Tuesday, August 04, 2009

SOTTO LA TORRE

Guardare un film intitolato "Tokyo tawa: Okan to boku to, tokidoki, oton" potrebbe anche spaventare un po', ma in realtà non è raro che nella cinematografia giapponese il titolo condensi un po' quello che è l'anima del film. In questo caso però il titolo è preso pari pari dall' autobiografia di Masaya Nakagawa da cui è tratto ed il suo significato, tradotto letteralmente, è "Tokyo Tower: Mamma e io, e qualche volta Papà". La Torre di Tokyo, in assoluto uno dei simboli della capitale giapponese, diventa spunto per Masaka per una riflessione sulla sua vita, su come la Torre abbia sempre fatto parte delle sua esistenza sin da quando era bambino, ritratta ancora in costruzione in una vecchia foto del padre, ad ora che è adulto e l'ammira luminosa svettare fuori dalla finestra dell' ospedale dove la madre è ricoverata per un cancro in fase terminale. Narrato in prima persona dallo stessa Masaya (interpretato da un Joe Odagiri con una pettinatura e dei vestiti improponibili) il film ripercorre a tappe la vita del protagonista partendo dall' infanzia e dalla separazione dei genitori (lui artista ubriacone, lei instancabile lavoratrice), il trasferimento dalla grande città ad un piccolo paesino minerario di Kyushu, il ritorno a Tokyo dal padre per le scuole superiori e la vita universitaria passata a sperperare i soldi faticosamente guadagnati dalla madre. Ed è alla scoperta della malattia di quest' ultima che decide di portare a compimento i suoi studi e le sue aspirazioni da artista, per ricambiare in ogni maniera quello che il genitore ha fatto per lui. Il film di Joji Matsuoka, alternando passato e presente, racconta la storia di un bambino cresciuto diviso tra l'affetto del padre e della madre, tra il fascino della grande città e il calore del piccolo centro rurale, la difficoltà di trovare la propria strada, lo smarrimento e finalmente l'accettazione delle proprie responsabilità. Ma quella raccontata in "Tokyo Tower" (mi si perdoni se abbrevio) è soprattutto la storia dell'amore incondizionato di una madre per il proprio figlio e viceversa. Divertente, nostalgico e delicatamente commovente senza forzature, il film di Matsuoka funziona perfettamente dilungandosi forse troppo nel finale dove una sforbiciata di almeno mezzora avrebbe sicuramente giovato, senza togliere nulla al piacevole lavoro fatto in precedenza.

6 comments:

Riccardo said...

certo che sei un vero culture della cinematografia orientale!! un giorno devi farmi una lista dei film che devo assolutamente vedere! naturalmente una lista riassuntiva eh!! hehe ci vediamo mattè

Weltall said...

@Riccardo: eh eh eh la lista te la faccio molto volentieri ma non so quanto riuscirò a riassumere ^__*

terrasole said...

secondo me qursto film e` ottimo recitazione di joe odagiri...

Weltall said...

@terrasolo: Joe Odagiri è sempre un bravo attore. In questo film però ha dei capelli che non si possono guardare ^__*

nicolacassa said...

Bel filmetto un pò lunghetto anzichenò, indimenticabile Godzilla...

Weltall said...

@Nick: capolavoro Godzilla ^__^