Quattro studentesse decidono di trascorrere la loro vacanza di primavera in Floride e, per finanziarsi il viaggio, decidono di rapinare un fast food. Arrestate dalla polizia, vengono liberate grazia al rapper/gangster Alien che le prende sotto la sua ala protettrice. Spring Breakers non è un film che si vuole far piacere a tutti i costi anzi, sembra quasi l' esatto contrario. Si ha quasi l' impressione che Harmony Korine, figura fondamentale nel panorama cinematografico indipendente, con l 'esasperata e gratuita rappresentazione di droga, alcol, sesso e violenza, unita ad un montaggio che nega la linearità al racconto, voglia tenere a distanza la maggior parte del pubblico che potrebbe approcciarsi al film in maniera troppo superficiale. Superato questo "ostacolo" ci si rende conto che nulla è lasciato al caso, dalle scelte musicali e quelle di casting (le ex stelline Disney, Vanessa Hudgens e Selena Gomez, non sono messe li unicamente per solleticare il pubblico maschile), e anche la regia appare precisa e consapevole (il piano sequenza della rapina ne è il più fulgido esempio). Ma c'è anche dell' altro: guidati dal mantra "spring break, per sempre" i personaggi del film di Korine sembrano cercare in questa breve combinazione di parole la formula magica per rimanere sospesi nel momento in cui le vecchie vite stanno a chilometri di distanza e si può vivere una visione distorta ed inquinata del sogno americano o di quel che ne resta. Il regista americano dipinge in chiave pop il ritratto di una generazione che, cresciuta tra internet, la televisione e musica di largo consumo, si è persa inseguendo idoli fittizi nella convinzione che tutto è concesso, che tutto è dovuto, basta allungare la mano e prenderlo. E' così che le protagoniste si convincono che per finanziare la loro vacanza basta rapinare un fast food facendo finta che non sia reale. E' così che il rapper Alien, il personaggio interpretato da un' ottimo e quasi irriconoscibile James Franco, ha costruito la sua identità di gangster interpretando il ruolo di altri, mandando in loop il dvd di Scarface, diventando quasi una parodia di quel che voleva essere. Korine ne racconta la soffocata disperazione, celata da quella voglia di evasione che sconfina nell' eccesso, ma che arriva di colpo in superficie nel momento in cui la realtà chiede di pagare il conto, nel momento in cui ci si sveglia dal sogno.
Recensione già pubblicata su CINE20.
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