Generalmente, quando ci riuniamo a casa mia per vedere un film, durante la visione non mancano mai commenti, doppi sensi e battute di infima categoria. Il film di ieri sera non ne è stato certo esente ma ciò non mi impedirà di fare un commento obiettivo. Il fim in questione è Hana & Alice di Shunji Iwai
Quando, terminata la visione di un film si ha la sensazione di aver colto qualcosa in più di quanto la pellicola lasci intendere, significa che ci troviamo di fronte ad un buon prodotto. Guardando un film come Hana & Alice la sensazione è proprio quella: come già dimostrato in Love Letters, la capacità del regista Shunji Iwari di catturare con la macchina da presa emozioni e sensazioni non espresse verbalmente, ha del prodigioso. Uno sguardo, un momento di silenzio, un pianto sordo possono trasmettere molto più di un diaologo prolisso e scontato. La storia di Hana & Alice è molto più lineare rispetto a quella di Love Letters, ma non per questo meno ricca di tante sfumature e spunti di riflessione. Hana e Alice sono due amiche molto unite, simili e allo stesso tempo profondamente diverse; questa diversità e data principalmente dal diverso background familiare da cui provengono. Le immagini che abbiamo della vita familiare delle due ragazze sono diametralmente opposte: mentre Hana sembra provenire da una famiglia unita, i genitori di Alice sono separati. Lei vive con la madre troppo presa dalle sue continue relazioni sentimentali, e frequenta il padre molto raramente ma ne è particolarmente legata. Le stesse case dove abitano riflettono queste condizioni: la casa di Hana è ordinata, pulita e letteralmente sommersa di fiori, mentre in quella di Alice regna un disordine assoluto. Nonostante rimangano legate dalla passione per il balletto, il legame tra le due ragazze si affievolisce quando dalle scuole medie passano alle superiori e si riavvicineranno quando Hana inventarà una bugia per uscire con un ragazzo che le piace e chiederà ad Alice di coprirla. La situazione degenererà qunado questo ignaro ragazzo si innamorerà di Alice. Quello che può sembrare un tipico film commedia/dramma a sfondo adolescenziale, si dimostra invece uno sguardo profondo e riflessivo su un'età difficile come l'adolescenza, dove amicizia, amore e delusioni non sono affatto argomenti scontati. Lo "sguardo" del regista, sempe puntato sui protagonisti, lascia allo spettatore la totale libertà di cogliere ogni sfumatura dell'essere adolescenti, del crescere, della capacità di uscire a testa alta da ogni fallimento, della necessità di trovare sempre la forza di riprovare (la scena del balletto dimostra quanto Alice, dopo vari insuccessi, abbia la necessità di dimostrare di cosa è capace) e dell'importanza di certi legami che sopravvivono nonostante tutto e nonostante tutti.
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