Parlare di Nymphomaniac di Lars Von Trier non facile per due motivi in particolare. Il primo dipende dal fatto che il film è stato diviso in due volumi, certamente più vendibili separati che in un unico blocco di oltre quattro ore. La divisione però costringe ad un giudizio monco in attesa di poter vedere la seconda parte e farsi un' idea definitiva. Il secondo motivo risiede invece nei tagli che sono stati apportati al film, epurato di alcune scene di sesso per facilitarne la distribuzione, sforbiciamenti comunque non operati ed approvati da Von Trier. Al di la di questi fattori però, due ora abbondanti danno già un' idea di che film ci si trova davanti e svelano subito il grande inganno operato dal regista danese e dalla memorabile campagna pubblicitaria: Nymphomaniac non è certo un porno e non c'è niente di quello mostrato da Von Trier che non si sia già visto o che sia stato rappresentato nel cinema in maniera sicuramente meno fredda e calcolata. Il fulcro narrativo del film risiede tutto nel confronto verbale tra la ninfomane Joe e l' anziano Seligman, tra l' ostinazione della prima nel voler dimostrare la correlazione tra la sua ossessione per il sesso ed il fatto che si senta un pessimo essere umano, e la razionalità anche un po' pedante del secondo. Il tutto è inframezzato dai classici capitoli alla Von Trier, esageratamente discontinui per forma e contenuto tanto da non riuscire a dare quel senso di coesione e compiutezza che invece ha caratterizzato le opere precedenti del regista, Antichrist e Melancholia. Difficile insomma empatizzare con il dolore della protagonista nel capitolo "Delirium" dopo il grottesco ma ben più convincente Mrs H. (straordinaria Uma Thurman). Ed ancora più difficile trovare qualcosa di cui scandalizzarsi, per questa o quella scena di sesso "esplicita", quando Nymphomaniac riesce ad essere davvero convincente nei momenti in cui strappa sincere risate pur raccontando una drammatica incapacità di amare. I dubbi (e forse anche qualcosa di più), insomma, ci stanno tutti ed è difficile immaginare come le restanti due ore di girato possano tirare tutte le somme tanto da ribaltare un giudizio non certo positivo.
Recensione già pubblicata su CINE20.
No comments:
Post a Comment