Wednesday, January 05, 2011

Six feet under

Sorprenderebbe sapere quanto è comune e diffusa la paura di essere sepolti vivi. Forse proprio per questo, la terrificante sensazione di trovarsi intrappolati ad attendere una lenta ed inevitabile morte, ha ispirato la letteratura (il bellissimo racconto di Edgar Allan Poe "Sepolto vivo") ed in tempi recenti anche TV (Lost) e cinema (la famosa sequenza di Kill Bill parte II). Ed è proprio il cinema a riportare in auge l 'argomento con un film che, fin dalle prime notizie trapelate, ha fatto pensare soprattutto ad un esperimento o ad una sfida: con Buried infatti, il regista Rodrigo Cortez si propone di imprigionare lo spettatore, insieme al protagonista del film, in un' angusta bara di legno a chissà quanti metri sotto terra, e questo per tutti i novanta minuti di durata del film. Esperimento riuscito? Sfida superata? La risposta è senza ombra di dubbio, si. Cortez non solo mette in piedi un perfetto meccanismo di tensione crescente, ma riesce a farlo lavorando con un solo attore è con una location piccola e angusta. La camera sfrutta ogni angolazione possibile (e impossibile) ed il montaggio sopperisce alla quasi totale immobilità del protagonista mentre le diverse fonti di illuminazione (uno zippo, il cellulare, una torcia elettrica) forniscono in qualche modo una diversa profondità alle scene. La storia, che ci viene svelata pian piano fino a rivelare le motivazioni che hanno portato il personaggio di Ryan Reynolds a finire prematuramente interrato, non arriva mai ad approfondire gli argomenti trattati (la guerra in Iraq, il terrorismo e la politica del Governo USA nell' affrontare le minacce terroristiche) ma funge da funzionale metodo per scandire lo scorrere del tempo, sempre a beneficio di quel meccanismo di tensione di cui si parlava poco sopra. Evitando puntigliose questioni su questo o quel dettaglio poco plausibile, e lasciandosi semplicemente avvolgere dalla claustrofobica sensazione che il film vanta, a ragione, di poter trasmettere allo spettatore, ci si può godere appieno dell' esperienza di Buried e magari immedesimarsi a tal punto da dimenticare perfino che ci possa essere qualcos' altro oltre a quelle sei pareti di legno grezzo.

3 comments:

sommobuta said...

Sono d'accordo.
Davvero un buonissimo film, che tiene in ansia e in tensione per tutta l'ora e mezza. Cosa non da poco, per uno che sta sepolto vivo due metri sotto terra.

Finale da brivido.
E poi la scena col serpente è spettacolare!

Anonymous said...

Ciao Teo...

La paura di essere sepolti vivi è una realtà. In america un tizio anni fa (storia vera poi ti cerco in rete i vari articoli) era stato sepolto vivo per errore dei medici (non ho parole). Ovviamente si è concluso tutto nel migliore dei modi.

Questo però è stato un genio perchè ha inventato l' epigrafe con telecamere che punta all' interno della bara...pensa TE!!! ed è diventato miliardario...

Killo (sono di corsa e non ho voglia di loggarmi)

Weltall said...

@sommobuta: eh si! E' difficile criticare un film dove si riesce a dare tanto (soprattutto in termini di emozioni) con così poco. Durante la scena del serpente me la stavo per fare in mano ^^

@Killo: grazie carissimo per le info ^^