Tuesday, July 06, 2010

"You are my best friend. You are my only friend"

Il 2009 è stato, senza ombra di dubbio alcuno, anno importante per il cinema d'animazione e non soltanto per un livello qualitativo altissimo ma anche da un punto di vista delle varietà tematiche o puramente di stili e tecniche. Fondamentale citare i titoli che vanno dai capolavori Pixar e Ghibli, UP e Ponyo, ai notevolissimi Coraline e Valzer con Bashir. A questi è necessario aggiungerne un altro, Mary And Max di Adam Elliot, produzione indipendente e piccolo gioiello di animazione passo-uno che stupisce subito per le particolari scelte cromatiche virate a tonalità che vanno dal marrone al bianco e nero, per la cura posta nella realizzazione dei minimi dettagli scenografici e per il look dei personaggi realizzati completamente in plastilina, con uno stile che ben si sposa con la storia narrata: Mary è nata e cresciuta in Australia, con un padre assente appassionato di tassidermia e una madre alcolizzata. Max è un ebreo che vive a New York, frequenta un gruppo si sostegno per persone con disordini alimentari e convive fin dall' infanzia con la sindrome di Asperger. Entrambi sono anime solitarie, emarginati dal resto della società perché, ognuno per i propri motivi, considerati diversi. Nonostante si trovino a mezzo mondo di distanza, per un fortuito gioco del destino entrano in contatto, diventano amici di penna e da questo scambio epistolare trarranno entrambi forza e insegnamenti preziosi dalle loro rispettive sventure. Dalle prime settimane del 2009 il film di Elliot ha fatto il giro di numerosi festival riscuotendo parecchi consensi e ancora attendiamo invano che venga distribuito in Italia, Paese dove l' animazione è ancora considerata e inquadrata come "materia" per un target d'età piuttosto basso. Mary And Max di Adam Elliot forse tratta tematiche troppo "adulte" per poterlo considerare un film per tutti, eppure non so immaginare pellicola migliore con la quale un genitore potrebbe accompagnare il proprio figlio alla visione e alla comprensione delle vicende che uniscono i personaggi, una storia dove il diverso (sia per difetti fisici o per una malattia mentale) è costretto a stare ai margini della società, ad accontentarsi degli scarti mentre il resto del mondo mangia dalla portata principale. Quello di Mary And Max è un racconto che trasuda una toccante umanità che riesce a sfiorare tematiche “scomode”, come il suicidio o la morte, senza rinunciare ad una costante ma mai invasiva ironia. Ottima la scelta del cast che interpreta le voci dei personaggi, sui quali spicca un Philip Seymour Hoffman che non ha bisogno della presenza fisica sullo schermo per dimostrare la sua bravura.

2 comments:

Anonymous said...

Questo non me lo voglio perdere assolutamente. Mi sa che se aspetto che lo distribuiscano al cinema divento vecchia però...

Ale55andra

Weltall said...

@Ale55andra: ed infatti il problema è proprio quello. Una distribuzione italiana appare poco probabile e questo è un film da vedere. ^^