Tuesday, March 23, 2010

Aspettando "Dream Home" : YOU SHOOT, I SHOOT

Già i primissimi esperimenti amatoriali girati quando aveva dodici anni lasciavano intravedere nel giovane Pang ho-Cheung, non soltanto una nascente passione per il filmmaking ma la particolare influenza che il gangster movie di Hong Kong (A Better Tomorrow e The Killer, per fare due esempi) aveva avuto sulla "formazione" cinematografica, elementi che si ritrovano nel suo lungometraggio d'esordio You Shoot, I Shoot. Bart è un killer che si trova un po' a corto di clienti ultimamente e per mantenere lo stile di vita agiato al quale la moglie sembra particolarmente legata, decide di cercarsi da se i clienti finendo per accettare l'incarico di una ricca signora desiderosa di uccidere uno dei suoi amanti occasionali che ha avuto la sfrontatezza di riprendere la loro notte di passione e di diffondere il video. Per soddisfare appieno la sua sete di vendetta però, la signora pretende che Bart riprenda ogni singolo secondo dell' omicidio. Incapace di svolgere i due compiti contemporaneamente, Bart "convince" il giovane aspirante regista Cheun a lavorare per lui arrivando a mettere in piedi un vero e proprio businnes. Sin dalle prime battute, con l'assurdo scambio di battute tra Bart ed il suo committente, il film rivela la sua natura da black comedy ma è dal titolo, che gioca sulla doppia traduzione di "shoot" (in pratica sarebbe "tu riprendi, io sparo"), che i due elementi cardine della narrazione vengono messi in evidenza: il regista di Hong Kong riesce a coniugare con grande ironia, una classica gangster story (assassini e vendette di mafia) con il difficile percorso di chi aspira ad una carriera come regista: la gavetta, i primi lavori, l'apprezzamento del piccolo pubblico, l'ascesa da indipendente, lo scontro diretto con la produzione fino alla consacrazione finale nei Festival. Attraverso il personaggio di Cheun, Pang non si diletta soltanto in elaborati "snuff-movies", ma racconta anche episodi autobiografici ed esprime tutto il suo lato cinefilo omaggiando Scorsese (e non solo attraverso i poster che Cheung tiene in casa sua), Melville ed il cinema di Woo. Una commedia decisamente riuscita insomma, dove tra hitman e lotte di potere nelle Triadi, il protagonista è uno e uno soltanto: il cinema.

2 comments:

Rosuen said...

Poi me lo fai vedere? :-D

Weltall said...

@Rosuen: ummmmmmmmmmm no! ^__*