Prima che la Marvel ridefinisse il concetto di cinecomic con il suo "progetto Avengers", furono lo Spider-Man di Raimy e gli X-Men di Brian Singer ad aprire la strada cinematografica agli eroi dei fumetti per il nuovo millennio. Se il progetto di Raimy è naufragato dopo il terzo capitolo a causa di ingerenze produttive della Sony, gli uomini X hanno "perso la strada" dopo l' abbandono di Singer. E' innegabile infatti che, pur avendo impostato i film in maniera solida ponendo l' attenzione sul desiderio del diverso di integrarsi per una pacifica convivenza con il resto dell' umanità, il sostituto del regista americano, Brett Ratner, e i suoi sceneggiatori non sono riusciti a stare al passo. Per non perdere la presa su di un "brand" comunque molto redditizio, la Fox decide di puntare tutto sul personaggio più forte e carismatico, Wolverine, per uno spin-off difficilmente difendibile. Cosa si poteva fare a questo punto per salvare il salvabile? A Matthew Vaughn viene affidato un prequel degli X-Men mentre a James Mangold spetta l' onere di ridare il giusto lustro alle avventure in solitaria dell' artigliato canadese. Dopo aver praticamente sprecato l' occasione di raccontare come si deve le origini ed il passato di Logan, a questo giro si punta sulle storie ambientate in Giappone, rifacendosi insomma al ciclo firmato e disegnato da Claremont e Miller. Le aspettative c'erano e così tutte le potenzialità per un film adeguato al personaggio, che purtroppo rimangono unicamente sulla carta. Per quanto quelle storie ormai classiche risultino ancora oggi incredibilmente moderne, si è scelto di mantenere personaggi e dinamiche ma di riscrivere in toto i motivi per i quali il nostro eroe si trova coinvolto tra yakuza e ninja: niente più peripezie per scoprire la verità sul matrimonio di facciata dell' amata Mariko quindi, sostituita da un vecchio debito che un ex soldato giapponese vuole saldare con Logan. Se sull' adattamento si può anche chiudere un occhio, considerato anche il fatto che il film funziona e scorre senza particolari intoppi, è difficile comunque lasciarsi coinvolgere completamente da un film che prova ma fallisce a rendere giustizia al background di quelle storie ed al personaggio. Anche nelle scene d' azione, comunque tante e girate in maniera più che buona, manca qualcosa, frenate probabilmente dai limiti imposti all' esplicitazione della violenza per permettere anche ad un pubblico giovane di godersi il film in sala: se si sperava, insomma, di vedere il nostro affettare i propri nemici, si potrebbe rimanere delusi anche su quel versante. Come insegnano Iron Man, Hulk e soci, anche in Wolverine - L' Immortale è presente una scena aggiuntiva dopo i primi titoli di coda che ci ricollega direttamente al prossimo X.Men - Giorni di un Futuro Passato che vede Bryan Singer di nuovo al timone degli X-Men per un film ispirato ad un' altro famoso ciclo di storie. Speriamo bene.
Recensione già pubblicata su CINE20.
2 comments:
è giusto che passino al 3d e che contengano le scene di violenza.
sono d'accordo
@Pupottina: ma, ti dirò, io al 3D potrei anche rinunciare ^^
Post a Comment