Tuesday, October 04, 2011
"Call me Snake"
Un film cult assoluto. Un personaggio icona indimenticabile. Chissà se John Carpenter e Debra Hill immaginavano cosa avevano tra le mani quando incominciarono a lavorare alla prima stesura di 1997 Fuga da New York durante gli anni '70, dentro il quale riversarono, oltre ad influenze provenienti del cinema western e dal cinema horror, tutta la sfiducia verso le istituzioni post Watergate, nonché gli ingombranti spettri della Guerra Fredda. Il futuro immaginato da Carpenter infatti (cioè, a quel tempo era futuro, per noi è passato prossimo) è quanto mai cupo tanto che una delle città simbolo degli Stati Uniti e del mondo occidentale, New York e nello specifico l' isola di Manhattan, è stata trasformata in un carcere di massima sicurezza a causa dell' incremento esponenziale della criminalità. Per non parlare poi del Presidente degli Stati Uniti, immaginato come una figura ridicola e vigliacca la cui vita vale meno della valigetta che porta con se. E' in questo scenario pre-apocalisse nucleare (l' incubo atomico aleggia nel film come un' ombra) che emerge la figura antieroica per eccellenza, Jena Plissken (Snake, nell' originale, così come il famoso protagonista della saga videoludica Metal Gear a lui ispirato) ex soldato pluridecorato condannato all' ergastolo per aver rapinato una banca federale. Per ottenere una totale cancellazione della pena accetta il compito di recuperare il Presidente degli Stati Uniti dopo che l' Air Force One è stato fatto precipitare proprio all' interno dell' isola-prigione, anche se il vero scopo della missione è nastro di importanza fondamentale che la massima carica dello Stato porta con se. A vestire i pani del disilluso protagonista Carpenter sceglie un perfetto Kurt Russel che fa suo il personaggio inventandone perfino il look. Ma nel film spiccano anche altri grandi nomi come Lee Van Cleef ed Ernest Borgnine.
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