Monday, March 21, 2011

"There's enough bang in there to blow us all to Jesus."

Davvero particolare il caso di The Hurt Locker, presentato al Festival di Venezia nel 2008, uscito nelle sale italiane nell' ottobre dello stesso anno ma stranamente snobbato in patria fino ad un recupero dell' ultimo minuto per portarlo agli oscar 2010 e mettere la regista Kathrin Bigelow in confronto diretto con l'ex coniuge James Cameron ed il suo Avatar. Indipendentemente dai sospetti di mossa abilmente calcolata che sorgono in maniera più che naturale, appare poco intelligente la scelta di tenere un film così attuale in una sorta di limbo distributivo (molto comune dalle nostre parti), soprattutto considerato il tema trattato, una ferita apertissima e sanguinante come la guerra in Iraq. La regista americana sceglie di affrontare l'argomento da una certa distanza e allo stesso tempo immergendosi completamente nel teatro del conflitto. In The Hurt Locker la guerra è raccontata senza retorica ma anche senza un particolare approfondimento o riflessione. La Bigelow preferisce mostrare la guerra in Iraq nuda e cruda e per farlo sceglie il punto di vista di una squadra di artificieri all' opera quotidianamente per sventare attentati o disarmare esplosivi, scandito da un conto alla rovescia che segna il momento in cui saranno sostituiti da una nuova squadra. Un particolare che amplifica il senso di attesa che pervade tutto il film e che la Bigelow gestisce da un punto di vista registico con soggettive attraverso la visiera di una tuta per artificieri o dall' immagine di un'uomo, solo in una piazza, poco prima di esplodere. Nonostante un uso preponderante di macchina a spalla, quello che colpisce di The Hurt Locker è l' immobilità generale nel caos, il silenzio piuttosto che la deflagrazione. Una rappresentazione del conflitto sicuramente coraggiosa anche se non sempre sicura (la parentesi del soldato che cerca la casa del bambino che crede morto stona un po' con il resto), discutibile ma di sicuro effetto.

2 comments:

Rosuen said...

Sono d'accordo con l'analisi! Comunque lo considero un film abbastanza valido. ^_^

Weltall said...

@Rosuen: ma si! Forse anche qualcosina di più, dai ^^