Wednesday, February 22, 2012
"We have so little time to say the things we mean."
Enoch è un adolescente che passa il suo tempo intrufolandosi ai funerali di perfetti sconosciuti o conversando, tra una partita a battaglia navale e l'altra, con il fantasma di un kamikaze giapponese morto durante la Seconda Guerra Mondiale. Annabelle è una coetanea di Enoch ma, a differenza del ragazzo, il suo carattere solare la porta ad amare la vita nonostante un cancro in fase terminale le abbia drasticamente accorciato le aspettative per il futuro. Dopo la bella parentesi Milk, Gus Van Sant fa un passo indietro e torna ad esplorare dall' esterno, ma sempre con sguardo attento, la complessità dell' universo adolescenziale questa volta alle prese con la morte, unica vera costante presenza che aleggia su tutto il film. Il resto, dal curioso rapporto con il fantasma giapponese alla delicata storia d'amore con Annabelle, è un percorso salvifico che Enoch deve affrontare per uscire da un coma nel quale la sua vita è precipitata dopo tragici eventi luttuosi, un' elaborazione del lutto rivolta al passato ma anche al futuro, per accettare la morte in tutta la sua tragica ineluttabilità. Il superficiale (sotto)titolo italiano, L' Amore Che Resta (Restless), e le tematiche trattate, possono giustamente far pensare ad un film che rischia di rivelarsi ricattatorio nei confronti del pubblico e dei sentimenti che la triste storia dei due protagonisti può suscitare. Ma nonostante qualche semplificazione eccessiva ed un voler apparire "indie" in maniera forse anche forzata, la pellicola di Van Sant riesce a tenersi distante dalla banalità, e anche se la commozione arriva comunque, inevitabile, ci colpisce in maniera sincera con la semplicità di un sorriso piuttosto che con le lacrime.
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