Monday, December 21, 2009

Can che abbaia non morde

Difficile accreditargli tutti i pregi del suo lavoro successivo ma è un dato di fatto che Barking Dogs Never Bite, esordio cinematografico di Bong Joon-ho, sia tutt'altro che un film da sottovalutare, anzi. E' possibile trovare proprio in questo film quel gusto per l'ironia e lo humor nero che Bong ha sviluppato e adattato nei suoi Memories of Murder e The Host. Diversamente da questi titoli, dove l'elemento ironico contrastava con le tematiche del film (la caccia ad un serial-killer nel primo e la minaccia di un mostro mutante nel secondo), in Barking Dogs Never Bite è parte integrante della struttura del film. Una commedia amara insomma, che ha come protagonisti un professore universitario che si è visto soffiare una cattedra da sotto il naso e un' impiegata (Du-na Bae) poco felice del suo lavoro. Le loro vite, che non potrebbero essere più distanti, finiscono per incrociarsi a causa dei cani. Piccoli cani da compagnia sui quali l'uomo sfoga le sue frustrazioni da disoccupato e da mantenuto e dei quali lei invece si preoccupa trascurando il lavoro per dedicarsi ad aiutare le persone che hanno smarrito il proprio animale . L'ambientazione svolge di per se un ruolo fondamentale: siamo nella periferia di una grande città, supercondomini costruiti al limitare della campagna, abitazioni come cellette per centinaia di api operaie le cui finestre si affacciano su di un verde che rappresenta la via di fuga dalla vita moderna. Bong Joon-ho ci mostra facciate di palazzi che vanno oltre l'inquadratura, un' urbanizzazione oppressiva, il cemento che diventa prigione per incarcerati consapevoli e per chi invece sogna solo di evadere. In questo sta la principale differenza tra i due protagonisti che dopo una serie di equivoci si trovano ad abbracciare il proprio destino in due sequenze che in qualche modo forniscono una chiave di lettura del film: lui ottiene quel che desiderava diventando parte del meccanismo che lo opprimeva, acquistando tristemente questa consapevolezza osservando gli alberi fuori dalla finestra mentre delle tende si chiudono togliendo tutta la luce. Lei, liberatasi (non per sua volontà) da tutti i legami con la società, si concede una liberatoria passeggiata nei boschi sull'incedere dei titoli di coda.

4 comments:

nicolacassa said...

Pensare che ce l'ho in memoria da millenni e no l'ho mai visto!!!!!

davide said...

Azz vorrei vedere anche questo.

Pupottina said...

Grazie, BUON NATALE anche a te

^_____________^

Weltall said...

@Nick: anche io ce l'avevo da un po'...ho approfittato dell' influenza per recuperarlo ^__*

@Deiv: mi dispiace, ma non è possibile ^__^

@Pupottina: ^__^