Tuesday, March 29, 2011

"Maybe none of us really understand what we've lived through, or feel we've had enough time."

Nell' apparente banalità di un triangolo amoroso che si sviluppa tra due ragazze ed un ragazzo cresciuti in un collegio immerso nella campagna inglese sul finire degli anni '70, Never Let Me Go di Mark Romanek nasconde più di quanto lascia intendere; un collegio che non è un vero collegio dove crescono bambini normali solo all' apparenza, in un mondo così simile al nostro ma profondamente diverso perchè i progressi in campo medico hanno portato ad aumentare considerevolmente le aspettative di vita. Fondamenta poggiate sulla fantascienza che suggeriscono sottovoce una riflessione sul progresso e sulla ricerca, sul guadagnare terreno nei confronti della morte a discapito della propria umanità. La sceneggiatura di Alex Garland, tratta dal romanzo di Kazuo Ishiguro, non si focalizza sulla questione morale preferendo invece concentrarsi sui tre protagonisti (Carey Mulligan, Keira Knightley ed Andrew Garfield) nel loro lottare per aggrapparsi a qualsiasi briciolo di normalità (anche una semplice relazione sentimentale) che gli è stata preclusa dalla nascita, nel definirsi come persone in un mondo crudele che ha in serbo per loro un destino scritto in anticipo. Never Let Me Go è un film doloroso, commovente senza giocare sul ricatto delle lacrime facili, dove la morte è una presenza ingombrante ma alla quale si contrappone una riflessione sulla vita e sull 'importanza di viverla consciamente nella sua pienezza.

11 comments:

Kusanagi said...

Come. nessuna menzione particolare per la meravigliosa ed inimitabile Carey ?!?!?
Tsk tsk tsk ... NON ci siamo proprio .... ^___-

Weltall said...

@Kusanagi: visto che quel che giusto è giusto, te lo scrivo qui: la Mulligan è stupenda davvero, due tre passi avanti a Garfield e alla Knightley comunque bravissimi ^^

Kusanagi said...

hahahahah .... cosi' va molto ma molto meglio .... ^_-

Comunque non mi spiego come mai una pellicola di questa qualita' con interpretazioni a questi livelli (non certo un capolavoro, intendiamoci) sia passata inosservata un po' ovunque.
Mah ....

Anonymous said...

Anche io ho notato la "superiorità" in questo caso della Mulligan sugli altri due. E' stata davvero stupenda. Il film è veramente tristissimo e toccante. Alla fine mi è quasi scesa una lacrimuccia.

Ale55andra

Weltall said...

@Kusanagi: se non se ne fosse parlato molto su blog e siti specializzati anche io probabilmente me lo sarei lasciato scappare...e sarebbe stato un gran peccato!
Comunque, leggendo in giro dopo l'uscita nelle sale italiane, ho notato che molte delle critiche negative sono rivolte proprio agli attori...

@Ale55andra: il finale è davvero commovente senza per questo essere ricattatorio, aspetto che ho apprezzato molto nel film di Romanek ^^

Kusanagi said...

invece tutte le critiche negative che letto accusavano (a ragione, secondo me) Garland perche' la sua sceneggiatura e' poco approfondita e non sfrutta appieno le potenzialita' notevoli della storia, lasciando ad attori, musiche e fotografia il compito di coinvolgere lo spettatore...

Weltall said...

@Kusanagi: quando adatti un libro, soprattutto uno che ha un certo numero di estimatori, la sceneggiatura è certamente quella che corre più rischi di essere attaccata. Invece secondo me Garland segue la strada giusta per accontentare sia i lettori del libro che chi si inoltra nel mondo raccontato da Ishiguro per la prima volta proprio attraverso il film. Poi, va da se, alla fine è tutta una questione di percezioni soggettive ^^

Kusanagi said...

A me il film nel complesso e' piaciuto, e anche parecchio, tanto che nella mia classifica dell'anno finora e' secondo solo al Cigno Nero.

Riguardo alla sceneggiatura, avendo letto il libro, il bello e' che secondo me Garland e' TROPPO fedele ad Ishiguro, che sulla pagina scritta lavora per accumulazioni successive, facendo filtrare le notizie poco a poco, a volte addirittura contraddicendosi.

Applicando lo stesso metodo al film, si rischia di perdere di incisivita' in alcuni passaggi, come ad esempio nell'episodio delle riviste porno, che nel film non viene chiarito come dovrebbe; oppure nel ruolo cosi' centrale della Galleria nella vita degli studenti di Hailsham, la cui importanza nel film non e' sottolineata adeguatamente, in modo che poi non si capisce a fondo perche' i protagonisti ed in particolare Tommy ne siano cosi' ossessionati una volta adulti ...

Ma come hai detto tu, tutto e' soggettivo ^^

sommobuta said...

Io l'ho trovato un film pesante, lento e noioso, senza suspence, con scene clou messe a caso (penso a quella della rivelazione della maestra sul fatto che i bimbi sono cloni) e così via.

Gli attori mi sono sembrati veramente delle statue di cera.
Peccato, perchè le premesse c'erano tutte. Soprattutto con il mondo ucronico in cui il film è ambientato.

So che il libro è un capolavoro...Qualcuno di voi per caso l'ha letto per fare eventuali "paragoni"?

Weltall said...

@sommobuta: come si diceva con kusanagi poco sopra, alla fine diventa una questione di percezioni soggettive. A me quella sequenza dove avviene la fatidica rivelazione è piaciuta molto, così come il lavoro fatto dagli attori ^^

Kusanagi said...

Anche per me quella sequenza e' una delle migliori del film in assoluto,sia perla costruzione, che e' perfetta, sia perche' Sally Hawkins, l'attrice che intrepreta Miss Lucy,nel poco tempo che e' in scena lascia decisamente il segno.

Secondo me comunque e' un film che va visto almeno due volte, perche' al primo giro e' difficile coglierne tutte le sfumature.
Ad esempio le espressioni sul viso della Mulligan quando entra in contatto con gli esseri umani "normali" a me la prima volta erano totalmente sfuggite, proprio perche' recita sempre in sottotono, e ogni singola piega del viso e' un'emozione diversa.

Vedere per credere la scena del "saluto" finale a Tommy: in quello scambio di sguardi c'e' tutta una vita, solo che bisogna esser "sintonizzati" per coglierlo a pieno.