Wednesday, November 18, 2009

Il completamento del Quaderno della Morte cinematografico

Death Note - The Last Name, seguito del precedente Death Note (anche se sarebbe più corretto definirlo un necessario completamento), conferma alcune sensazioni avute con il primo film e ne smentisce delle altre. La conferma è quella più palese: per quanto migliore del primo, in quanto racconta forse la parte più emozionante della storia originale, è palese che un manga come Death Note è un opera nata sulla carta che deve necessariamente rimanere sulla carta. Questo secondo film inizia dove il primo si interrompeva, con Light ormai entrato nel gruppo investigativo che da la caccia a Kira e con Misa Amane che riceve il quaderno della morte diventando il secondo Kira, finiendo con lo scontro con L dall' esito ben diverso rispetto al manga. Se all' inizio si poteva pensare che la decisione di modificare così il racconto dipendesse dalla necessità di dare una conclusione dove invece il manga proseguiva ulteriormente, alla luce dei fatti sembra che tutto fosse studiato ad arte per permettere la realizzazione dello spin-off dedicato al personaggio di L (quel "L Change The World" presentato al FEFF 10). Se mettiamo sulla bilancia quindi la necessità di adattamento cinematografico e necessità commerciali, mi sa che il peso pende sulla seconda. Nonostante questo però Death Note - The Last Name ha in parte smentito le mie aspettative che erano praticamente nulle. Nonstante le modifiche di cui ho scritto poco sopra, il film risulta leggermente più godibile del precedente e meno irritante, merito sopratutto del personaggio di L e dell' emozionate duello che scaturisce con Kira/Light. Uno scontro fra menti geniali raccontato nella maniera più fedele possibile, che cerca di restituire quel pathos che scaturisce con forza dalle pagine del fumetto. I meriti vanno quindi alla storia in se, mentre continua ad imperare un anonimato registico francamente imbarazzante. Ma se riuscite a sopportare queste gravi mancanze ed il finale diluito (ma perchè i film giapponesi si dilungano tanto da dare l'impressione di non finire mai?), potreste trovare il film non completamente deprecabile. Certo, a patto che sopravviviate alla visione del primo però.

7 comments:

Killo said...

Cavolo...con la cultura cinematografica Giappo non ci sono proprpio eh...

Weltall said...

@Killo: in questo caso non ti perdi nulla ^___*

nicolacassa said...

Hehe, in effetti in queste grandi produzioni il regista è solo una comparsa, solo un nome da mettere nei titoli di coda (fatto stà che nella cinematografia Giapponese moderna ci sono milioni di registi, ma solo un millesimo di loro ha un linguaggio proprio, che lo rende famoso) Si potrebbe dire che il cinema Giapponese almeno sia pluralista, non lasciando spazio ai soliti "baroni" si adella macchina da presa sia della recitazione (non ne posso più dei film Italiani con sempre gli stessi attori...), ma a volte la qualità scade davvero (non che coi baroni Italiani ci sia qualità, anzi! Ma con il cinema Italiano c'è da fare una cosa: prendere tutto, gettare al gabinetto, e pensare ad altro). Però che storia, e che bravo Kenichi Matsuyama!

Weltall said...

@Nick: di contro però c'è il fatto che si hanno tanti nomi che fondamentalmente non si riesce (e non si ha voglia di) ricordare ^__^"

testadicinema said...

Non mi sono ancora visto il primo. E non mi leggo la recesione di questo seguito per non essere influenzato. Appena me li sarò visti ti faccio sapere cosa ne penso.

Weltall said...

@Testadicinema: allora rimango in attesa ^__^

Anonymous said...

i'm gonna make my own post about it