Monday, January 24, 2011

"We got to get these things to learn to eat something other than us"

Survival of the Dead è il sesto film di George Romero dedicato ai morti viventi ma, a tutti gli effetti, è il seguito diretto del precedente Diary of the Dead, vero e proprio reboot della "saga". Si riprende infatti il gruppo di soldati che derubarono i protagonisti del film precedente, e li si ritrova coinvolti, loro malgrado, nella faida di due famiglie che sono divise, non solo dalle proprietà di un' isola, ma anche dal modo in cui vogliono affrontare la piaga degli zombie: una famiglia vorrebbe sterminarli tutti mentre l'altra vorrebbe "addomesticarli" in attesa che si trovi una cura. Il fatto che siano uno il seguito dell' altro (anche se "Survival" sembra quasi uno spin-off) non significa che questi ultimi due film siano completamente scollegati dai precedenti anche perchè il regista americano continua nel suo attacco critico alla società e ai suoi molteplici aspetti, mostrandoci ancora una volta che il vero nemico siamo sempre e solo noi stessi, e anche quando dovremo essere più uniti ci lasciamo sopraffare dall' odio, dalla vendetta, dalla gelosia, dall' avidità, sentimenti innati nell' uomo e spesso coltivati dall' ignoranza o da particolari contesti sociali e culturali ("nelle piccole città nasce gente picolla"). Romero ha semplicemente iniziato con Diary, un percorso nuovo mostrandoci, attraverso l'espediente metacinematografico del documentario nel film, cosa sarebbe successo se i morti fossero tornati in vita nei nostri giorni e che ruolo avrebbero avuto i mezzi di comunicazione, sia quelli canonici che i più moderni. In Survival sono passati solo sei giorni dall' inizio della fine e tutti sanno quello che sta succedendo e cercano a loro modo di porvi rimedio o di conviverci. Romero a questo punto fa un passo indietro e dopo il documentario sceglie un approccio cinematografico più classico confezionando a tutti gli effetti un film western (uno zombie-western?). Insomma, dopo aver guardato al futuro, Romero si rifugia nel passato aprendo scenari teorici davvero interessanti (che questa sia la via per la "sopravvivenza" del genere?). Certo, ci sarebbe piaciuto vedere applicato questo "sguardo al passato" anche negli effetti visivi del film che, pur tenendo presente la natura low budget del progetto, sono spesso eccessivi e un po' ridicoli. Dare maggiore spazio al trucco e all' artigianalità di Greg Nicotero avrebbe certamente giovato non poco a quella che si può considerare tra le pellicole minori di Romero ma di certo non un brutto film, in quanto perfettamente coerente con quanto fatto fino a oggi dal Maestro dei morti viventi.

5 comments:

Cineserialteam said...

Questo non l'ho visto ancora. Ma ricordo che Diary non mi convinse.

Weltall said...

@Cineserialteam: umm, allora non so quanto ti potrà convincere questo. Film da recuperare in ogni caso ^__*

Rosuen said...

-____-

Rosuen said...

che paura!

Weltall said...

@Rosuen: ma nooooo ^^