Tuesday, February 09, 2010

Uno Yo Yo contro angherie scolastiche e terroristi

Quando Kenta Fukasaku era poco più che un bambino, suo padre, Kinji Fukasaku, dirigeva pellicole come Lotta Senza codice d'Onore o La Tomba dell' Onore. Giunto alla stessa età che aveva il padre all' epoca e dopo essere stato aiuto regista nel suo ultimo film, Battle Royale, Kenta si trova a dirigere pellicole di ben altra caratura, segno dello stato in cui si trova il cinema mainstream giapponese e di come essere figlio d'arte conti meno di nulla. Tra questi film rientra anche Yo-Yo Girl Cop, tratto da un manga a me sconosciuto ma che deve aver stuzzicato la fantasia di qualche produttore che ne ha visto "ottimo" materiale per una trasposizione cinematografica. La storia ruota intorno una sezione "ombra" della polizia giapponese impegnata nello sventare un possibile attacco terroristico da parte di un gruppo estremista che tiene i suoi contatti attraverso un sito web chiamato Enola Gay. L'agente in carica di questo dipartimento segreto, recluta una adolescente disadattata affinché si infiltri nella scuola superiore dove questo gruppo eversivo confeziona gli esplosivi per gli attentati, dotandola di uno yo-yo da usare come arma. Ora, non ci è dato sapere il perchè di un' "arma" così particolare ma è una cosa che si poteva tranquillamente trascurare considerato che, dopo l'incipit e i titoli di testa, le premesse per un filmettino piacevole c'erano tutte, senza contare che Riki Takeuchi (Dio mio, che capelli ha in questo film) e la bella Aya Matsuhura erano di per se un' ottimo biglietto da visita. Poi succede la cosa peggiore di tutte: il film vuole farsi serio, denunciare il fenomeno del bullismo nelle scuole e l'omertà di adulti e insegnanti che crea una frattura irreparabile con i giovani, e tutto va in vacca. Così, se già non bastava una sceneggiatura imbarazzante, la "trashata" clamorosa che poteva venirne fuori (da vedere la tuta "bullet proof" simil divisa scolastica che la protagonista tira fuori chissà da dove per il combattimento finale) si trasforma in un ibrido che neanche la regia di Kenta (che scimmiotta un po' i Wachowski di Matrix) può salvare. Un' ottima occasione sprecata.

2 comments:

nicolacassa said...

La Matsuura la preferivo quando stava un pò più zitta in Blue Light (anche se anche lì rompeva le palle) :DD

Weltall said...

@Nick: effetivamente ^__*