Monday, December 06, 2010

L' ultimo esorcismo in presa diretta

Prima di passare a qualsiasi considerazione sul film, è bene precisare che con The Last Exorcism ci troviamo di fronte ad un classico esempio di marketing ingannevole, il classico tentativo di vendere un film, soprattutto al fruitore di cinema occasionale o poco attento attirato, ad esempio, dai nomi in produzione (in questo caso Eli Roth), per qualcosa che non è. Se prendiamo in esame il trailer, ad esempio, oltre a notare la significativa mancanza di alcune sequenze nel film vero e proprio, non si può che pensare all' Esorcista datato 1973. Eppure per quanto posa essere richiamato soprattutto dal titolo della pellicola, The Last Exorcism ha decisamente molti più punti in comune con pellicole come The Blair Witch Project: il film di Daniel Stamm è a conti fatti un mokumentary che vede protagonista un prete, Cotton Marcus, che troupe al seguito decide di documentare uno dei tanti esorcismi che pratica da ormai tanti anni. Maturata ormai da tempo una crisi di fede diventata un vero e proprio distacco, il prete ha come fine ultimo dimostrare, complice lo sguardo inflessibile ed impossibile da influenzare della telecamera, che i riti esorcistici non sono niente più che spettacoli o recite abilmente organizzate che riescono a liberare, complice la fede, persone così dette "possedute" da quelle che si rivelano essere principalmente suggestioni e niente più. La cecità della Fede (se credi in Dio DEVI credere anche nel Diavolo) contro la visione totale della macchina da presa, alla quale è affidata la "catturà" di una verità indiscutibile, è forse lo spunto più interessante che viene da The Last Exorcism, proprio perché tale sottotesto è veicolato attraverso la finzione cinematografica. Sfortunatamente queste riflessioni non vengono sfruttate pienamente e da una premessa interessante il film cede lentamente il passo all' horror, senza calcare neanche in questo caso la mano ma regalando comunque qualche bel momento bello teso (complice anche il tipo di ripresa) che si risolve però in un finale fin troppo concitato, confusionario, molto aperto e discutibile, che lo avvicina in maniera netta alla pellicola di Daniel Myrick e Eduardo Sanchez. Film poco incisivo insomma, da qualsiasi parte lo si voglia prendere ed è bene non cadere nell' equivoco più evidente: se l'avete amato, il primo e unico esorcismo sarà sempre quello di William Friedkin.

4 comments:

Cineserialteam said...

Questo lo passo.

Weltall said...

@Cineserialteam: visione casalinga consigliata...spendere soldi per il biglietto proprio no ^^

Rosuen said...

Guarda Momis... Ti credo sulla parola sè non ne vale la pena non lo voglio vedere! ^_______^

Weltall said...

@Rosuen: ooooooooooooooooook ^^