Wednesday, February 24, 2010

Un "occhio nel cielo" sul cinema di Hong Kong

Quando si parla di Milkyway il pensiero non può che andare al cinema di Johnnie To che, insieme a Wai Ka-fai, è anche uno dei fondatori di questa importante casa di produzione cinematografica. Ma se si ha una minima conoscenza del cinema prodotto ad Hong Kong si saprà certamente anche che la Mikyway rappresenta un "vivaio" per talentuosi registi e sceneggiatori che possono contare su di una struttura ben consolidata in cui crescere artisticamente. Tra questi c'è Yau Nai-Hoi, sceneggiatore di alcuni importanti film di To (PTU, i due Election, The Mission, Running Out of Time e A Hero Never Dies, giusto per citare i più noti), il cui esordio alla regia è arrivato nel 2007 con il film Eye in the Sky da lui stesso scritto. Il titolo della pellicola è utilizzato in gergo poliziesco per intendere la sorveglianza ed è esattamente di quello che si occupa la SU (Sourveillance Unit) della polizia di Hong Kong che si divide il ruolo di protagonista con un organizzatissima banda di rapinatori ai quali danno la caccia. Fondamentalmente Eye in the Sky si presenta come un film sulla carta semplicissimo, dove i buoni danno la caccia ai cattivi, solo che qui avviene dall' inizio alla fine del film. La capacità sceneggiativa di Nai-Hoi emerge prepotente quando ci rendiamo conto di come la pellicola scorra agevolmente per i suoi novanta minuti, tra rapine, inseguimenti, pedinamenti e qualche bella sparatoria, con dei momenti veramente ridotti per tirare il fiato. Pur muovendo i suoi primi passi dietro la macchina da presa non si può certo dire che la sua andatura non sia decisa e sicura di se, cosa che per un opera prima è qualcosa che non si può sottovalutare: partendo dalla sceneggiatura infatti, Nai-Hoi sembra quasi che traduca il testo in un linguaggio registico che ne diventa naturale complemento. L' "eye in the sky" che sorveglia poliziotti e criminali è infatti quello del regista hongkonghese che con la macchina da presa cattura i suoi attori dall' alto, da sopra i tetti, si butta in mezzo al traffico. Lo zoom si fa spazio tra la gente mentre i "vuoti" negli spazi chiusi sono coperti da telecamere spia e di sorveglianza. Nai-Hoi maneggia la materia "thriller" con l'apparente distacco di un "grande fratello", dimostrando che il cinema dell' ex colonia britannica continua a godere di ottima salute anche grazie a neo registi per i quali si intravede un brillante futuro.

3 comments:

nicolacassa said...

Questo film mi è piaciuto tantissimo!!! :)

Weltall said...

@Nick: mi fa piacere! Ho un'altra produzione Milkyway presentata in concorso allo scorso Festival di Venezia "Accident". La prossima volta che sei libero lo guardiamo ^__*

nicolacassa said...

Yessssss