Tuesday, July 20, 2010

HACHIKO, il cane dietro la leggenda

Quella del cane Hachiko è una storia molto famosa in Giappone, tanto famosa che il cane stesso è diventato simbolo di fedeltà assoluta e al quale è stata dedicata una statua posta alla stazione di Shibuya a Tokyo. La particolare storia di Hachiko ha naturalmente suscitato l'interesse dei giornali dell' epoca ma non solo: nel 1987 infatti il regista Seijiro Koyama diresse il film "Hachiko Monogatari" nel quale si narrano le vicende di questo straordinario animale, un cane di razza Akita, dalla sua nascita fino all' essere adottato dal professore universitario Hidesaburo Ueno con il quale si instaura un rapporto profondissimo. Forse per via del fatto che Hachiko andava a colmare il vuoto lasciato nel cuore del professore dalla morte del suo precedente cane, ma l'affetto che l'uomo prova verso l'animale è pari forse solo a quello che si potrebbe provare per uno dei familiari più stretti. Ed Hachiko ricambia questi sentimenti arrivando ad accompagnare tutte le mattine il professore alla stazione e tornare di sera per aspettarne il rientro. Un rito dettato dal puro affetto che si ripete giorno dopo giorno anche dopo che a causa di un ictus il professore muore lasciando Hachiko solo, abbandonato anche dalla famiglia che fino a quel momento l'aveva trattato come un suo membro. Quella di Hachiko è una storia dai contorni di una favola eppure straordinariamente reale. Il regista giapponese la porta sullo schermo con grande semplicità, con toni quasi da commedia nella prima parte che poi piano piano si affievoliscono fino a spegnersi del tutto nella seconda. La storia si concentra soprattutto nel mettere a confronto il rapporto tra Hachiko ed il suo padrone con gli altri personaggi della vicenda, i familiari o semplicemente degli estranei toccati dalla singolarità e la dolcezza della vicenda. Se si esclude la sequenza finale, forse inevitabile, il film si fa apprezzare per non voler essere forzatamente commovente, dimostrando che questa storia d'amore, devozione e lealtà assoluta vuol far riflettere piuttosto che piangere.

6 comments:

nicolacassa said...

Interessantemente sterile :)

Weltall said...

@Nick: secondo me ci sono due o tre cose in questo film che potrebbero essere prese d'esempio da molto cinema giapponese di oggi. Quello prettamente commerciale, si intende ^__^

Rosuen said...

Poverino! Mi sembra che sia carino onorare il ricordo di questo cane così fedele, che chissà come ha sofferto nel rimanere solo :-(
A prescindere dai pregi o difetti della pellicola.

Weltall said...

@Rosuen: si, ma alla fine il film non è male ^__*

Pupottina said...

è tenero e triste insieme questo film!

Weltall said...

@Pupottina: verissimo!