Wednesday, December 29, 2010
IL PROFETA: crescere e sopravvivere secondo Audiard
Il Profeta di Jacques Audiard è un superbo dramma carcerario ma anche racconto di formazione del giovane Malik, costretto per mera necessità di sopravvivenza a lavorare per un boss corso e i suoi scagnozzi. Dopo un infanzia passata in orfanotrofio e quasi totalmente analfabeta, Malik trova nel carcere la sua scuola, nella più ampia accezione del termine, ed impara e assimila tutto quello che può, dal leggere e scrivere fino a gestire traffici illeciti all' interno e all' esterno della prigione. Audiard ci mostra attraverso il percorso di Malik, che lo porta ad essere iniziato alla malavita prima e a scalarne i vertici poi, quanto il concetto di libertà possa essere relativo e di come si possa essere prigionieri tanto fra le mura di un carcere quanto al di fuori. Elementi in attrito ma che convivono, una costante ne il Profeta anche a livello di tematiche e suggestioni visive, dove atti sanguinari e momenti visionari si susseguono senza strappi. Considerazioni queste che valgono anche per la straordinaria interpretazione del giovane Tahar Rahim che si stacca di diverse spanne da quella del seppur bravissimo Niels Arestrup proprio per la maniera in cui alcuni aspetti del suo personaggio, apparentemente inconciliabili, ne rivelino invece la complessità: Malik è giovane ma ha il viso già segnato, capace di rimanere impassibile di fronte alla violenza e di emozionarsi in maniera innocente al suo primo viaggio in aereo.
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4 comments:
Stai diventando vecchio, defenetly!!!!
@Ivanov: ho scritto come un vecchio o sono vecchio perchè mi è piaciuto il film? ^__*
"la seconda che hai detto!!" hugs, ivanov (ricordati il frame con il mostro, quando puoi). Ho dato il tuo blog a una giornalista cinematografica. Si mi chiede notizie ti lascio i suoi dati.
@Ivanov: ok, grazie ^^
Per quel che riguarda il frame, te l' ho mandato già da tempo...a questo punto mi chiedo se te l'ho mandato all' indirizzo di posta elettronica giusto...
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