La saga cinematografica dei Transformers ha rappresentato fin dal principio una vera e propria croce e delizia per tutti i trentenni / quarantenni di oggi ma anche per gli appassionati dell' action becero e sozzone tipico di Hollywood. Ma d'altronde non è che potesse essere diversamente considerato che il progetto nasce dallo sfruttamento dei famosi giocattoli della Hasbro e da un regista che, se esistesse il regno dei tamarri, ne sarebbe sovrano indiscusso: Michael Bay. Michael Bay, ogni volta che si è trovato per le mani i Trasformers, anche a causa di sceneggiature difficili da definirsi tali, ha dimostrato di non possedere il senso della misura, di strafare in un senso o in un altro: una volta per l'eccessivo taglio comico dato al film ed un'altra per un diffuso caos nelle sequenza d'azione. La situazione sembrava cambiare con il terzo film considerato anche la repentina svolta nelle atmosfere a partire dalla seconda metà della pellicola. Lecito quindi aspettarsi tanto da questo quarto capitolo che in qualche modo si propone come un nuovo punto di partenza per la saga senza essere necessariamente un reboot. Si parte insomma cinque anni dopo la fine del film precedente con cast rinnovato e con l'intenzione, piuttosto esplicita, di allargare ed approfondire il passato dei Transformers dando nuovo respiro alla storia ma soprattutto giustificando ulteriori seguiti. Se l'apporto degli attori in carne ed ossa continua ad essere superfluo ma meno fastidioso rispetto al passato, il principale difetto del film risiede proprio in una sceneggiatura che, a dispetto di una struttura semplicissima (si va da A a B. Da B a C e subito da C a D), si sviluppa su tre ore francamente logoranti anche considerata l'eccezionale spettacolarità della pellicola. Perchè se c'è una cosa che non manca in Trasformer 4 è l' apporto di Michael Bay quando si tratta di mostrare i muscoli e di far vedere al suo pubblico cosa si può fare con le giuste idee ed un adeguato budget: i robot sono gli indiscussi protagonisti e le sequenze d'azione in cui sono coinvolti rappresentano esattamente quello che si vorrebbe vedere sul grande schermo da un film così, inclusi dinosauri robot e robot che cavalcano dinosauri robot. Fatto sta però che, esaurito l' effetto meraviglia, si rimane con l'idea che lo spettacolo sia più vuoto di quel che poteva e doveva essere, soprattutto con un minutaggio così abbondante e francamente ingiustificato. Ma sempre di un certo tipo di spettacolo si tratta, perfettamente coerente ed onesto con il genere, pertanto tutto si traduce con un semplice "prendere o lasciare".
Recensione già pubblicata su CINE20.
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