Ciò che da all' ultimo film di Steven Soderberg una decisa spinta in avanti è certamente il fatto di rifarsi, in maniera più esplicita che implicita, ai recenti casi, più mediatici che altro, di Sars e H1N1. Il regista americano immagina che a poca distanza da queste contenute emergenze sanitarie, si diffonda per tutto il globo, con una rapidità preoccupante, una nuova pandemia molto più aggressiva delle precedenti, il tutto raccontato da molteplici punti di vista, dal comune cittadino, ai membri delle organizzazioni sanitarie, ai media. Pur se frammentato dalla sua struttura corale, Contagion è un thriller teso e solidissimo dove molta dell' attenzione viene posta sull' estrema difficoltà che hanno le strutture sanitarie, da quelle più piccole fino a quelle mondiali, di gestire crisi a livello globale prima che panico e paura si diffondano con effetti più devastanti dei virus che si cercano di combattere. Ma non ci si risparmia neanche sulla necessità di un' informazione, non soltanto coerente, ma che sia capace di capire il peso delle proprio ruolo e di riflesso la responsabilità che questo comporta, tanto quella dei media tradizionali che quella libera (splendido a tal proposito il blogger interpretato da Jude Law). Contagion ha anche il pregio di essere un film tecnicamente sobrio, montato in maniera intelligente e musicato da uno score azzeccatissimo. Impressionante il numero di grandi attori coinvolti (Matt Damon, Marion Cotillard, Lawrence Fishburne o Josie Ho) che si prestano anche a parti davvero piccole ma tutte piuttosto essenziali nel complesso.
Recensione già pubblicata su CINE20.
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