Tuesday, August 05, 2008
Truth is the first casuality of war
"La verità è la prima vittima di guerra". La guerra è quella in Iraq, la verità è quella che riguarda lo stupro e l'omicidio di una quindicenne e della sua famiglia, compiuto da soldati americani. La verità è vittima, perché? Quello che è realmente accaduto a Samara non ci viene mostrato, o meglio, pur basandosi su fatti realmente accaduti, quello a cui assistiamo in Redacted di Brian De Palma è "finzione cinematografica". Un collage di immagini raccolte con i mezzi più disparati funge da narrazione per quelle tristi vicende: un filmato amatoriale fatto da uno dei soldati, un documentario francese, riprese di una telecamera di sorveglianza, servizi giornalistici, filmati su Youtube ecc.. La guerra in Iraq è reale, la stiamo vivendo in questi anni attraverso telegiornali e filmati che grazie a internet e a siti di video-sharing (proprio come Youtube) arrivano direttamente a casa nostra. Ciò che appare curioso è l'utilizzo di queste "fonti", reali ma dai contenuti palesemente fittizi, con i quali De Palma costruisce la sua verità. Non è raggiungere una verità (im)parziale l' obiettivo, quanto dimostrare che la veridicità delle immagini può essere sempre messa in discussione, focalizzando la nostra attenzione sull' ambiguità dei mezzi più o meno comuni con i quali la realtà ci viene rappresentata. Questo allargamento delle fonti mass-mediatiche ci sta avvicinando alla realtà o la sta semplicemente allontanando? Mostrare lo stesso evento da punti di vista soggettivi (le immagini del soldato Salazar e il filmato del sito di propaganda integralista), non crea forse un accumulo di "strati" mediatici che allontanano la realtà oggettiva? "La telecamera mente sempre". Le immagini possono essere manipolate volontariamente ma, se lo stesso atto del riprendere modifica la realtà, quanto di quello che vediamo possiamo definire reale? Bisogna anche tener presente di come le immagini possono essere usate per manipolare. In Redacted, Brian De Palma ci mostra la brutalità per disturbarci, rappresenta i soldati come degli stereotipi poco credibili, così come sono poco credibili le loro reazioni agli interrogatori, le lacrime per i sensi di colpa. Ma il colpo migliore lo riserva per la fine: una carrellata di foto, vittime di guerra, bambini, donne, che scorrono sullo schermo accompagnate da una musica stucchevole. In mezzo a quelle vere, opportunamente "redacted" nascondendo i volti, alcune foto prese dal film, dove niente dell' orrore della guerra viene nascosto. La verità si copre, la finzione si mostra. Ma "vero" e "falso" non sono poi così facili da distinguere.
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7 comments:
Bella recensione! Complimenti.
Sono contento che anche tu sia riuscito a recuperarlo, secondo me è uno dei migliori film della stagione e sono ancora arrabbiato per non essere potuto andare in sala a vederlo...
Ciao,
Lore
Da vedere, anche se tutta questa storia che l' occhio non riesce più a cogliere la verità dalla finzione per quanto è bombardato da immagini artefatte, mi ha un po' stancata :)
@t3nshi: ti ringrazio, troppo gentile ^___^.
Indubbiamente uno dei film più interessanti della stagione (soprattutto per la valanga di riflessioni che porta con se) e un caso distributivo al momento unico...un film di un regista importante come De Palma che passa direttamente nelle tv a pagamento digitali...ancora non riesco a darmi una spiegazione!!!
@inenarrabile: finchè il bombardamento mass-mediatico continuerà a crescere, difficilmente l'argomento potrà esaurirsi. Comunque De Palma approfondisce molto bene l'argomento secondo me ^__*
Tra i dieci migliori film di questa stagione cinematografica. Non aggiungo altro, che hai già descritto perfettamente nella recensione.
@ale55andra: stavo provando proprio in questi giorni a tirare le somme della stagione cinematografica facendo qualche classifica (che pubblicherò una volta rientrato dalle ferie ^__*) e recuperando qualche titolo che mi manca...chissà che non trovi un posto proprio nella top ten ^__^
Molto interessante!!
@Nick: veramente molto ^__^
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