I seguiti non stanno mai troppo simpatici e questo perchè, insieme ai remake, sono il sintomo di un male devastante che affligge il cinema. Con le dovute eccezioni però. Ci sono quei seguiti che accogliamo sempre con piacere soprattutto quando hanno per protagonisti personaggi che sono entrati nella storia del cinema e ai quali siamo particolarmente affezionati. John McClane è uno di questi. Bruce Willis torna a vestire i panni del carismatico poliziotto New Yorkese per la quinta volta ed è subito un piacere notare una volontà di continuità con il film precedente, da alcuni considerato il tentativo della Fox di allargare il bacino d' utenza edulcorando i contenuti partendo innanzitutto dai dialoghi, espediente che ha toccato sfortunatamente anche la versione home video del terzo film (ma se volete la versione uncut, cercate in Germania). Per fortuna la continuità riguarda altro e cioè ripresentare la famiglia McClane e possibilmente allargarla: ritroviamo quindi la figlia Lucy, sempre interpretata da Mary Elizabeth Winstead, e facciamo conoscenza del figlio, agente della CIA impegnato in una missione in Russia. Quando viene a sapere del suo arresto, John parte per Mosca ma li i guai cominciano subito a piovergli addosso, cosa che la "fan base" di Die Hard come minimo si aspetta. Ed è proprio da questa fan base che son nati i primi dubbi quando la cabina di regia è stata affidata ad un regista come John Moore, mestierante con all' attivo pellicole che non vale neanche tanto la pena citare. Se consideriamo però che la maggior parte dei danni son causati da un montaggio più confusionario che altro, possiamo dire che il regista di origini irlandesi fa un lavoro davvero onesto riuscendo ad esaltare quello che da questo film si vuole, l' azione nuda e cruda. E dal primi lungo inseguimento per le strade di Mosca ci sono davvero pochi momenti per riprendere fiato, merito di una sceneggiatura che cura attentamente i tempi "action" ma risulta piuttosto piatta (se escludiamo il twist narrativo finale) e anche un po' fastidiosa quando, di punto in bianco, parte con una filippica sul disastro di Cernobyl che non finisce più. Mi dispiace ma non ci si può prendere così sul serio in Die Hard dove quel che vogliamo è veder le cose esplodere, la gente saltare dai palazzi nell' attesa che il vecchio John esclami il suo storico "Hippy kay ye". Il fatto che poi venga inserita la figura/spalla del figlio, ci porta indietro a quella necessità di trovare un erede agli storici eroi di celluloide, che abbiamo sperimentato con non poco disappunto nell' ultimo Indiana Jones. Ma qui è diverso: la coppia funziona e anche se non si auspica una pellicola di John Jr. in solitaria, non dispiacerebbe vedere in azione la famiglia McClane al completo un' altra volta.
Recensione già pubblicata su CINE20.
2 comments:
ciao Weltall
bellissimo film. condivido la tua opinione. questa serie di film mi piace un sacco, meno la serie tv ispirata al personaggio.
e credo anche che di Jay Courtney (il figliolo nel film di John McClane) sentiremo parlare anche in futuro per questo genere di film. Dici che arriveremo a rimpiazzare gli attori icona del genere action?
@Pupottina: per motivi d' età credo che prima o poi li rimpiazzeremo (Jason Statham si è già ritagliato il suo spazio, ad esempio) però spero che sia "poi" piuttosto che "prima" ^__*
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