Tuesday, February 05, 2013

"This time travel crap, just fries your brain like a egg..."

Nel 2074 il viaggio nel tempo sarà una realtà, fuori legge, e perciò ad uso e consumo della Mafia che la userà per eliminare individui scomodi mandandoli trent' anni nel passato. Qui, i "looper", giovani assassini reclutati dalla strada, si occupano delle esecuzioni e dello "smaltimento" dei corpi in attesa di chiudere il proprio "loop" e cioè eliminare i se stessi del futuro e vivere di rendita. Nel panorama cinematografico Made in Usa è davvero difficile imporsi in maniera incisiva, soprattutto quando si cerca di ribaltare lo status quo, quando si vuole provare a cambiare certe tendenze che hanno nel corso degli anni indebolito quei generi che da sempre fanno grossa presa sul pubblico. Commedia, horror, fantascienza, un cinema che ripete se stesso all' infinito e che ha portato ad un inevitabile impoverimento, a quella sterilità di idee di cui tanto ci si lamenta. Naturalmente poi ci sono le eccezioni, quelle illustri e quelle che arrivano quasi a sorpresa. Looper di Rian Johnson rientra esattamente tra queste ultime e rappresenta uno di quei rarissimi casi in cui le credenziali minime richieste da un certo cinema mainstream (e quindi spettacolarità ed effetti spaciali) non pregiudicano le necessità autoriali e quindi la possibilità di raccontare qualcosa di nuovo ed intelligente. Ad uno sguardo superficiale e poco attento la novità potrebbe non essere il tratto distintivo di Looper eppure il regista americano ha il coraggio di trattare uno degli argomenti fantascientifici di maggior fascino, i viaggi nel tempo, attraverso un assunto teorico quantomeno personale ed originale. Senza voler entrare nello specifico del meccanismo attraverso il quale presente e futuro interagiscono, il coraggio del film sta nel confrontarsi direttamente con una filmografia che ha "redatto" intorno al tema tutta una serie di regole (chiamiamole così) che Johnson infrange non senza una minima cognizione di causa. Se è vero però che basta davvero un poco di esperienza per rendersi conto di come gli ingranaggi si inceppino con una certa facilità, è altrettanto vero che la sceneggiatura scritta dallo stesso Johnson non rimane concentrata unicamente nel "loop" dei protagonisti (interpretati dal veterano Bruce Willis e da Joseph Gordon-Lewitt truccato per assomigliare ad un giovane Willis) ma approda ben presto su lidi completamente differenti che danno al film un nuovo e più ampio respiro. Qualora si volesse quindi chiudere un occhio su alcune incongruenze, figlie della necessità di fare cinema e non un trattato di fantascienza fine a se stesso, ci si trova di fronte un film coraggioso che, prima del testosterone, pone i suoi protagonisti uno contro l' altro in un confronto soprattutto umano, fatto di sacrifici enormi dettati da amore ed egoismo. Sembrerebbe quindi che Looper sia una scommessa vinta contro un sistema-cinema nel quale è sempre più difficile trovare spazio e, a giudicare dagli incassi che hanno quasi raddoppiato quanto speso, sarebbe bello auspicare una maggiore attenzione verso quei prodotti che, oltre all' adrenalina, non dimenticano che il pubblico ha anche un cervello.

Recensione già pubblicata su i-filmsonline.


2 comments:

Pupottina said...

è uno dei film che recupererei volentieri delle passate prime visioni

Weltall said...

@Pupottina: fantascienza intelligente, merce rara di questi tempi ^__*