Friday, August 07, 2009
La leggenda di Chun-li si eclissa sotto la leggenda di Street Fighter
Si presume, come motivo fondamentale che spinge un qualsiasi individuo ad avvicinarsi ad un film come Street Fighter - The Legend of Chun-Li, che si abbia giocato, o perlomeno si conosca, il videogioco che ne stà alla base, quel Street Fighter II colonna portante dell' universo videoludico nella prima metà degli anni '90. Se siete tra quelli che hanno perso ore della propria adolescenza facendo "quarto di giro avanti più pugno" nel tentativo di far eseguire al vostro personaggio le mosse speciali, conoscerete o vi ricorderete a grandi linee la storia, meglio il pretesto, che portava lottatori di tutto il mondo ad affrontare un torneo di arti marziali. Anche se ognuno aveva le proprie motivazioni ed il proprio background personale, il protagonista indiscusso è ed è sempre stato Ryu. Ora, è abbastanza chiaro che agli americani Ryu stia sulle palle. Non si spiega altrimenti il motivo per il quale, nei diversi progetti cinematografici legati al gioco della Capcom, il lottatore giapponese venga relegato a ruoli di secondo piano o addirittura venga completamente eclissato. E' successo così nello Street Fighter del '94 con protagonista Van Damme, ed così anche con questo The Legend of Chun-Li. Pur definendosi entrambi degli adattamenti, la verità nuda e cruda è che al solito si prendono dei prodotti di successo (meglio se provenienti da altri Paesi), li si rivolta come calzini e li si reinventa da zero lasciando qua e la qualche elemento che ricordi l'idea originale. Più che con il film di Steven E. de Souza questo è successo con il progetto di Andrzej Bartkowiak dove troviamo come protagonista una Chun-Li ben diversa da come ce la ricordavamo nel videogioco: tralasciando il fatto che l'attrice bambina che interpreta il personaggio ha i lineamenti cinesi ma, mano a mano che cresce, questi scompaiono completamente, la ragazza qui è figlia di un importante uomo d'affari che viene rapito da Bison, boss di un' associazione criminale di Bankok, quando lei era ancora piccola. Alla morte della madre abbandona la sua vita agiata per trovare la sua strada, sulla quale incrocia un maestro di arti marziali che la preparerà alla battaglia contro il rapitore di suo padre. Ora, se una storia è scritta bene, qui non ci si lamenta di certo per gli stravolgimenti di personaggi e trama. Se poi ci sono dei bei combattimenti e belle donne, si sta pure in religioso silenzio interrotto da qualche sentita esultanza. Ma se due di questi tre requisiti non vengono rispettati ci troviamo di fronte ad una pellicola vuota e d' insignificante come The Legend of Chun-Li dove i combattimenti (francamente imbarazzanti), cedono il posto a sequenze inutili o completamente fuori contesto (c'è pure un parto "cesareo" molto particolare). E se non rimane nulla a cui aggrapparsi non si può che considerare questo nuovo capitolo cinematografico di Street Fighter (sarà l'ultimo?) un filmaccio da evitare.
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4 comments:
possiamo dire che il film più riuscito, per adattamento di un game, è certamente "Silent Hill"...
a presto!!!
@Vision: lo possiamo dire eccome ^__*
Insomma, im sembra proprio una hahata!!
@Nick: suprema hahata ^__*
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