widescreen.

9 comments:

sommobuta said...

Per lo meno, muore il Presidente del Consiglio.
Con tutto il rispetto, eh! :D

- andrò a vederlo quanto prima, giusto per godermi gli effetti speciali!

Un salutoneeee! :D

Weltall said...

@sommobuta: indubbiamente gli effetti speciali meritano la visione sullo schermo cinematografico ma non giustificano alla fine il prezzo del biglietto. Insomma, il film dura due ore e mezzo ma poteva tranquillamente essere ridotto di 60 minuti abbondanti ^__^"

nicolacassa said...

L'avrei visto solo per gli effetti speciali!! :)

panapp said...

Mi rifiuto, non bisogna manco recensirle queste cazzate. Bergman si sta rigirando nella tomba, BASTA con quello che Lisa Simpson chiama «cinema di massa».

Weltall said...

@Nick: belli, ma troppo poco per sopravvivere a tutto il resto ^__^

@panapp: Eh eh eh, no,no io non sono un po' più tollerante, ma soprattutto la politica che seguo nel blog è quella di parlare di QUALSIASI film che mi capita di vedere perciò...capitano anche film come questo, talmente insignificante che non vale neanche la pena di scomodare il Maestro Bergman ^__*
Che poi il "cinema di massa" non è un male assoluto e qualche volta mi piace dedicarmi alla visione di questi film che in certi (e rarissimi) casi riservano qualche inaspettata sorpresa ^__^

Pupottina said...

^______________^

mmmmmmmmmmmmmh! sapevo che c'era poco da aspettarmi da un film così... ma non credevo che fosse tanto negativo e insulso come film....
allora lo aspetto quando arriva su sky!

Weltall said...

@Pupottina: ci sono delle belle scene di distruzione che rendono nello schermo cinematografico...ma non mi spingerei a consigliarlo solo per questo ^__^"

Anonymous said...

FA
CAGARE

Weltall said...

@Anonymous: bè si, non posso certo darti torto ^__^