Lewis Carrol - Alice nel Paese delle Meraviglie
"E' l' Alice sbagliata" ripetono spesso gli strambi personaggi di Sotto-Mondo ed in fondo, l' Alice burtoniana, non è la stessa Alice di Carrol, o almeno, è la stessa ma cresciuta. Sono passati tredici anni infatti da quando un' Alice bambina precipitò nel Paese delle Meraviglie e partecipò ad una curiosa partita a scacchi nella sua passeggiata Attraverso lo Specchio. Ora quella bambina è una ragazza diciannovenne in procinto di lasciarsi alle spalle per sempre la sua fanciullezza, di accantonare definitivamente le sue fantasie per entrare nell' alta società con uno scomodo matrimonio combinato. Quale migliore occasione allora per seguire un'altra volta quel curioso coniglio bianco con il panciotto fin dentro il tronco cavo di un albero e giù, fino al Paese delle Meraviglie? Ma quello in cui Alice si trova catapultata è un mondo tutt'altro che meraviglioso, sconvolto dalla guerra tra una deposta Regina Bianca e la Regina Rossa, nuova regnante di quello che ora è conosciuto come Sotto-Mondo. La parte più convincente di Alice in Wonderland, nonché la grande sfida vinta da Tim Burton è stata quella di prendere tutto il complesso immaginario dei libri di Carrol e di riproporlo sotto un' ottica nuova prendendone le giuste distanze, mostrandoci che parallelamente al diventare grande di Alice anche le sue fantasie sono cambiate. L' Alice di oggi ha dimenticato il suo precedente "viaggio" (riproposto però in uno splendido flashback) e si ritrova oggi in quello stesso posto che osserva però con gli occhi di una persona che si appresta a diventare adulta. L' innocenza perduta (ma non per sempre) "corrompe" anche le più solari fantasie trasformando una regina altezzosa in una despota spietata che vive nel suo castello circondato da un fossato dove galleggiano le teste dei suoi oppositori. Un mondo in rovina dove non si raccontano quasi più le filastrocche e le follie ed i non-sense del Cappellaio sembrano i farfugliamenti di un reduce di guerra. D'altro canto però Alice in Wonderland non è un film totalmente nelle mani di Burton e ce ne accorgiamo quando la sceneggiatura di Linda Woolverton, con tutto il suo bagaglio d'esperienza disneiano, dopo un inizio veramente convincente vira completamente cercando ci aggrapparsi a quell' immaginario cinematografico fantasy esploso con Il Signore degli Anelli ma al quale la Disney non è mai riuscita a stare in scia. Vedere il Cappellaio Matto duellare con il Fante di Cuori o ancora, Alice in armatura, scudo e spada preparasi allo scontro con il Cicciarampa (Jabberwocky nella versione originale ma anche nel libro) fa pensare, più che ad una trovata originale, al fatto che alla Disney ancora non riescano a digerire il fallimento del progetto "Narnia". Se escludiamo qualche sbandamento, come il ridicolo (in)volontario toccato con la danza di Depp, abbiamo in fondo un film impreziosito da pregevoli interpretazioni e da personaggi digitali animati in maniera eccellente (lo Stregatto è irresistibile), le cui anime in conflitto, quella di Burton e quella Disney, stabiliscono a mio parere un giusto equilibrio anche se dal regista americano era lecito aspettarsi qualcosina di più. E in fondo anche la morale finale non ci dispiace, crescere senza perdere la capacità di sognare. Chiudere un capitolo della propria vita per iniziarne subito uno nuovo, proprio come il Brucaliffo insegna.
14 comments:
ho scoperto il tuo blog adesso
ci sono dentro un sacco di cose interessanti!!
l'alice burtoniana devo ancora vedermela, ma sono molto incuriosito..
ottima recensione!!! (anche se i protagonisti non si sono baciati...) ;-)
alice (quella giusta)
La recensione migliore che ho letto fin'ora sul film (e non parlo solo di blog).
Un saluto
Peccato :(
Tenendo conto del fatto che io Alice (sia come personaggio, che come ciclo Carrolliano, che come cartone disney) l'ho sempre schifata, e partendo dal presupposto che ho letto solo pareri negativi su questa pellicola, devo dire che la visione non mi è dispiaciuta affatto.
Una visione leggera e piacevole, di svago soprattutto. Sarà anche che non sono partito entusiasta di trovarmi un capolavoro, oppure dal fatto che, non essendo fan Aliciano, non aspettavo minimamente questo film con la bava alla bocca (come in molti hanno fatto, invece). :)
Forse, le uniche "pecche" sono nella ricerca dello stile Burtoniano (che io non ho minimamente visto) e nella latitanza di Elfman. Primo quarto d'ora a parte, non ho sentito musiche di sottofondo...
Un salutone! :P
@Marco: grazie per la visita e per il commento e benvenuto su queste pagina of course ^__^
Attendo un tuo parere per questa Alice di Burton allora ^__*
@Alice (quella giusta): ma grazie ^__^ Ti dirò, se i due si fossero baciati probabilmente avrei dato fuoco alla sala ^__*
@Chimy: detto da un "burtoniano" come te questo è un grandissimo e graditissimo complimento! Grazie davvero ^__*
@Nick: dai cugino che recuperiamo con Shutter Island ^__^
@Sommobuta: bé mi fa piacere che tutto sommato anche a te non sia dispiaciuto. Io da principio mi aspettavo un gran film, poi ho placato un po' le aspettative che mi avrebbero portato decisamente fuori strada nel giudicare questo film ^__*
Sì... la recensione è abbastanza buona..., ma non montarti la testa!
;-)
(hai colto tutti i punti giusti, momis)
@Rosuen: eh eh eh ok ^__^
ste donne, sempre pronte a smontarci, anche se sono le nostre fan n. 1 ... ^_*
@kusanagi: forse lo fanno per spronarci a dare sempre il meglio ^__*
ti prego, non dar loro corda, che poi e' un disastro !!! :D:D:D
@kusanagi: tu dici? ^__*
un insegnamento, quello del Brucaliffo, che sembra molti fan di Burton non abbiano fatto proprio, visto che il genio di Burbank e' da Big Fish che si e' aperto a scenari piu' solari ed ottimisti, e a certi cinici intellettuali la cosa non va giu', e la trovo una cosa triste ...
cmq a me e' piaciuto, secondo me dentro all'insospettabilita' Disney ci sono zampate burtoniane e carrolliane mica da poco ....poi ne parlero' nella rece ...
@kusanagi: ma è soprattutto da Big Fish che è iniziato un gioco al massacro nei confronti di Burton che proprio non capisco. Ok, Alice in Wonderland non sarà il suo film migliore ma ci sono comunque degli elementi da non sottovalutare, non ultime la presenza di Burton (controllato quanto si vuole, ma c'è) e l'immaginario di Carrol dal quale si son prese le giuste distanze senza però tradirlo. Forse per il fatto che ci fosse la Disney dietro molti sono entrati in sala già con il fucile puntato e con il dito sul grilletto...
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